di Ali Abunimah
Un gruppo d’intellettuali e attivisti di spicco sta sfidando pubblicamente il grave provvedimento della Francia nei confronti del movimento di solidarietà per la Palestina, richiedendo pubblicamente il boicottaggio delle merci israeliane.
Questo succede mentre il primo ministro francese ha appena annunciato la decisione del suo governo di intensificare le sue restrizioni alla libertà di espressione prendendo di mira il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
“Questo movimento di boicottaggio si sta sviluppando in tutto il mondo come unico mezzo non violento per esercitare pressione su Israele” afferma la dichiarazione degli intellettuali e degli attivisti pubblicata sul giornale d’informazione digitale, indipendente e partecipativo Médiapart.
“Permette a tutti quelli che lo desiderano di dimostrare pacificamente la loro solidarietà e di protestare contro il trattamento favorevole che [Israele] riceve da una gran parte della comunità internazionale nonostante le sue violazioni costanti del diritto internazionale” aggiunge.
“Lanciamo quindi un appello per il supporto e il potenziamento del movimento BDS e per il boicottaggio delle merci israeliane”.
Duro provvedimento legale
I firmatari lanciano il loro appello sfidando apertamente una decisione della Corte di Cassazione emessa in ottobre
.Il tribunale di massima istanza francese in materia penale ha confermato la condanna di una dozzina attivisti che chiedevano pubblicamente, in solidarietà con la Palestina, il boicottaggio delle merci israeliane.
Questa decisione fa della Francia l'unico paese, oltre Israele, che condanna penalmente appelli a non comprare le merci israeliane. La legge francese, che include sanzioni penali, è presumibilmente più dura che quella israeliana che permette di avviare azioni contro i sostenitori del boicottaggio per danni finanziari, ma non li manda in prigione.
La decisione della Corte di Cassazione aumenta le preoccupazioni crescenti circa l’inasprimento delle restrizioni alla libertà di espressione sostenuto dal presidente francese François Hollande dopo l’attentato omicida contro i giornalisti di Charlie Hebdo nel gennaio 2015.
Nuove restrizioni
Il Primo Ministro Manuel Valls ha sostenuto la campagna di diffamazione del governo e le minacce di repressione contro i sostenitori dei diritti dei Palestinesi.
In un discorso alla lobby francese CRIF a favore d’Israele, Valls ha affermato che il suo governo avrebbe preso ulteriori misure per vietare le manifestazioni a sostegno del movimento BDS.
“Siamo passati dalla critica d’Israele all’anti-sionismo e dall’anti-sionismo all’anti-semitismo” ha detto Valls.
“Prenderemo misure,” ha annunciato, “che mostreranno che il limite è raggiunto e che non possiamo permettere che accada di tutto nel nostro paese.”
Valls ha affermato che consulterà il ministro degli interni e annuncerà presto nuove misure.
Il mese scorso, Valls ha avvertito che la critica forte dell’ideologia sionista dello stato d’Israele è ora considerata come anti-semitismo.
“Decisione oltraggiosa”
Nella loro dichiarazione, gli intellettuali e attivisti francesi hanno definito “oltraggiosa” la decisione della Corte emessa in ottobre che si basa su una legge contro la discriminazione, specialmente alla luce del fatto che la Francia dichiara di essere la più grande protettrice della libertà di espressione nel mondo.
“Questa legge serve a proteggere una persona o un gruppo di persone che sono vittime di discriminazione a causa della loro origine o della loro appartenenza o non appartenenza a un’etnia, nazione, razza o religione,” si dice nella dichiarazione.
“Non è mai stata intesa per proteggere le politiche di uno stato contro le critiche di cittadini quando tali critiche prendono la forma di un appello al boicottaggio” aggiunge.
“Non ci sottoporremo a questa decisione” dichiarano i firmatari.
I firmatari:
- Ahmed Abbes, Direttore del CNRS, (Centro nazionale francese per la ricerca scientifica)
- Étienne Balibar, noto teorico e eminente professore all'università di California, Irvine
- La sociologa e femminista Christine Delphy, che ha partecipato alla fondazione della rivista Nouvelles questions féministes (Nuove questioni femministe) con Simone de Beauvoir
- L’accademico Saïd Bouamama, che ha un processo in corso in base a dure leggi contro la libertà di espressione per un suo libro critico dei confronti del passato coloniale della Francia
- Alain Gresh, giornalista di Le Monde Diplomatique e attivista contro l’islamofobia
- Azzedine Taïbi, sindaco di Stains nella periferia di Parigi.
Gli altri firmatari sono i professori universitari Sonia Dayan e Nacira Guénif, l’attivista contro il razzismo Sihame Assbague, lo scienziato, regista e ex-presidente di Medici senza frontiere Rony Brauman.
Traduzione della dichiarazione completa
Non ci sottoporremo alla decisione della Corte di Cassazione del 22 ottobre 2015!
Con due decisioni del 22 ottobre 2015 [Nota del direttore: la decisione è stata emessa il 20 ottobre], la Corte di Cassazione ha dichiarato che è illegale lanciare un appello al boicottaggio delle merci israeliane e ha confermato le pesanti condanne di numerosi attivisti del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
La Corte si è basata su un articolo della legge sulla stampa che si riferisce al reato “di induzione alla discriminazione, all’odio o alla violenza verso una persona o un gruppo di persone a causa della loro origine o appartenenza etnica, nazionale, razziale o religiosa.”
Questa decisione non è solo sbalorditiva, è anche oltraggiosa. Questa legge serve a proteggere una persona o un gruppo di persone che sono vittime di discriminazione a causa della loro origine o della loro appartenenza o non appartenenza a un’etnia, nazione, razza o religione. Non è mai stata intesa per proteggere le politiche di uno stato contro le critiche di cittadini, quando tali critiche prendono la forma di un appello al boicottaggio delle merci.
A più riprese, delle organizzazioni attraverso il mondo hanno lanciato appelli al boicottaggio di Myanmar (Birmania) o della Russia, della Cina o del Messico senza che questa clausola sia mai stata invocata.
Nonostante l'insistenza del ministro della giustizia, la maggior parte delle giurisdizioni francesi ha rifiutato negli ultimi anni di considerare l’appello al boicottaggio delle merci israeliane come un reato penale.
Con la decisione della Corte di Cassazione, la Francia è diventata l'unico paese democratico nel mondo in cui un tal divieto è stato applicato. Per un paese che durante lo scorso anno non ha mai smesso di affermare l’importanza della libertà di espressione, è ancora più paradossale ed è probabile che la Corte europea per i Diritti umani rivedrà questa decisione. Anche la Corte di Cassazione deve rispondere delle sue decisioni e rispettare i principi universali, incluso il diritto di espressione.
Il movimento BDS è stato creato in un contesto di rassegnazione della comunità internazionale rispetto alla sua incapacità a mettere fine alla colonizzazione o a proteggere i Palestinesi dagli abusi quotidiani inflitti dall'esercito e dai coloni israeliani.
Il movimento di boicottaggio si sta sviluppando in tutto il mondo come unico mezzo non violento per esercitare pressione su Israele. Permette a tutti quelli che lo desiderano di dimostrare pacificamente la loro solidarietà e di protestare contro il trattamento favorevole che [Israele] riceve da una grande parte della comunità internazionale nonostante le sue violazioni costanti del diritto internazionale.
Perciò lanciamo un appello per il supporto e il potenziamento del movimento BDS e per il boicottaggio delle merci israeliane.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia