di Ali Abunimah
In una sfida diretta contro le nuove disposizioni legali, gli attivisti hanno organizzato una protesta per chiamare al boicottaggio dei prodotti israeliani in un supermercato della catena LIDL nel sud della Francia il 23 gennaio. (Fonte: BDS Francia)
Christiane Taubira, Ministra della Giustizia francese si è dimessa mercoledì in seguito ai dibattiti sui cambiamenti costituzionali in discussione che sono stati paragonati alle politiche del regime collaborazionista durante l'occupazione nazista del paese.
C. Taubira si è espressa pubblicamente contro una misura che permetterebbe al governo di revocare la cittadinanza francese ai cittadini con doppia cittadinanza, nati in Francia e condannati per il reato di terrorismo.
“A volte resistere significa rimanere e a volte resistere significa andarsene," ha tweetato C. Taubira dopo avere rassegnato le dimissioni, ricevendo numerosi messaggi che salutavano il suo coraggio e i suoi principi.
Ma su una questione chiave C. Taubira non ha dimostrato nessun coraggio, né principi, né si è minimamente distinta dalla gestione sempre più autoritaria del presidente socialista François Hollande, si tratta del diritto di espressione e di riunione dei sostenitori dei diritti palestinesi.
Il giorno stesso delle dimissione di C. Taubira, le autorità francesi nella regione del Rhône hanno vietato una manifestazione programmata indetta da un gruppo di solidarietà con la Palestina.
Difesa dei principi
Il Ministero della giustizia di C. Taubira ha applicato in modo energico una politica, ereditata dal governo precedente di destra, che mira a perseguire i sostenitori del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) applicando le leggi sull'incitamento all'odio.
Ne sono risultati delle pene molto dure e dei precedenti legali preoccupanti per gli attivisti che hanno organizzato delle proteste pacifiche invitando i cittadini a non comprare i prodotti israeliani.
Fortunatamente, tuttavia, il coraggio e i principi che sono mancati a C. Taubira dimostrano di condividerli i cittadini francesi sempre più numerosi che si dichiarano contrari alla repressione del Governo.
La settimana scorsa, una dozzina di noti intellettuali e attivisti francesi hanno sfidato le decisioni della corte pubblicando una dichiarazione in cui riaffermano il loro sostegno al BDS e invitando la gente a non comprare i prodotti israeliani.
Questa settimana, altre migliaia di persone hanno firmato la dichiarazione, molti dei quali sostengono il BDS per la prima volta.
Fra loro ci sono dozzine di intellettuali e di artisti, tra cui il filosofo Jacques Rancière, il magistrato Ghislain Poissonnier, l'artista Ernest Pignon-Ernest e il regista Alain Guiraudie e anche i fumettisti Jacques Tardi e Maurice Sinet. Sinet, conosciuto con lo pseudonimo di Siné, ha lavorato per il controverso settimanale Charlie Hebdo fino al suo licenziamento nel 2008 in seguito ad allegazioni di anti-semitismo, a causa di una caricatura in cui derideva Jean Sarkozy, figlio dell'allora presidente Nicolas Sarkozy. Nel 2010, una corte ha respinto l'accusa e decretato che Siné era stato licenziato ingiustamente attribuendoli un risarcimento di € 40.000 per danni.
Questa settimana, quasi 9.000 persone hanno firmato una petizione in linea, lanciata da BDS Francia e da AURDIP, la campagna francese per il boicottaggio accademico di Israele, che condanna la repressione della destra sul diritto di lanciare un appello al boicottaggio dei prodotti israeliani (versione inglese).
Si sono uniti a loro dozzine di accademici di tutto il mondo.
Riprendono le proteste nei supermercati
Nel frattempo, gli attivisti sfidano direttamente le disposizioni legali francesi con nuove proteste di boicottaggio dei prodotti israeliani.
Il 23 gennaio, un gruppo di attivisti di BDS Francia ha organizzato una protesta presso un supermercato della LIDL nel sud della Francia perché vende prodotti dell'azienda israeliana Mehadrin. Gli attivisti hanno distribuito volantini e raccolto firme a sostegno del BDS. BDS 34, il comitato locale che ha organizzato la protesta, denuncia il fatto che Mehadrin ha etichettato in modo scorretto i prodotti delle colonie come “Made in Israel" in violazione della legge europea.
Questa settimana, gli attivisti del gruppo CAPJPO-EuroPalestine hanno organizzato una protesta presso un supermercato Carrefour a Parigi. Come mostra il video, gli attivisti hanno sfilato nel supermercato cantando slogan del tipo "Israele criminale, Carrefour complice!" invitando i clienti a non comprare i prodotti israeliani.
"E' una risposta ai processi contro il BDS e alle minacce fatte dal nostro Primo Ministro alcuni giorni fa contro tutti coloro che oseranno boicottare Israele," Olivia Zémor di CAPJPO-EuroPalestine ha dichiarato in una mail, riferendosi al progetto del Primo Ministro Manuel Valls di rinforzare ulteriormente il provvedimento del Governo.
Questo è esattamente il genere di proteste per le quali i pubblici ministeri francesi hanno denunciato gli attivisti. O. Zémor stessa è stata assolta nel 2013 per l'accusa di avere partecipato a una protesta simile nel 2009.
Vietare protestare
Nel frattempo, la polizia della regione del Rhône ha vietato una manifestazione a sostegno del BDS definendola “un reato che costituisce un incitamento alla discriminazione".
La manifestazione, organizzata dal gruppo Collectif Palestine 69, doveva tenersi mercoledì in occasione della partita di pallacanestro fra una squadra locale e la squadra israeliana Maccabi Rishon, in un sobborgo di Lione.
Collectif Palestine 69 ha condannato il divieto come attacco alle libertà pubbliche e ha affermato che le autorità francesi stavano ubbidendo a una richiesta del Governo israeliano.
Il CRIF, principale lobby pro-Israele in Francia ha accolto favorevolmente il divieto di manifestare, dichiarando che avrebbe “protetto la democrazia".
Plus ça change
Spetta ora a Jean-Jacques Urvoas, che sostituirà C. Taubira come ministro della giustizia, decidere se i pubblici ministeri dovranno continuare a trattare tali proteste come reati penali.
Fedele alleato del Primo Ministro Valls, J.-J. Urvoas applicherà probabilmente le misure del Governo che persino C. Taubira ha ostacolato.
Anche se in passato ha criticato mollemente le politiche israeliane nei confronti dei Palestinesi, J.-J. Urvoas ha dimostrato una grande capacità a sentire da che parte soffia il vento della politica.
Nel 2012, faceva parte di una manciata di legislatori socialisti che firmarono una lettera al presidente Sarkozy per sollecitare il non riconoscimento dello stato palestinese da parte della Francia adottando così la posizione di Israele e della sua lobby in Francia.
Non c'è motivo di pensare che J.-J. Urvoas perseguirà con meno zelo che C. Taubira gli attivisti che si esprimono secondo coscienza a favore dei diritti dei Palestinesi.
Ma ci sono ragioni di prendere atto che affronterà la resistenza di un numero crescente di cittadini francesi che rifiutano di essere messi a tacere.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia