La campagna
Appello perché la società Pizzarotti si ritiri dalla costruzione illegale della ferrovia ad alta velocità Gerusalemme – Tel Aviv che attraversa i territori Palestinesi occupati
Il progetto per la realizzazione del treno ad alta velocità Gerusalemme – Tel Aviv, detto anche A1, è stato messo in cantiere fin dal 1995, ma ha subito interruzioni e cambiamenti in seguito alla opposizione della società israeliana a causa dei danni, che tale linea avrebbe comportato all’abitato e all’ambiente, tanto che varie società costruttrici si sono ritirate.
Per questo il tragitto è stato cambiato ed ora, nonostante l’allungamento che la tratta subirà, correrà attraverso le aree vicine alla linea dell’armistizio del 1949 (la “Linea Verde”) e nell’Enclave di Latrun, e passerà attraverso una vasta area situata all’interno dei territori palestinesi occupati nel 1967, dove vivono comunità palestinesi, tra cui molti rifugiati del ’48 e del ’67.
Un nuovo treno israeliano attraverso la aree della West Bank occupata
Un nuovo treno ad alta velocità è stato progettato per collegare Tel Aviv e Gerusalemme, i due principali centri metropolitani israeliani, con una frequenza di due/tre treni l’ora per un tragitto che durerà in tutto 28 minuti. Questa nuova linea ferroviaria, qualche volta citata come “Treno A1”, è uno dei maggiori progetti infrastrutturali che il governo israeliano abbia intrapreso nell’ultima decade. Il percorso del treno attraversa i confini ufficiali dello Stato israeliano penetrando nella Cisgiordania occupata e utilizzando terre palestinesi occupate, alcune delle quali proprietà privata, per un progetto di trasporto israeliano dedicato esclusivamente ad israeliani.
Il report identifica numerose compagnie internazionali coinvolte nel progetto, ed elenca alcuni dei principali progettisti, consulenti e appaltatori per ogni sezione della ferrovia. Tra gli appaltatori vi sono anche due compagnie governative: la Deutsche Bahn (Germania) e la Moscow Metrostoy (Russia), così come imprese europee private tra cui la Pizzarotti (Italia). Ad ottobre del 2010 la costruzione di
gran parte del tracciato è già in corso, ma non è ancora iniziata la costruzione dei tunnel principali, e la data indicata per il completamento dell’opera è stata posticipata al 2016/2017.
Scarica il dossier: Crossing the Line
Dossier a cura di: La Coalizione delle Donne per la Pace (Israele)
Traduzione in italiano di Cecilia Dalla Negra – Associazione per la Pace
Documento della CONSOB che descrive in dettaglio la struttura dell’Impresa Pizzarotti. Il documento risale al maggio 2007 al momento dell’acquisto da parte di Pizzarotti della Garboli S.p.A., società allora quotata in borsa.
Scarica il documento d’offerta della Pizzarotti a cura della CONSOB
La Pizzarotti è presente anche in Svizzera, Principato di Monaco, Francia e Algeria. Dal sito della Pizzarotti SA (Svizzera):
La Pizzarotti SA è interamente partecipata dall’Impresa generale di Costruzioni Pizzarotti & C. S.p.A. di Parma.
La Pizzarotti SA detiene le Imprese controllate Engeco SAM di Montecarlo, Pizzarotti Côte d’Azur Sas di Beausoleil (F) e Pizzarotti Algeria S.r.l. di Algeri.
Di seguito un elenco dei lavori in corso in Italia della Pizzarotti. Si prega di inviare segnalazioni di altri progetti e/o partecipazioni a gare da parte della Pizzarotti al nostro indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Metropolitana di Napoli – Stazione Garibaldi
L’intervento nel suo complesso comprende la realizzazione di un pozzo e degli imbocchi delle gallerie (in prima fase), e di un mezzanino, delle opere di finitura e delle opere tecnologiche ad esse collegate (in seconda fase). Tali opere assicureranno alla Commitenza la possibilità di garantire, in una zona strategica per le comunicazioni (stazione ferroviaria di Napoli), un rapido ed efficace collegamento della stazione stessa con le altre parti della città.
Nome progetto: Metropolitana Linea 1
Tipo di progetto: Infrastruttura metropolitana
Location: Napoli
Cliente: Comune di Napoli
Periodo di costruzione: 2001 – in corso
Autostrada Catania – Siracusa
Realizzazione del tratto stradale Catania-Siracusa con caratteristiche autostradali, compreso tra le località Passo Martino, lungo l’asse dei servizi della città di Catania ed il km 130+400 della SS114.Il tracciato si sviluppa per circa 25 km, di cui circa sei in galleria naturale a doppia canna, quattro in viadotto (3200 m in cap; 900 m ad impalcato metallico), 2800 m in galleria artificiale. Sono, inoltre, inclusi ponti, cavalcavia, tombini e sottovia. Il progetto prevede anche la realizzazione di tre svincoli per il collegamento alla viabilità esistente.
Nome progetto: Autostrada – Catania Siracusa
Tipo di progetto: Infrastruttura stradale
Location: Catania – Siracusa
Cliente: ANAS
Periodo di costruzione: 2004 – in corso
Di seguito un elenco dei lavori in corso all'estero della Pizzarotti. Si prega di inviare segnalazioni di altri progetti e/o partecipazioni a gare da parte della Pizzarotti al nostro indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tunnel di Oudayas – Rabat (Marocco)
L’opera consiste nella realizzazione del tunnel a doppia canna di Oudayas, in ambiente urbano, costituito da due rampe d’ingresso da 518m, due gallerie artificiali per 125m, una galleria naturale per 310m e due giratore di raccordo al tracciato esistente. Nell’opera sono previsti anche gli impianti elettromeccanici definitivi. Una particolarità del progetto consiste nell’esecuzione di alcune opere ( una galleria artificiale più un portale) immediatamente al di sotto di un gruppo di edifici storici. Tale intervento si inserisce nel programma di riqualificazione della valle di Bouregreg – Rabat.
Nome progetto: Costruzione Tunnel di Oudayas
Tipo di progetto: Infrastruttura stradale
Location: Rabat – Marocco
Cliente: Royaume du Maroc – Agence pour l’Amenagement de la Vallee du Bouregreg
Periodo di costruzione: 2007 – in corso
Tramway di Constantine (Algeria)
Realizzazione del sistema tramviario della città di Constantine – lunghezza 9 km dal terminale di Zouaghi alla stazione di Ben Abdelmalek – La linea si sviluppa dal centro storico della città, costeggia la principale Moschea storica e scavalca il dirupo dell’Oued Rhumel, prosegue attraverso la zona universitaria per finire nella parte moderna. L’opera comprende 11 stazioni di cui 3 sono multinodali (tram-bus-taxi), due viadotti di 465 e 114 mt, un sottopasso per traffico urbano (con trincea aperta su 70 mt. in corrispondenza della Moschea Abdelkader), 12 muri di sostegno della lunghezza complessiva di 1.885 mt., deposito di superficie (65.000 mq) che assicura la manutenzione ed il parcheggio di 27+20 treni. I lavori comprendono la ristrutturazione dello stadio, demolizione della tribuna esistente per permettere il passaggio della linea e la costruzione delle quattro tribune.
Nome progetto: Tramway di Constantine
Tipo di progetto: Infrastruttura ferroviaria
Location: Constantine (Algeria)
Cliente: Republique Algerienne – Ministere des Transports – Entreprise Metro d’Alger
Periodo di costruzione: 2007 – in corso
Di seguito notizie di gare di appalto e lavori cui partecipa la Pizzarotti. Si prega di inviare segnalazioni di altri progetti e/o partecipazioni a gare da parte della Pizzarotti al nostro indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Bologna, 30 giugno 2011
Coopsette e Pizzarotti nel pool che farà la Cispadana
Milano, 27 maggio 2011
M4, lavori assegnati a Impregilo e Atm
(Pizzarotti perde la gara per la metro M4)
Brescia-Bergamo-Milano, 26 maggio 2011
Nuovi appalti per Bre.Be.Mi.
Intervista realizzata da AMISnet
AMISnet: partiamo dall' inquadrare la situazione, com'era la vostra libertà di movimento prima del progetto della ferrovia?
Abu Shadi: da noi non c'è alcuna libertà di movimento, il nostro villaggio è assediato dal muro. Prima c'era una strada che dal 1928 ci collegava con Gerusalemme, a maggio l'hanno interrotta con un check point che ora ci esclude dalla città. A Beit Iksa il 30-40% degli abitanti ha documenti di residenza di Gerusalemme, con quella strada il paese distava dalla città un quarto d'ora. Adesso bisogna passare per il check point di Qalandia e la gran parte di loro hanno lasciato il paese. Si è trattato di un operazione di sgombero in pratica. Poi c'è una barriera anche tra noi e Biddu, cioè lungo la via per la provincia settentrionale ed occidentale di Gerusalemme e per il resto dei territori dell' Autorità Nazionale Palestinese. Anche questa barriera ci causa estreme difficoltà, siamo perquisiti all'andata ed al ritorno quando andiamo a Ramallah. Generalmente chi non ha documenti che ne attestano la residenza a Beit Iksa non può passare, quindi i camion commerciali o con materiali edili o per il nostro commercio devono tornare indietro. In più ci hanno sequestrato molte terre per la costruirci colonie, già due sono sorte sulle nostre terre.
Intervista realizzata da AMISnet nel novembre 2010
AMISnet: Da voi sono cominciati i lavori per la nuova ferrovia?
Abu Fares: Da noi a Beit Surik non hanno ancora iniziato con i lavori, ma siamo sul tracciato. Il comitato popolare si oppone alla costruzione di una ferrovia qui in paese. Per il momento sono fermi a Beit Iksa noi ci opponiamo perchè questo progetto è contrario ad ogni legalità.
AMISnet: avete informazione sul tipo di lavori che faranno nel vostro territorio?
Abu Fares: No, non abbiamo informazioni. Sappiamo solo che un treno sarebbe dannoso per le terre agricole che sono la nostra principale fonte di sostentamento. Nel 2004 hanno preso 3000 dunum* che sono finiti dietro il muro, ogni qualche anno si prendono 3 o 4000 dunum lasciando la gente senza terra e spesso persino senza una casa in cui abitare.
AMISnet: le restrizioni che rendono complesso andare a Gerusalemme hanno effetti sull’occupazione nel villaggio?
Abu Fares: La percentuale dei disoccupati è al 75%, la maggioranza di loro lavorava prima in territorio israeliano. Ora meno dell’ 1% dei lavoratori lavora dall’altra parte del muro, è difficile passare. Hanno fatto come si fà con le pecore, ci hanno circondato con un recinto: il muro è il nostro recinto.
Intervista pubblicata da AMISnet
Israele si appresta a compiere un grande passo per modernizzare la sua rete di infrastrutture: una linea ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme. Se tutto và secondo progetto dal 2016 la linea A1 permetterà ai cittadini dello stato che ama definirsi ebraico e democratico di spostarsi tra le due pià grandi città dell'area in soli 28 minuti, contro i 90 necessari con la ferrovia attualmente in servizio. Un' altra differenza tra la linea attuale, che si trova interamente in territorio israeliano, e quella in costruzione è nel percorso che stavolta attraverserà in due punti i Territori Occupati Palestinesi. 6 km di ferrovia che avranno un impatto pesantissimo sulle tre comunità palestinesi che vivono nelle aree attraversate dalla nuova meraviglia tencologica che si è deciso di costruire sulle loro terre. "Noi, la popolazione di Beit Surik, non vogliamo che la ferrovia sia costruita sulla nostra terra. Riteniamo che sia di importanza fondamentale l'appoggio dei popoli del mondo al nostro diritto di decidere come vogliamo usare la nostra terra, e chiediamo che ci aiutino a cambiare il percorso di questa ferrovia," ha dichiarato Abu Shadi, leader del comitato popolare di Beit Surik, uno dei tre villaggi colpiti, alle ricercatrici della Coalition of Women for Peace, la ong israeliana che ha stilato un dettagliato rapporto sul progetto rendendo noto tra l'altro che l 'Impresa Pizzarotti di Parma è tra le aziende straniere delegate dal governo israeliano a costruire la ferrovia, i lavori preliminari per scavare i tunnel in territorio palestinese sono già cominciati. Nell'ambito della maratona mediatica dell' Anti Apartheid Week noi abbiamo intervistato Dalit Baum, autrice del rapporto e coordinatrice del progetto Who Profits from the Occupation:
Dalit Baum: La nostra organizzazione, la Coalition of Women for Peace, ha lanciato il progetto "who profits from the occupation?" in cui cerchiamo di analizzare quali corporation internazionali ed israeliane sono direttamente coinvolte e traggono profitto dall'occupazione della Palestina. Cerchiamo di mettere in evidenza situazioni concrete sul terreno che colpiscono la vita della gente e che producono profitti per le aziende che ci lavorano. Quando abbiamo sentito della nuova linea veloce tra Tel Aviv e Gerusalemme siamo rimaste stupite nello scoprire che attraversa i Territori Palestinesi, è stato stupefacente perchè non era affatto necessario farlo e quindi è stato davvero interessante per noi cercare di capire perchè abbiano scelto di attraversare dei territori occupati nonostante sia illegale in base al diritto internazionale seguire questo percorso.
Leggi: Dalit Baum, ricercatrice di "Who Profits from the Occupation?"