Il Soros Fund Management, l’ufficio di famiglia dell'investitore miliardario George Soros, ha venduto la sua partecipazione in SodaStream, il produttore di apparecchi per bevande che trae profitto dall'occupazione israeliana dei territori palestinesi e reso popolare dall’attrice testimonial Scarlett Johansson.

La decisione è arrivata quando un certo numero di grandi investitori internazionali, tra cui il fondo collegato al fondatore di Microsoft Bill Gates, si sono uniti al crescente boicottaggio finanziario di Israele, in mezzo alla pressione apportata dal movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) e di altri gruppi che cercano più diritti per i palestinesi.

SodaStream, con sede nella città israeliana di Lod, ha il suo stabilimento principale nella colonia di Ma'ale Adumim in Cisgiordania.

"Il Soros Fund Management non possiede azioni di SodaStream," ha detto a The National Michael Vachon, un portavoce del fondo, rifiutando di commentare ulteriormente su quando e perché [il fondo, ndt] ha venduto le azioni.

In una documentazione presentata a Maggio al regolatore dei mercati degli Stati Uniti, il Fondo aveva detto di aver acquistato 550.000 azioni di SodaStream durante il primo trimestre. Bloomberg ha riferito che il fondo aveva acquistato le azioni per 24,3 milioni di dollari, facendo sì che la partecipazione in SodaStream costituisse lo 0,3% del portafoglio azionario del valore di 9,3 miliardi di dollari del fondo.

“Dopo la pressione dei partner locali e mondiali di Soros, quest’ultimo ha abbandonato SodaStream e ha promesso, fino ad ora solo tramite lettere private, di emanare linee guida simili a quelle adottate dall'Unione Europea per evitare qualsiasi investimento in società che sostengono, in particolare, l'occupazione e gli insediamenti israeliani,” ha detto Omar Barghouti, attivista palestinese e co-fondatore del movimento BDS.

All’inizio di quest’anno, diversi investitori occidentali hanno affermato che avevano venduto le proprie partecipazioni in aziende che traggono profitto da business nei Territori Occupati. Il fondo sovrano della Norvegia, il più grande al mondo, del valore di 810 miliardi di $, un fondo pensionistico olandese, e la Chiesa Presbiteriana negli Stati Uniti sono tra quelli che hanno escluso, quest’anno alcune compagnie israeliane e statunitensi dai loro portafogli. Queste compagnie operano nei Territori Occupati, dove gli insediamenti costruiti da Israele sono stati ritenuti illegali, tra gli altri, dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dalla Corte Internazionale di Giustizia.

Non è la prima volta che viene applicato un boicottaggio economico e finanziario, soprattutto quando nel 1973 l'Arabia Saudita e gli altri membri Opec smisero di vendere petrolio all’Occidente in reazione al sostegno dato dagli Stati Uniti e da altre nazioni ad Israele durante la guerra con l'Egitto.

Ma con l'accordo di pace del 1979 che annunciava l’avvicinamento politico ed economico con l'Egitto ed eventualmente altre nazioni arabe, lo slancio [del boicottaggio, ndt] venne smorzato.

E’ stato solo negli ultimi dieci anni che c'è stata una ripresa del movimento di boicottaggio, cercando di porre fine all'occupazione israeliana della terra occupata da Israele durante la guerra arabo-israeliana del 1967, di permettere ai profughi palestinesi di tornare a casa di porre fine alla discriminazione contro i palestinesi.

Gli analisti affermano che mentre la soluzione dei due Stati - il quadro in cui i negoziati di pace si sono svolti negli ultimi due decenni – si indebolisce, un crescente movimento anti-apartheid sta riempiendo il vuoto lasciato.

E’ stato un anno importante per il BDS. La Gates Foundation Asset Trust, che gestisce investimenti per conto della Bill e Melinda Gates Foundation (fondazione del valore di 40 miliardi di $), ha detto a Giugno di aver venduto la sua partecipazione nella società britannica di servizi di sicurezza G4S, una delle aziende prese di mira dal BDS. Il movimento si è molto concentrato anche durante l'assalto israeliano su Gaza e durante le diffuse proteste anti-guerra contro l'uccisione di centinaia di palestinesi.

All'inizio di quest'anno, il ministro delle finanze israeliano ha riconosciuto l'impatto che un boicottaggio a livello europeo potrebbe avere sul paese, privando l'economia di 5,7 miliardi di $, creando così disoccupazione immediata per quasi 10.000 persone. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha anche riconosciuto la minaccia rappresentata da BDS. In un discorso a Marzo negli Stati Uniti, Netanyahu ha attaccato il movimento, bollandolo come razzista. 

 

 

 

 

 

Fonte: thenational.ae

Traduzione: BDS Italia