Cara Alicia Keys,
Ho letto oggi l’eloquente lettera aperta di Alicia Walker e la toccante preghiera che ti rivolge.
È difficile aggiungere qualsiasi cosa salvo scongiurarti di seguire tutte le indicazioni che ti ha fornito.
Per presentarmi, sono un collega musicista, il mio nome è Roger Waters, ho fatto parte del gruppo dei Pink Floyd, e che tu ci creda o no, lavoro ancora.
Ho avuto l’opportunità di scrivere il dicembre scorso una lettera a Stevie Wonder per incoraggiarlo a non andare a un appuntamento a Los Angeles. Si trattava di una serata di gala per raccogliere fondi per l’IDF, le Forze di Difesa Israeliane. Non sono stato l’unico a scrivere, l’Arcivescovo Desmond Tutu, il grande fautore della pace e della riconciliazione, era tra i molti e molti che hanno anche scritto. Il grande merito di Stevie è quello di avere rinunciato.
Siamo tutti parte della stessa vecchia storia, niente è cambiato dai giorni terribili dell’apartheid in Sud Africa e nell’America Segregata.
Per favore, Alicia, non permettere che il tuo nome dia legittimità alla politica illegale del governo israeliano, all’apartheid e all’occupazione della patria della popolazione nativa palestinese.
Altri potrebbero provare a convincerti che con il concerto in Israele potresti con un colpo di magia produrre qualche cambiamento; sappiamo che ciò non è vero, "l’appeasement" non ha funzionato con il Sud Africa e nemmeno con Israele. Lo so per averlo provato dieci anni fa e le cose sono solamente peggiorate.
Ti supplico di partecipare al movimento di resistenza in ascesa. Unisciti ai molti milioni di noi della società civile mondiale che insieme siamo schierati per la giustizia e la pace per tutta l’umanità. “We shall overcome some day”.
Con amore e rispetto
Roger Waters
Fonte: PACBI
Traduzione di Carlo Tagliacozzo