L’attore Danny Glover e il cast del documentario sulla vita dell’attivista americana Grace Lee Boggs hanno chiesto la rimozione della pellicola dal festival di Tel Aviv, la cui proiezione è in programma per domani
L’ultimo a chiamare al boicottaggio di Israele era stato Roger Waters, leader dei Pink Floyd, che aveva pubblicamente chiesto ai Rolling Stones di non suonare a Tel Aviv il prossimo 4 giugno e sostenere così la lotta per i diritti dei palestinesi. Ora al coro di artisti internazionali impegnati nel boicottaggio culturale di Israele si è unito anche Danny Glover, che assieme al resto del cast del film “La rivoluzionaria americana: l’evoluzione di Grace Lee Boggs” in proiezione domani al “DocAviv” – il più importante film festival in Israele – nella capitale israeliana ha preteso la cancellazione della proiezione della pellicola dal festival.
“Siamo solidali con il popolo palestinese – ha fatto sapere il cast in un comunicato stampa rilasciato lunedì scorso – e sosteniamo il suo richiamo al boicottaggio culturale e accademico di Israele. Siamo rimasti scioccati quando abbiamo visto il nostro film in programma al festival di Tel Aviv”. Glover, famoso per “Fuga da Alcatraz” e “il Colore Viola” ed egli stesso militante delle Pantere Nere, è uno dei protagonisti del documentario che racconta la vita della nota attivista americana di origine cinese Grace Lee Boggs, votata alla lotta per i diritti civili delle minoranze negli Stati Uniti, in particolare della comunità afroamericana.
La stessa Grace Lee Boggs, 99 anni, femminista, filosofa, scrittrice e sindacalista si è unita al cast nel boicottaggio del DocAviv, dichiarando che la proiezione del film a Tel Aviv è “in totale contraddizione con la mia eredità e con il mio lavoro di rivoluzionaria”. Nonostante le proteste, gli organizzatori del DocAviv hanno parlato dell’impossibilità di cancellare un film in programma all’ultimo momento e hanno fatto sapere che procederanno alla proiezione “nonostante le obiezioni”. Il cast ha risposto impegnandosi a cercare altre soluzioni per rendere disponibile il film anche in Palestina in modo che “sostenga il movimento di boicottaggio”. Nena News.