[Il giorno dopo la votazione riportata in questo articolo il Sindaco ha bloccato la delibera anche sulla base delle dure reazioni israeliane. Immediatamente il Centro Simon Wisenthal ha invitato gli israeliani a boicottare l'Islanda e così ci sono notizie di disdette dei biglietti aerei verso l'Islanda. Il sindaco si è scusato per non essersi occupato della questione e ha detto che la mozione deve essere modificata nel senso di boicottare i prodotti provenienti dalle colonie. Ndt]
dalla Redazione 16 settembre 2015
Il Comune di Reykjavik non acquisterà più merci prodotte in Israele. Il Consiglio comunale ha votato ieri [martedì 15 sett. Ndt] [una mozione] che [impegna] il Comune a non acquistare nessun prodotto israeliano fintanto che continua l'occupazione dei territori palestinesi.
Una decisione simbolica
La mozione è stata proposta da Björk Vilhelmsdóttir, consigliera dell'Alleanza Socialdemocratica. Björk si sta ritirando dalla politica e questa mozione è stata la sua ultima e più importante iniziativa nel Consiglio comunale. Secondo la delibera, il Comune di Reykjavik boicotterà i prodotti israeliani “ fintanto che continua l'occupazione dei territori palestinesi”.
Nella spiegazione della delibera si dice che il boicottaggio è un atto simbolico. [1] Il Comune di Reykjavik appoggia il diritto all'indipendenza dei palestinesi, mentre condanna “ la politica israeliana di apartheid” nei territori occupati palestinesi.
Il Comune potrebbe boicottare altri Paesi accusati di violazione dei diritti umani
Sóley Tómasdóttir dell'Alleanza della Sinistra Verde, che fa parte della coalizione che governa il Comune di Reykjavik insieme ai Socialdemocratici, a “ Bright Future” (Futuro luminoso) e al Partito dei Pirati, ha detto all' Icelandic National Broadcasting Service che il boicottaggio serve come pressione sulle autorità israeliane per porre fine all'occupazione dei territori palestinesi. Lei ha anche sostenuto che il Comune potrebbe boicottare prodotti di altri Paesi che violano i diritti umani.
Nessuna differenza con il rifiutarsi di commerciare con persone con i capelli rossi?
La decisione ha creato delle polemiche. Un avvocato della città, Einar Gautur Steingrímsson afferma che viola la costituzione islandese. Non è compito del Comune intraprendere attività di politica estera, ha riferito al sito delle notizie locali. “Questa [decisione] è illegale quanto rifiutare di commerciare con persone dai capelli rossi e non c'è alcuna differenza anche se giustificano la loro iniziativa con riferimenti a qualche presunta azione degli israeliani”.
Fonte: Iceland Magazine
Traduzione di BDS Italia
[1] [Infatti il Comune non ha il potere di vietare l'acquisto dei prodotti israeliani, ma d'ora in poi non comprerà prodotti israeliani per il Comune stesso. Ndt]