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“Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore".
Desmond Tutu

Al Ravenna Festival

All'att.ne della Direzione artistica:
Cristina Mazzavillani Muti, Franco Masotti, Angelo Nicastro, Antonio De Rosa

cc: Responsabile Amministrazione e segreteria: Lilia Lorenzi
cc: Fondazione Ravenna Manifestazioni

Oggetto: Performance di Batsheva Dance Company al Ravenna Festival 2016

Spett.le Direzione Artistica del Ravenna Festival,

desideriamo innanzitutto congratularci ed esprimere il nostro più vivo apprezzamento per la scelta di dedicare l'edizione 2016 del Festival a Nelson Mandela, esempio luminosissimo di umanità ed abnegazione in difesa dei diritti umani. Vorremmo però ricordare che Mandela, oltreché leader della lotta contro l'apartheid in Sudafrica, non a caso fu anche strenuo sostenitore dei diritti dei Palestinesi: ricordiamo la sua dichiarazione ''la nostra libertà non sarà completa senza la libertà dei Palestinesi''.

Proprio per questo motivo il nostro plauso si tramuta in disappunto misto ad amarezza nell'apprendere che il programma del Festival prevede il 6 luglio una performance dell'israeliana Batsheva Dance Company.

Questa compagnia di danza si esibisce con il patrocinio dell'Ufficio Culturale dell’Ambasciata israeliana ed è finanziata dai Ministeri israeliani della Cultura e degli Affari Esteri. Batsheva è quindi legata direttamente al governo israeliano che continua a violare i diritti umani e la legalità internazionale, imponendo a milioni di palestinesi un regime di occupazione militare e di apartheid e macchiandosi di delitti contro l’umanità con l’uccisione e il ferimento indiscriminati di migliaia di civili, come nei ripetuti attacchi alla Striscia di  Gaza sotto assedio. [1]

Batsheva è una figura centrale della campagna di marketing denominata Brand Israel, lanciata nel 2009 con la consulenza di esperti di pubbliche relazioni statunitensi. Brand Israel ha lo scopo esplicito di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale dalle continue violazioni dei diritti umani da parte del Governo Israeliano. [2] Il governo israeliano finanzia eventi culturali all’estero e sostiene le tournée di artisti che si prestano ad essere un suo strumento di propaganda, nel tentativo di migliorare l’immagine del paese di fronte all’opinione pubblica internazionale. Arye Mekel del Ministero degli affari esteri israeliano nel 2009 ha chiarito gli obiettivi di Brand Israel: “Manderemo ovunque i più noti scrittori e romanzieri, compagnie teatrali, mostre. In questo modo sarà mostrato il volto più grazioso di Israele, così che non siamo più pensati solo in un contesto di guerra”. [3] Già nel 2005 Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano affermava: "Consideriamo la cultura come uno strumento hasbara (di propaganda) di primo ordine e non facciamo differenza tra propaganda e cultura".[4]

La collaborazione della Batsheva Dance Company con organismi istituzionali israeliani e l’accettazione di finanziamenti sono oggettivamente un atto di complicità con le politiche di oppressione, discriminazione e occupazione militare che negano i diritti fondamentali alle donne e agli uomini palestinesi.

Nonostante il direttore artistico della Batsheva Dance Company Ohad Naharin abbia criticato gli abusi di Israele contro i palestinesi, le richieste di interrompere la collaborazione con Brand Israel, di rifiutare finanziamenti dal governo israeliano e di prendere una posizione netta contro le violazioni dei diritti dei palestinesi non sono state finora ascoltate. Batsheva continua nel suo ruolo di ambasciatrice culturale dell'apartheid israeliana.

Non potrebbe esserci quindi contrasto più stridente con l'intitolazione del Ravenna Festival a Nelson Mandela. Molti degli artisti sudafricani invitati ad esibirsi nell’ambito del Ravenna Festival hanno avuto un ruolo importante nella lotta contro l’apartheid in Sudafrica guidata da Nelson Mandela. Ci sembra francamente inaccettabile vedere il nome di Batsheva Dance Company, sponsorizzata da un governo razzista che impone un regime di occupazione e di apartheid a milioni di persone, a fianco dei nomi di chi ha combattuto contro razzismo e apartheid in Sudafrica e ha sostenuto i diritti dei palestinesi.

Gli eventi artistici e culturali come il Ravenna Festival sono importanti occasioni per presentare il meglio della musica, della danza e del teatro, ma non ci può essere spazio per un uso propagandistico della cultura. I legami diretti che Batsheva mantiene tuttora con il governo di Israele rendono impossibile descrivere la compagnia come 'apolitica'. Quando gli artisti si pongono al servizio dell'oppressione di un popolo, della pulizia etnica, dell'apartheid e si fanno complici di un'occupazione militare che si protrae da decenni in dispregio di innumerevoli risoluzioni dell'ONU, vanno boicottati.

Ispirate dall'esperienza contro l'apartheid in Sudafrica, oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese hanno lanciato il movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) verso Israele [5] come mezzo di lotta efficace e nonviolento per sostenere la resistenza del popolo palestinese che rivendica il diritto di vivere in libertà sulla propria terra. In questo ambito, la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI)[6] condanna fortemente questo uso strumentale e cinico della cultura e dell’arte e il finanziamento da parte del governo israeliano di eventi culturali a fini di propaganda e fa appello alla comunità internazionale invitandola al boicottaggio di tutti gli operatori culturali che mantengono rapporti istituzionali con il governo israeliano. Vorremmo precisare che la campagna di boicottaggio culturale verso Israele, sulla base delle linee guida stabilite dalla PACBI, non è contro gli artisti israeliani in quanto tali, ma è rivolta alle istituzioni israeliane e ai meccanismi attraverso cui gli artisti diventano strumenti della propaganda di regime.

L’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, che insieme a Mandela fu tra gli artefici della lotta contro il regime razzista in Sud Africa, rivolgendosi a chi si dichiarava neutrale rispetto al conflitto che contrapponeva la minoranza bianca alla maggioranza nera in quel paese, disse: “Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore”. Oggi Desmond Tutu, forte sostenitore della Campagna BDS, ribadisce gli stessi argomenti a proposito della situazione in Palestina.

Invitiamo gli organizzatori del Ravenna Festivala non essere neutrali e quindi complici, ma ad assumere pubblicamente la responsabilità politica e intellettuale che compete ad ogni soggetto operante nella sfera della cultura.

Pertanto chiediamo agli organizzatori del Ravenna Festival di ritirare l'invito alla Batsheva Dance Company e di rompere le relazioni con l’Ambasciata di Israele in Italia e le altre istituzioni israeliane non accettando finanziamenti diretti o indiretti.

Restiamo a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti e siamo disponibili ad incontrarvi al più presto per spiegare le ragioni della nostra richiesta.

Libertà, giustizia e uguaglianza per le/i Palestinesi.

Cordiali saluti,

BDS Italia

Note

[1] L’operazione “Margine Protettivo” nel 2014 ha provocato più di 2.100 morti e 11.100 feriti (oltre il 70% civili) tra la popolazione di Gaza. I profughi sono circa 520.000, le case completamente distrutte 17.200, quelle danneggiate gravemente 37.650. (http://en.wikipedia.org/wiki/2014_Israel%E2%80%93Gaza_conflict )

[2] Popper, Nathaniel. "Israel Aims To Improve Its Public Image". Forward.com. Retrieved 2014-03-22.

[3] http://www.nytimes.com/2009/03/19/world/middleeast/19israel.html?_r=0

[4] http://www.haaretz.com/misc/article-print-page/about-face-1.170267

[5] http://bdsitalia.org/

[6] http://pacbi.org/index.php