Sette registi brasiliani hanno ritirato i loro film dal TLVFest, il festival cinematografico LGBT sponsorizzato dal governo israeliano, in corso fino al 21 novembre. I registi, che rappresentano oltre la metà dei cortometraggi brasiliani al TLVFest, hanno chiesto di ritirare i loro film dal programma in risposta all'appello dei queer palestinesi.

I queer palestinesi chiedono il boicottaggio del TLVFest per il suo ruolo nel programma di pinkwashing del governo israeliano, che utilizza i diritti LGBTQIA+ per nascondere il suo regime di apartheid e l'oppressione di milioni di palestinesi, queer e non queer nella stessa misura.

Ariel Nobre, regista di I Have To Say I Love You, ha dichiarato:

Ho capito che è preferibile dare ascolto ai movimenti sociali palestinesi e boicottare l'evento. Queer e gruppi per la liberazione della Palestina devono unirsi!

Anche Camila Kater, regista del premiato cortometraggio animato Carne, si è ritirato dal festival. Il produttore Chelo Loureiro ha dichiarato:

Noi artisti del cinema non possiamo restare ignari delle cause che richiedono l'impegno di tutti. La causa palestinese è una di queste, e la troupe di CARNE, incluso il regista Camila Kater, così come i produttori Lívia Perez e io, in segno di solidarietà con i registi palestinesi, abbiamo deciso di ritirare il corto da un festival a Tel Aviv. A maggior ragione perché si tratta di un festival LGBTQI+.

Carne ha avuto una nomination per i Goya Awards 2021.

Bruno Victor e Marcus Azevedo, registi di Afronte, hanno dichiarato in una lettera aperta al festival:

"Desideriamo che il ritiro del nostro film dalla programmazione del TLVfest costituisca un modo per manifestare contro le violazioni dei diritti umani nei confronti del popolo palestinese. Crediamo nella lotta per la libertà non solo a favore della comunità LGBT, ma per tutti.

Viviamo in un paese che è attualmente in linea con le politiche israeliane nel sostenere l'oppressione contro l’entità palestinese, quindi abbiamo deciso di aderire alla campagna di boicottaggio come opportunità di prendere posizione sia contro l'oppressione imposta da Israele sia contro le politiche genocide dello Stato brasiliano."

Anche Cris Lyra, regista di Breakwater, Luis Carlos de Alencar, regista di Invisible Men, e Victor Costa Lopes, regista di Revoada, si sono ritirati dal festival.

Nel ritirare i loro film dal festiva i registi brasiliani si uniscono a Shin Seung Eun (Mother-in Law, Corea del Sud), Artemis Anastasiadou (I am Mackenzie, Grecia) John Eames (March for Dignity, UK), Maggie Bailey (Sweet Sweet Kink, USA), Andrew Blackman (Inferno, Nuova Zelanda).

Come negli anni passati, il TLVFest ha rifiutato di rispettare i desideri della maggior parte dei registi che hanno chiesto la rimozione dei propri film dal programma.

Ghadir Shafie, co-fondatore e regista di Aswat - Palestinian Feminist Center for Gender and Sexual Freedoms (Centro delle donne palestinese per la libertà di genere e la libertà sessuale, N.d.T.) ha dichiarato:

"I registi queer di tutto il mondo si rifiutano di permettere che i loro film, che danno visibilità alle loro comunità e alle loro lotte, siano utilizzati dalle politiche colonialiste di pinkwashing del governo israeliano per rimuovere le queer palestinesi e opprimere tutti i palestinesi. Questo ci dà speranza. Incoraggiamo tutti a unirsi all'impegno di Queer Cinema for Palestine mentre costruiamo la nostra comunità contro l'oppressione ovunque si verifichi."

Altri registi hanno risposto a Queer Cinema for Palestine confermando il loro ritiro dal TLVFest in segno di solidarietà con i queer palestinesi.

Durante la rassegna “Love Queer Cinema. Hate Apartheid" (Ama il cinema Queer, odia l'apartheid, N.d.T.), il convegno telematico che si è tenuto la notte di apertura del TLVFest, il regista e artista Syrus Marcus Ware ha ricordato le parole del 1991 della poetessa lesbica nera June Jordan:

"In questo momento, il banco di prova relativo alla moralità è: 1) cosa fanno le persone a sostegno e nella lotta a favore delle persone queer e 2) cosa fanno le persone a sostegno e nella lotta a favore dei palestinesi."

Più di 170 registi di oltre 20 paesi hanno firmato l'impegno di Queer Cinema for Palestine, Queer Cinema for Palestine, impegnandosi a non partecipare al TLVFest o ad altri eventi sponsorizzati dal governo israeliano "fino a quando Israele non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani dei palestinesi".

18 registi hanno anche inviato video che spiegano perché si sono impegnati a boicottare il TLVFest, tra cui il candidato alla Palma d'Oro Alain Guiraudie, Elle Flanders e Tamira Sawatzky del premiato collettivo Public Studio e il regista di Touch of Pink Ian Iqbal Rashid.

Retroscena:

Quest'anno il TLVFest ha ampliato la sua collaborazione con il governo israeliano di estrema destra includendo il famigerato Ministero degli affari strategici, che guida gli sforzi repressivi palesi e occulti del Governo per arginare l'ondata di solidarietà internazionale con i palestinesi, in coordinamento con il servizio segreto criminale israeliano, il Mossad.

Dopo i primi ritiri dei registi TLVFest ha cercato di nascondere o oscurare la sua collaborazione con il Ministero degli affari strategici. Prima ha sostituito la versione inglese del logo del ministero con una versione ebraica, poi l'ha rimossa del tutto solo per sostituirla di nuovo con un logo senza marchio.

Un canale YouTube di nuova creazione del Ministero degli affari strategici non contiene nient'altro che video promozionali per TLVFest.

I registi hanno informato Queer Cinema for Palestine che il TLVFest aveva arruolato ancora una volta Creative Community for Peace (Comunità creativa per la pace, N.d.T.) (CCFP) per contrastare l'appello dei queer palestinesi. Il CCFP è un gruppo di facciata, con sede negli Stati Uniti, di propaganda a favore dell'organizzazione lobbistica del governo israeliano Stand With Us [Stai con noi, N.d.T.] alleata con i razzisti e omofobi “Christians United for Israel” di John Hagee.

Negli ultimi anni decine di registi hanno risposto affermativamente agli appelli di queer e sostenitori palestinesi affinché si ritirassero dal TLVFest. Nel 2009 il regista John Greyson ha ritirato dal TLVFest il suo film Fig Trees, sostenendo che "non prendere questa posizione è impensabile, impossibile".

La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) è stata avviata nel 2004 per contribuire alla lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza dei palestinesi. PACBI, una parte fondamentale del movimento BDS globale guidato dai palestinesi, sostiene il boicottaggio delle istituzioni accademiche e culturali israeliane, data la loro profonda e persistente complicità nella negazione da parte di Israele dei diritti dei palestinesi come stabilito dal diritto internazionale. Visita PACBI su https://bdsmovement.net/pacbi e seguici su Twitter @PACBI

Fonte: PACBI

Traduzione di BDS Italia