Il 23 maggio, attivist* di BDS Roma, hanno fatto un'incursione al Forum della Pubblica amministrazione (ForumPA) dove interveniva il Vice Presidente di HP Enterprise Claudio Bassoli. L’azione era a sostegno dello sciopero della fame che oltre 1000 prigionieri politici palestinesi nelle carcere israeliane stanno conducendo dal 17 aprile.
HP è oggetto di una campagna internazionale di boicottaggio per il suo ruolo nel fornire la tecnologia dell'oppressione israeliana, anche nelle prigioni dove i prigionieri politici palestinesi sono rinchiusi illegalmente, spesso sottoposti a tortura, senza processo e senza capi d'accusa.
I prigionieri politici palestinesi chiedono il rispetto dei loro diritti, come la fine dell’isolamento, cure mediche e visite famigliari, e la fine dei trattamenti disumani e degradanti cui sono sottoposti. Lo sciopero della fame ha forte sostegno in Palestina, con scioperi generali e appelli al boicottaggio dei prodotti israeliani. Dopo quasi 40 giorni di sciopero della fame, le condizioni di salute sono sempre più gravi e la loro vita è a rischio.
A seguito dell’azione, che invitava HPE a cessare una collaborazione con Israele che viola i diritti dei palestinesi, in caso contrario il boicottaggio nei suoi confronti sarebbe continuato, Bassoli ha affermato “Comunque, HPE non eroga quei servizi”. Nonostante ripetute richieste di confermare quanto affermato, Bassoli ha taciuto. Inoltre, non ha mantenuto l’impegno ad incontrare gli attivist* dopo l’incontro, ma ha detto solo, “Ho detto quello che ho detto”.
Tra il pubblico, tanta solidarietà. “Bravi, avete fatto bene”. “Avete portato un po’ di verità qua dentro”. “Avete ragioni da vendere”.
Se, come ha detto Bassoli, HPE non è coinvolta in quelle attività, converebbe all’impresa fare una dichiarazione pubblica.
La campagna di boicottaggio contro HP andrà avanti fino a quando il gigante dell'informatica statunitense non cesserà ogni attività a sostegno dell'oppressione e dell’apartheid di Israele.
BDS Roma