A suo credito, Alicia Keys ha lavorato instancabilmente per assicurarsi che non sia solo lei a beneficiare della sua celebrità.

Una volta in un'intervista a Marie Claire, Alicia ha parlato di un viaggio nel 2002 che ha scatenato in lei il desiderio di aiutare coloro che soffrono di HIV / AIDS. Alicia ha spiegato al giornalista "Questo viaggio è stato per me un campanello d'allarme. Appena sono scesa dall'aereo, il tutto mi ha colpito: andando via dall'aeroporto ho visto le baraccopoli proprio accanto ai campi da golf, mi hanno chiesto se volevo andare in un locale per la gente di colore ... e ho incontrato questi ragazzi che erano più giovani di me che non avevano genitori - hanno detto che erano affetti dall’HIV".

Questo mentre Alicia era in viaggio alle isole Seychelles per una vacanza e dopo aver ordinato la colazione di uova e succo d'arancia al prezzo di $85. Ha paragonato questa esperienza a ciò che aveva appena visto. "Sapevo che volevo fare qualcosa", Alicia ha concluso.

È chiaro che Alicia Keys può essere sensibile agli appelli ad agire dopo essere stata esposta a pressanti questioni, ma come molti dei suoi contemporanei, si impegna di più nella filantropia che nell’attivismo politico. Entrambi fanno molto nel migliorare le condizioni di vita delle persone, ma il secondo è chiaramente il più controverso - e potenzialmente più pericoloso per la carriera di un artista. Come risultato, molti artisti si limitano alla carità invece di parlare di questioni che potrebbero danneggiarli economicamente.

Ecco perché io non sono esattamente sorpreso che Alicia non stia cedendo alle pressioni per abbandonare il progetto di tenere un concerto a Tel Aviv il 4 luglio.

Un concerto in un 'paese dell’Apartheid'

Attualmente, Israele sta affrontando un boicottaggio accademico e culturale organizzato dalla società civile palestinese e sostenuto da attivisti internazionali in solidarietà ai palestinesi.

Il mese scorso, il fisico e cosmologo dell'Università di Cambridge Stephen W. Hawking si è ritirato da una conferenza di alto profilo da tenere a giugno in Israele.

In una lettera aperta pubblicata sul proprio sito, la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele ha supplicato ad Alicia di abbandonare i piani per il concerto e di "unirsi alla crescente ondata di resistenza".

Non molto tempo dopo, la celebre autrice Alice Walker scrisse ad Alicia Keys con una richiesta simile.

L’autrice di “Il colore viola” ha avvertito Alicia che stava mettendosi in "pericolo dell'anima" esibendosi in un "paese di apartheid" attualmente "boicottato da molti artisti globali consapevoli."

Walker ha anche ricordato ad Alicia la storia della nostra gente, osservando: "Abbiamo cambiato il nostro paese fondamentalmente, e i vari boicottaggi delle istituzioni e dei prodotti israeliani faranno lo stesso per quel paese. È la nostra unica opzione nonviolenta e, come abbiamo appreso dalla nostra lotta negli Stati Uniti, la nonviolenza è l'unica strada per un futuro di pace".

Una lezione di Lena Horne

L’argomentazione di questi appelli sono forti, ma Alicia non cede.

In una dichiarazione al New York Times, la cantante pluri-premiata ha detto: "Non vedo l'ora per la mia prima visita in Israele. La musica è un linguaggio universale che ha lo scopo di unire il pubblico nella pace e nell’amore, e questo è lo spirito del nostro show".

Anche se io non provo sdegno per Alicia Keys per la sua decisione, dimostra tuttavia una mancanza di serietà dalle nostre più grandi star - soprattutto quelle di colore. È un tema che il cantante e attivista Harry Belafonte ha ripetuto nel corso degli anni, e anche se non sono sempre d'accordo con il suo tono, c'è una verità nel sentimento.

Durante la seconda guerra mondiale, Lena Horne rifiutò di cantare per un pubblico segregato. Come Al Sharpton ha scritto di Lena Horne, "Mai una da fare marcia indietro di fronte all'opposizione, questa donna appassionata ha anche scagliato una lampada da tavolo e un posacenere ad un uomo che le affibbiò un epiteto razziale".

Cose di questo genere non succedono più, che è esasperante considerando quanta ingiustizia indugia qui negli Stati Uniti e all'estero. Peggio, star come Beyoncé, Mariah Carey, Usher fanno spettacoli per i dittatori.

La gente ha bisogno di più di una canzone

Ricordate quando Alicia Keys è stata indicata per svolgere il ruolo di Lena Horne? Chi sa che cosa è successo al film, ma la somiglianza tra le due star non va oltre l'estetica.

Ho visto le grida di "bullismo" e "anti-semitismo" in difesa di Alicia con altri che l’applaudivano per aver mantenuto i suoi impegni in Israele.

Certo, si può sostenere che ha semplicemente programmato una data del tour e non deve punire i suoi fan per gli errori del loro governo, ma alcune cose sono più grandi del denaro.

E per quanto unificante la musica possa essere, a volte le persone hanno bisogno di più che di una semplice canzone. Le nostre star devono darsi una marcia in più. Punto e basta.

Fonte: The Grio/MSNBC

Traduzione di BDS Italia