Il movimento BDS non tollera alcun atto o discorso che adotti o promuova, tra l'altro, il razzismo verso i neri, il razzismo verso gli arabi, l'islamofobia, l'antisemitismo, il sessismo, la xenofobia o l'omofobia.

Risposte di Omar Barghouti, a nome del Comitato nazionale palestinese del BDS (BNC), alle domande del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo, il dott. Ahmed Shaheed

15 luglio 2019

  1. Potrebbe spiegare gli obiettivi principali e le attività del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni? Come vengono portate avanti queste attività?

OB: Gli obiettivi del movimento BDS, come affermato nell'appello del BDS emanato dalla società civile palestinese nel 2005, sono: la cessazione dell'occupazione israeliana del 1967, la piena uguaglianza per i cittadini palestinesi di Israele, il rispetto e il riconoscimento del diritto dei profughi palestinesi al ritorno, in conformità con la risoluzione 194 dell'UNGA [Assemblea Generale delle Nazioni Unite, N.d.T.]. Tali obiettivi sono saldamente fondati sul diritto internazionale.

L'appello del BDS è stato pubblicato nel primo anniversario del parere consultivo della Corte Internazionale di giustizia che condannava la costruzione del muro israeliano nel territorio palestinese occupato in quanto illegale e chiedeva ai paesi terzi di non approvarne le conseguenze e di impegnarsi perché venisse smantellato.

La maggioranza assoluta della società civile palestinese sostiene il movimento BDS e riconosce i tre obiettivi dell'appello del BDS come le condizioni minime richieste dal popolo palestinese per esercitare il nostro diritto inalienabile all'autodeterminazione.

Ispirato al movimento anti-apartheid sudafricano e al movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, il BDS chiede misure non violente per garantire il rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale. Queste includono boicottaggi e iniziative di disinvestimento contro compagnie e istituzioni israeliane o internazionali che favoriscano le violazioni israeliane dei diritti umani palestinesi. Esse includono anche sanzioni mirate e legittime da parte di enti statali, interstatali o internazionali che siano finalizzate alla cessazione delle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele.

  1. Sulla base della dichiarazione che afferma che "il razzismo e la discriminazione razziale sono l'antitesi della libertà, della giustizia e dell'uguaglianza", quali sono le misure di sicurezza per garantire che le attività del movimento siano compatibili con le norme internazionali sui diritti umani e non costituiscano alcuna forma di istigazione all'odio o alla violenza?

OB: fondato sulla Dichiarazione universale dei diritti umani, il movimento nonviolento BDS per i diritti dei palestinesi considera il suo insieme di principi antirazzisti come uno dei suoi pilastri fondamentali. Come afferma quel documento di riferimento: "il movimento BDS non tollera alcuna azione o discorso che adotti o promuova, tra l'altro, il razzismo verso i neri, il razzismo verso gli arabi, l'islamofobia, l'antisemitismo, il sessismo, la xenofobia o l'omofobia".

Di conseguenza, il movimento BDS non prende di mira nessuno a causa della sua identità ebraica o israeliana. Il movimento BDS, piuttosto, prende di mira le istituzioni e le imprese per un loro coinvolgimento nelle flagranti violazioni dei diritti dei palestinesi e del diritto internazionale da parte di Israele. Noi non operiamo insieme a coloro che incitano all'odio, al fanatismo o alla violenza razziale.

Questo impegno etico si basa sulla nostra profonda convinzione che la giustizia e i diritti umani siano indivisibili e che tutto l'odio, le trasgressioni e il fanatismo contro i gruppi umani che si fondino su identità razziale, di genere, sessuale, religiosa o di altro tipo debbano essere respinti e combattuti da tutti i sostenitori dei diritti umani, indipendentemente dall'identità dei colpevoli o delle vittime.

Il movimento BDS arricchisce costantemente la consapevolezza delle radici antirazziste dei suoi principi nel corso delle sue campagne, nonché in occasione delle sue comunicazioni interne ed esterne e delle sue dichiarazioni sui media. Collabora inoltre con movimenti progressisti, sindacati, gruppi di fede, organizzazioni studentesche, associazioni accademiche, collettivi di artisti, gruppi femministi e LGBTQI, ecc. che condividono i suoi valori e i principi antirazzisti.

  1. Molti gruppi ebraici temono che il BDS vada oltre le critiche verso le politiche israeliane e promuova la demonizzazione e la delegittimazione di Israele. In particolare, sostengono che il BDS cerca di eliminare l'esistenza stessa di Israele perché la campagna non sostiene una soluzione a due stati. Come risponderebbe a queste preoccupazioni?

OB: Questa domanda si basa sul presupposto che coloro che si oppongono alla "soluzione dei due stati" (come definita dalle Nazioni Unite, presumo) stiano in effetti cercando di "eliminare l'esistenza stessa di Israele". Chiunque segua le dichiarazioni ufficiali del governo israeliano di estrema destra, incluso il primo ministro Benjamin Netanyahu e i ministri del governo, il comitato centrale del partito al potere, il Likud, e i leader della maggioranza nella Knesset non possono non riconoscere che Israele ha escluso la soluzione dei due stati. Sta adottando sempre più una visione di "grande Israele", cioè una "soluzione" di stato unico fondato sull'apartheid.

Durante l'ultima campagna per le elezioni parlamentari in Israele, Netanyahu ha promesso di iniziare l'annessione della Cisgiordania e ha ripetutamente istigato contro i cittadini palestinesi di Israele, dichiarando: "Israele non è uno stato di tutti i suoi cittadini. ... Israele è unicamente lo stato nazionale del popolo ebraico.” Il suo attuale governo è ancora più estremo e intransigente del precedente, che è stato il più razzista nella storia di Israele. Netanyahu, con il pieno supporto dell'amministrazione Trump, ha chiaramente dichiarato la fine del paradigma dei due stati che è stato la pietra angolare del processo di pace di Oslo, sponsorizzato dagli Stati Uniti per quasi tre decenni, affermando: “Tutti gli insediamenti, senza eccezione, quelli che sono raggruppati e quelli che non lo sono, devono rimanere sotto la sovranità israeliana".

Neppure il più grande partito di opposizione in Israele, Blu e Bianco, è favorevole ad uno stato palestinese o, in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite, alla soluzione dei due stati. Ciò significa che la maggioranza assoluta nella Knesset oggi si oppone alla soluzione dei due stati.

Alla luce di quanto sopra, concluderebbe, con la stessa premessa, che il governo e il parlamento israeliani “stiano cercando di eliminare l'esistenza stessa di Israele?” In realtà, questo è, più o meno, ciò di cui alcuni dei principali generali israeliani stanno accusando il governo di estrema destra israeliano.

Indipendentemente da ciò, e come chiaramente affermato sul sito web del movimento, "Il movimento BDS non sostiene una particolare soluzione al conflitto e non richiede né una "soluzione di stato unico" né una "soluzione dei due stati". Invece, il BDS si concentra sul raggiungimento dei diritti fondamentali e sull'attuazione delle leggi internazionali". Le Nazioni Unite hanno definito questi diritti come "diritti inalienabili del popolo palestinese", sottolineando che "il pieno rispetto e il raggiungimento di" questi diritti "sono indispensabili per la soluzione della questione palestinese.” In quanto tale, il movimento BDS promuove la responsabilità verso gli obblighi internazionali che devono essere rispettati in qualsiasi soluzione politica che favorisca una pace giusta e duratura.

Chiedere la libertà, la giustizia e l'uguaglianza per il popolo palestinese, come fa il movimento BDS, non può essere ragionevolmente o logicamente inteso come un "eliminare" nient'altro se non la sottomissione, l'ingiustizia e la disuguaglianza.

Solo presumendo che l'esistenza stessa di Israele sia fondata sul mantenimento dell'attuale regime di oppressione coloniale, di occupazione militare e di apartheid si può accettare l'affermazione, altrimenti illogica, contenuta nella domanda. Dopotutto, la fine dell'apartheid non ha "eliminato l’effettiva esistenza del Sudafrica", né la fine del regime Jim Crow negli Stati Uniti [le leggi Jim Crow sono le leggi che dal 1876, per quasi un secolo, hanno determinato la persistenza legale della discriminazione razziale negli Stati Uniti, N.d.T.] ha posto fine alla loro stessa esistenza. In entrambi i casi, porre fine all'oppressione ha permesso più libertà, più giustizia e più uguaglianza, ed è esattamente ciò che il BDS persegue.

  1. Dalla dichiarazione (nel punto 2) in alto, si afferma "Rifiutiamo il sionismo, in quanto costituisce il pilastro ideologico, razzista e discriminatorio del regime di occupazione israeliano, degli insediamenti coloniali e dell'apartheid, che ha privato il popolo palestinese, dal 1948, dei suoi fondamentali diritti umani.” Può spiegare cosa intende per sionismo, cosa ne deduce e se lo equiparerebbe al razzismo e, in caso affermativo, in che modo ciò sarebbe differente dall'essere antisemita?

OB: L'anno scorso, oltre 40 gruppi ebraici internazionali, tra cui l'influente Jewish Voice for Peace negli Stati Uniti, hanno condannato l’equiparazione tra "le legittime critiche a Israele e la difesa dei diritti dei palestinesi e l'antisemitismo, utilizzato come strumento per condannare le prime". La loro dichiarazione affermava: "Questa equiparazione minaccia sia la lotta palestinese per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza sia la lotta globale contro l'antisemitismo. Serve anche a proteggere Israele dall'essere ritenuto responsabile sulla base degli standard universali dei diritti umani e del diritto internazionale".

Fino a quando è iniziato l'Olocausto nazista contro gli ebrei alla fine degli anni '30, la maggioranza assoluta delle comunità ebraiche nel mondo respingeva il sionismo politico. Come spiega il famoso filosofo Joseph Levine sul New York Times:

"Il XVIII e il XIX secolo furono il periodo della “emancipazione” ebraica in Europa occidentale, quando i muri del ghetto furono abbattuti e gli ebrei ottennero il pieno diritto alla cittadinanza negli stati in cui risiedevano. Le forze antisemite di quei tempi, quelle che si opponevano all'emancipazione, non erano associate alla negazione della consapevolezza di essere un popolo, ma alla sua enfatizzazione! Il concetto era che, poiché gli ebrei costituivano una nazione a sé stante, non potevano essere cittadini leali di alcuno stato europeo. I liberali che si opponevano fortemente all'antisemitismo insistevano sul fatto che gli ebrei potevano sia praticare la loro religione e difendere le loro tradizioni culturali che mantenere la piena cittadinanza nei vari stati-nazione in cui risiedevano."

Nel 1975, con una larga maggioranza l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che esponeva i legami tra il sionismo e l'apartheid in Sudafrica e condannava il primo come una forma di razzismo. Questa condanna è stata ritirata solo nel 1991 a causa della forte pressione degli USA e di Israele nel contesto del "processo di pace" di Madrid.

Di recente, Jewish Voice for Peace (JVP), la più grande organizzazione ebraica progressista al mondo, ha rilasciato una storica dichiarazione di condanna del sionismo che afferma che:

“Mentre nella storia ha avuto molti significati, il sionismo che attualmente ha preso piede e si è affermato è un movimento colonialista, che sostiene uno stato di apartheid in cui gli ebrei hanno più diritti di altri. La nostra storia ci insegna quanto ciò possa essere pericoloso. L'espropriazione e l'occupazione della Palestina sono il frutto di un progetto. Il sionismo ha significato un profondo trauma per generazioni, allontanando sistematicamente i palestinesi dalle loro case, dalla loro terra e l'uno dall'altro. Il sionismo, in pratica, ha avuto come conseguenze i massacri dei palestinesi, la distruzione di antichi villaggi e oliveti, la separazione mediante posti di blocco e muri di famiglie che vivono a un solo un miglio di distanza l'una dall'altra e la presenza di nipoti a cui rimangono le chiavi delle abitazioni dalle quali i nonni sono stati forzatamente esiliati".

Riflettendo sul danno che il sionismo ha causato alle comunità ebraiche, la dichiarazione di JVP afferma:

“Nel condividere le nostre storie gli uni con gli altri, vediamo i modi in cui il sionismo ha danneggiato anche gli ebrei. Molti di noi hanno imparato dal sionismo a trattare i nostri vicini con sospetto, a dimenticare il modo in cui gli ebrei costruivano case e comunità ovunque ci trovassimo. Gli ebrei hanno avuto lunghe storie e permanenze nel mondo arabo e nel Nord Africa, vivendo e condividendo comunità, lingua e costumi con musulmani e cristiani per migliaia di anni. Creando una gerarchia razzista con gli ebrei europei al vertice, il sionismo ha cancellato quelle storie e ha distrutto quelle comunità e quelle relazioni”.

Palestinesi, arabi e molti progressisti considerano il sionismo come un'ideologia politica razzista che ha formato le impalcature ideologiche della spoliazione colonialista del popolo palestinese e dell'attuale Nakba da parte di Israele. Questo si basa sui seguenti fatti:

a. L'ideologia razzista del nazionalismo e colonialismo sciovinista europeo della fine del XIX secolo è stata adottata dalla corrente dominante del movimento sionista (Organizzazione mondiale sionista, Agenzia ebraica, Fondo nazionale ebraico, a.o.) al fine di giustificare e reclutare il sostegno politico per il suo progetto coloniale di un stato ebraico esclusivo in Palestina (cioè nell'area dell'attuale Israele e dei Territori Palestinesi Occupati) a spese degli arabi palestinesi autoctoni.

b. Il sionismo politico secolare ha trasferito antiche nozioni religioso-spirituali degli ebrei come "popolo eletto" e "Eretz Israel" in un programma razzista coloniale, che si basa sulla dottrina secondo cui gli ebrei costituivano una nazione separata in termini politici con superiori diritti rispetto alla Palestina, chiamata a "riscattare” la Palestina, che venne dichiarata “una terra senza popolo”.

c. La realizzazione di questo progetto coloniale è stata portata avanti con il sostegno delle potenze imperialistiche occidentali (in particolare Gran Bretagna e Stati Uniti), e successivamente delle Nazioni Unite, attraverso una politica e una pratica di colonizzazione e trasferimento della popolazione. Le caratteristiche principali di questo progetto erano il massiccio insediamento di immigrati ebrei in Palestina, in particolare al culmine del genocidio nazista contro gli ebrei europei, e il trasferimento forzato della maggioranza della popolazione autoctona arabo-palestinese.

d. Il progetto sionista di pulizia etnica pianificata iniziò molto prima dello scoppio del conflitto armato del 1948, ma fu realizzato principalmente durante e attraverso quel conflitto armato. Tra 750.000 e 900.000 palestinesi autoctoni furono allontanati con la forza e circa 500 comunità palestinesi furono spopolate dalle milizie sioniste e, come il 15 maggio 1948, dall'esercito dello Stato di Israele, al fine di fare spazio al nuovo Stato ebraico elitario sul 78% del territorio della Palestina pre-conflitto.

e. Il sionismo continua a svolgere un ruolo profondo nell'attuale Nakba palestinese poiché è stato convertito nelle leggi e nelle politiche dello Stato di Israele, che costituiscono l'attuale regime di occupazione militare, di insediamenti coloniali e di apartheid. Dal 1948, i legislatori e i governi israeliani, in collaborazione con le organizzazioni sioniste mondiali e le loro filiali, hanno costituito e sviluppato un regime di discriminazione razziale istituzionalizzata e una supremazia ebraica che, sistematicamente, espropria, privatizza e mantiene in una condizione subordinata il popolo palestinese autoctono. Per mezzo di questo regime, lo Stato di Israele continua ad affermare il controllo sulla massima estensione di terra palestinese con un minimo numero di palestinesi attraverso la colonizzazione, la negazione del diritto al ritorno dei rifugiati e il trasferimento persistente, graduale e forzato della popolazione.

f. Come ha scritto di recente su Haaretz il Prof. Daniel Blatman, storico dell'epoca dell'Olocausto all'Università Ebraica di Gerusalemme e storico principale del Museo del Ghetto di Varsavia:

“Il movimento nazista, come sappiamo, ha flirtato per un po' con il sionismo negli anni '20 e '30. Alfred Rosenberg, uno dei principali ideologi nazisti, scrisse all'epoca sulla natura del movimento sionista e su quale dovesse essere l'atteggiamento corretto del movimento nazionalista tedesco nei suoi confronti. Nel suo libro del 1920 "Die Spur" ("Il percorso degli ebrei attraverso i secoli"), Rosenberg suggeriva di incoraggiare e sostenere il movimento sionista tedesco onde promuovere l'esodo degli ebrei tedeschi verso la Palestina. Egli rimarcò che i sionisti erano, nel breve termine, un gruppo con il quale la Germania nazionalsocialista poteva cooperare, poiché entrambi erano interessati a fermare l'assimilazione e l'integrazione ebraica e a promuoverne l'emigrazione."

“Rosenberg ha anche pianificato l’utilizzo delle rivendicazioni ebraiche come giustificazione legale - e come prova che gli ebrei ne sostenessero l'idea -  per negare i diritti civili agli ebrei tedeschi. L'asserzione sionista sull'esistenza di una comunità ebraica separata, con i suoi interessi culturali e nazionali unici, che non erano identici a quelli di altri tedeschi, era anche in linea con la politica nazista la cui attuazione iniziò dopo il 1933."

  1. Quali sono i suoi commenti riguardo alle critiche da parte di stati e/o di altre parti interessate secondo cui il movimento BDS sarebbe antisemita o sul fatto che il movimento avrebbe portato all'aumento dell'antisemitismo in diversi paesi nel mondo?

OB: Israele, i suoi gruppi di pressione e altri anti-palestinesi lanciano disperatamente questa accusa priva di fondamento senza alcuna prova, proprio perché il BDS si è, sin dall'inizio, strenuamente opposto al razzismo e all'odio anti-ebraico e ha ottenuto un significativo sostegno ebraico in tutto il mondo. Il BDS è oggi supportato da un numero crescente di millennial ebrei, che non riescono a conciliare i loro valori liberali con ciò che il sionismo e Israele rappresentano oggi. Il sostegno al BDS sta crescendo anche tra eminenti accademici, scrittori, cineasti, filosofi e difensori dei diritti umani.

Affermare che il boicottaggio di Israele è intrinsecamente antisemita non è solo propaganda infondata. Equipara assurdamente Israele con "tutti gli ebrei". Questo è una asserzione tanto estremista quanto affermare che boicottare uno stato che si auto-definisce islamico come l'Arabia Saudita per via della sua discriminazione legalizzata contro le donne o dei suoi crimini di guerra nello Yemen, per esempio, sia necessariamente un atteggiamento islamofobo.

Israele e i suoi gruppi di pressione, in risposta, hanno promosso in modo aggressivo una nuova definizione revisionista di antisemitismo che mira a "proteggere Israele dall'essere ritenuto responsabile rispetto agli standard universali dei diritti umani e del diritto internazionale".

Nel maggio 2019, più di 240 studiosi ebrei e israeliani, molti dei quali illustri accademici specializzati in antisemitismo, storia ebraica e storia dell'Olocausto, hanno rilasciato una dichiarazione che condanna una risoluzione del Bundestag tedesco, la quale diffama il movimento BDS a favore dei diritti dei palestinesi definendolo antisemita. Fondamentalmente, la loro dichiarazione accusa la risoluzione tedesca del fatto che non venga fatto nulla per "far progredire l'improcrastinabile lotta contro l'antisemitismo". La dichiarazione afferma:

“[Noi] tutti respingiamo l'accusa ingannevole secondo cui il BDS in quanto tale sarebbe antisemita e sosteniamo che i boicottaggi sono uno strumento di resistenza legittimo e non violento. Noi, tra i principali ricercatori sull'antisemitismo di cui si parla, affermiamo che le persone dovrebbero essere considerate antisemite in base al contenuto e al contesto delle parole e delle azioni - indipendentemente dal fatto che provengano o meno dai sostenitori del BDS. Purtroppo, la mozione adottata ignora l'esplicita opposizione del movimento BDS a "tutte le forme di razzismo, incluso l'antisemitismo.

Il movimento BDS cerca di influenzare le politiche del governo di uno stato responsabile dell'attuale occupazione e oppressione del popolo palestinese. Tali politiche non possono essere immuni alle critiche. In questo contesto, va anche notato che molti individui e gruppi ebrei e israeliani sostengono esplicitamente il BDS o difendono il diritto di sostenerlo. Consideriamo che sia inappropriato e offensivo che le istituzioni governative e parlamentari tedesche li etichettino come antisemiti."

Prendendo la Germania come oggetto di studio, solo un giorno prima della sopramenzionata risoluzione del Bundestag, il governo ha pubblicato uno studio sottolineando che il 90% degli attacchi antisemiti - e altri attacchi razzisti o xenofobi - in Germania provengono dall'estrema destra. Quel 90% proviene dal pool elettorale di Alternative für Deutschland (AfD) che ha proposto una risoluzione ancora più antidemocratica, che mette completamente al bando il movimento BDS.

Condanniamo fermamente e coerentemente l'antisemitismo tanto quanto qualsiasi altra forma di razzismo e chiediamo agli organi decisionali di denunciare la colpevolezza di quelli che sono responsabili di atti di razzismo invece di proteggerli prendendo di mira il movimento anti-razzista BDS.

Infine, la facile pretesa di Israele di combattere l'antisemitismo è in effetti pregiudicata dal suo brusco spostamento verso il campo dell' estrema destra e dalle sue alleanze con forze xenofobe e palesemente antisemite negli Stati Uniti, in Europa, in Brasile e altrove.

  1. La campagna offre linee guida su come si possono discutere gli obiettivi del movimento BDS evitando la promozione di narrative e argomenti antisemiti? Se lei scoprisse che alcune delle attività del suo movimento, al di là della Palestina, fossero effettivamente antisemite o incitassero all'odio o alla violenza, quali sarebbero, o potrebbero essere, le azioni intraprese dal BNC per fermare tali comportamenti. C'è qualche esempio in cui condannate o sanzionate un simile atteggiamento all'interno del movimento?

OB: Il Comitato nazionale palestinese del BDS (BNC), la più grande coalizione nella società civile palestinese, che guida e sostiene il movimento globale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti dei palestinesi, rifiuta categoricamente qualsiasi espressione di razzismo, incluso l'antisemitismo. Sul suo sito Web, mostra in modo evidente le linee guida per i gruppi che usano l'acronimo BDS o dichiarano di far parte del movimento. Queste linee guida affermano che i partner del BDS dovrebbero "attenersi all'impegno del movimento BDS nei confronti della nonviolenza e dei suoi principi etici e antirazzisti".

Le linee guida stabiliscono inoltre che:

"Qualsiasi gruppo che diffonda o tolleri forme di espressione o attività che siano in conflitto con i principi di antirazzismo e non violenza del movimento o pregiudichi i diritti dei palestinesi dichiarati nell'appello del BDS non può far parte del movimento BDS, sarà considerato al di fuori del BDS e verrà invitato, dal BNC, a non utilizzare più l'acronimo BDS o rivendicare alcuna affiliazione al movimento."

"Qualsiasi formazione affiliata a un gruppo o ad un'organizzazione nota per accettare opinioni in conflitto con le linee guida etiche o con i principi di anti-razzismo del movimento BDS non può far parte del movimento BDS e le verrà richiesto di rimuovere l'acronimo BDS dal suo nome e logo."

“Se un gruppo pregiudica uno qualsiasi dei principi etici e antirazzisti del movimento BDS, il BNC chiederà privatamente al gruppo di abbandonare l'acronimo BDS e di cessare dal presentarsi come parte del movimento BDS. Se il gruppo non soddisfa la richiesta del BNC entro un termine specificato, il BNC censurerà pubblicamente il gruppo e allontanerà il movimento BDS da esso."

Negli ultimi 14 anni dalla nascita del BDS, tali infrazioni sono state estremamente rare. Indipendentemente da ciò, ogniqualvolta rilevato, il BNC ha agito rapidamente e risolutamente per condannare e sanzionare gruppi e individui che affermano di sostenere il BDS mentre esprimono opinioni razziste, anche contro gli ebrei per il fatto di essere ebrei. Un esempio recente ha riguardato un gruppo in Marocco che si è proclamato "BDS Casablanca". Quando il BNC ha scoperto dai nostri partner in Marocco che questo gruppo ha pubblicato o ripubblicato contenuti antisemiti sulla sua pagina Facebook, li abbiamo immediatamente contattati per organizzare una video-conferenza con loro e gli abbiamo chiesto di: a. rimuovere immediatamente tutto il contenuto antisemita e b. pubblicare la dichiarazione di principi antirazzista della BNC ed educare i loro sostenitori a riguardo. Abbiamo dato loro un ultimatum da rispettare. Dopo il loro mancato rispetto entro il termine stabilito, abbiamo rilasciato una dichiarazione pubblica sul nostro account Facebook (in arabo) che condannava le loro espressioni di razzismo e affermava chiaramente che "non fanno parte del movimento BDS". Ciò ha contribuito a screditarli tra i loro sostenitori.

  1. Abbiamo ricevuto alcuni campioni di cartoni animati pubblicati dalla ONG palestinese BADIL che presumibilmente gestisce campagne internazionali per il BDS. Uno dei campioni era un cartone animato del 2010 che includeva un uomo ebreo, vestito con abiti tradizionali chassidici, con naso adunco e payot [lunghi boccoli laterali di capelli tipici della tradizione ebraica, N.d.T.]. Si trova sopra una scatola ornata da stelle ebraiche mentre pesta a morte un bambino, con in mano delle chiavi etichettate con "US" e "UK" e un forcone stilizzato con la foggia di una menorah [tradizionale candelabro a sette braccia, N.d.T.] da cui cola del sangue, mentre il suolo e disseminato di teschi. La prego di osservare l'immagine allegata. Qual è il suo punto di vista?

OB: Il BNC condanna inequivocabilmente questo fumetto come antisemita e come travisamento razzista della realtà del regime israeliano di oppressione verso il popolo palestinese. A nostro avviso, questo e qualsiasi altro materiale antisemita non avrebbero mai dovuto essere pubblicati. Questa opinione è condivisa anche da BADIL, che già nel 2010 ha immediatamente rimosso il cartone animato dal suo sito Web, pubblicato le scuse e adottato una politica che impedisce la ripetizione di tali errori (vedi punto 4, norme e regolamenti, Premio al Awda). Per quanto ne sappiamo, questo terribile errore da allora non si è più ripetuto.

Il fumetto era stato selezionato per la pubblicazione nel contesto di una competizione pubblica non da parte di BADIL ma da una giuria indipendente che era chiaramente fuorviata e irresponsabile.

Al contrario, il governo israeliano ha recentemente prodotto un video promozionale per l'Eurovision a Tel Aviv che contiene un chiaro contenuto antisemita (in quanto descrive gli ebrei come "avidi") e non ha ancora rimosso quel video né si è scusato per questo.

L'anno scorso, Yair Netanyahu, figlio del Primo Ministro israeliano e giovane leader emergente della destra, ha pubblicato un cartone animato indiscutibilmente antisemita che attacca il filantropo ebreo-americano George Soros. Netanyahu non ha ancora formulato scuse o ritrattazioni. Al contrario, secondo una rivista svizzera, gli stretti consiglieri del primo ministro Netanyahu hanno ammesso di aver ordito la teoria antisemita della cospirazione contro Soros che il presidente xenofobo ungherese Orban ha successivamente adottato.

  1. Potrebbe fornire maggiori informazioni sui casi che ha portato ai tribunali europei per contestare le false e diffamatorie accuse di antisemitismo contro il movimento BDS? C'è stata una decisione e potrebbe illustrare il giudizio del tribunale, per favore?

OB: Esiste un ampio consenso tra la comunità di esperti legali, civili e dei diritti umani negli Stati Uniti e in Europa sul fatto che le false e diffamatorie accuse di antisemitismo e le relative misure restrittive e punitive contro il movimento BDS violino i diritti costituzionalmente protetti, in particolare il diritto fondamentale alla libertà di espressione.

Negli Stati Uniti, i giuristi di Palestine Legal, l'American Civil Liberties Union (ACLU), il Centro per i diritti costituzionali, la National Lawyers Guild e altri hanno, su tale base, difeso il diritto al boicottaggio attraverso la difesa e il contenzioso para-legale in tribunale. Le informazioni sulla prima sentenza di un tribunale americano che afferma che i boicottaggi per i diritti dei palestinesi sono protetti dal Primo Emendamento sono disponibili qui. Esempi di altri casi contestati da giuristi negli Stati Uniti sono disponibili qui.

In Europa, oltre 200 studiosi e giuristi hanno invitato i governi a rispettare il movimento BDS come movimento legittimo a favore dei diritti dei palestinesi. Nel 2016, Federica Mogherini ha scritto a nome della Commissione europea: "L'UE è ferma nel proteggere la libertà di espressione e la libertà di associazione in linea con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, applicabile sul territorio degli Stati membri dell'UE, anche per quanto riguarda le azioni del BDS realizzate nello stesso territorio".

I governi di Paesi Bassi, Svezia e Irlanda, i parlamenti di Spagna e Svizzera, l'Internazionale socialista e le principali organizzazioni per i diritti umani tra cui la Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH) e Amnesty International hanno tutti sostenuto il diritto di affidarsi al BDS per la difesa  dei diritti previsti dalle Nazioni Unite in favore del popolo palestinese.

Dall'inizio del 2019, il Centro europeo di supporto giuridico (ELSC) - un'iniziativa del Forum sui diritti nei Paesi Bassi, la società civile palestinese e studiosi di diritto europei - hanno assistito nei paesi europei i legali nella difesa di individui e organizzazioni che affrontavano accuse false e diffamatorie di antisemitismo e repressione a causa del loro sostegno ai diritti dei palestinesi e in particolare delle misure del BDS per soddisfare tali diritti.

In Germania, dove la repressione della solidarietà con il popolo palestinese è particolarmente grave, le controversie sulla collaborazione con giuristi locali hanno finora portato a una decisione del Tribunale amministrativo superiore della Bassa Sassonia. Nella sua sentenza, la Corte ha spiegato che: 1) Poiché l'accusa di antisemitismo rappresenta un'accusa molto grave, l'onere della prova spetta alla parte che fa l’accusa; 2) l'esame della Corte non ha prodotto alcuna prova che il richiedente o la Campagna BDS avessero violato i principi dell'ordine liberaldemocratico. Di conseguenza, la Corte ha incaricato la città di Oldenburg di fornire i locali richiesti e il BDS di Oldenburg è stato in grado di organizzare negli spazi pubblici gli eventi riguardanti la Settimana israeliana dell'apartheid (IAW). Il Comune è stato anche costretto a coprire le spese legali del ricorrente per entrambi i procedimenti. Una copia della decisione della Corte (in tedesco) è qui. Maggiori informazioni sull'ELSC e su questa decisione del Tribunale amministrativo superiore della Bassa Sassonia sono disponibili qui. Si possono anche contattare direttamente i giuristi dell'ELSC scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia