Noi lavoratori della cultura che rappresentiamo la maggior parte delle organizzazioni artistiche palestinesi, condanniamo l'attacco e l'aggressione a Gaza di Israele e l'uccisione e mutilazione indiscriminata di civili, tra cui molte donne e bambini.
Come artisti l'arma più potente che abbiamo è la nostra capacità di recitare, sognare immaginare. Le forze dell'oppressione hanno paura di questa arma, perché finché siamo capaci di immaginare un altro tipo di realtà, abbiamo il potere di perseguirla - una Palestina libera e giusta.
Per oltre sei decenni i palestinesi sono stati sistematicamente privati delle loro terre, acqua, e libertà di movimento. Gli insediamenti continuano, un muro viene eretto sulla terra occupata e Gaza è da più di sei anni stretta da un assedio soffocante.
Israele rappresenta l'attuale massacro a Gaza come una guerra tra loro e Hamas, parte della odiosa campagna mediatica che trasforma gli oppressi nei "cattivi". L'ultimo attacco di Israele contro Gaza è un crimine che va compreso all'interno del contesto della occupazione e dell'apartheid da parte di Israele.
Questi crimini vanno condannati e contro di loro bisogna agire immediatamente.
Tra i nostri compagni ci sono istituzioni che continuano a lavorare a Gaza, malgrado tutte le sofferenze, usano la musica, il teatro, la recitazione per capire, elaborare, educare e mobilitare. Noi siamo con loro e vi chiediamo di fare altrettanto.
Mentre ancora una volta i governi voltano le spalle, nel mondo le popolazioni alzano la loro voce; scendono in strada e rifiutano di lasciare a soffrire in silenzio la popolazione di Gaza.
Sollecitiamo i nostri colleghi, amici e partners a non tacere e ad unirsi a noi nella protesta. Ci appelliamo al mondo per esercitare su Israele una pressione affinché metta fine al blocco di Gaza.
In particolare ci appelliamo ai nostri amici artisti e alle organizzazioni culturali perché condannino l'attuale aggressione contro Gaza e l'occupazione della Palestina con petizioni, proteste, dichiarazioni.
Inoltre vi sollecitiamo ad agire, sostenendo il Boicottaggio culturale ed accademico di Israele (PACBI), in tal modo rifiutando di essere complici nella attuale occupazione e apartheid.
Insieme possiamo trasformare la disperazione in determinazione e le forze di divisione in unità. Questo è in nostro potere.
Sottoscrivono i membri fondatori del Palestinian Performing Art Programme (PPAN):
The Edward Said National Conservatory of Music
Fonte: PACBI
Traduzione di Alessandra Mecozzi per CulturaE’libertà