Membri fondatori della band si uniscono per parlare a favore del movimento BDS e per sollecitare gli Stones a ripensarci
Con la recente notizia che i Rolling Stones terranno per la prima volta un concerto in Israele, e in questo momento critico nella lotta globale per la libertà e per i diritti dei palestinesi, noi, i due fondatori superstiti dei Pink Floyd, ci siamo uniti a sostegno del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), un crescente movimento globale nonviolento per i diritti umani lanciato dalla società civile palestinese nel 2005 per porre fine all'occupazione, alla discriminazione razziale e alla negazione dei diritti fondamentali palestinesi da parte di Israele.
Il movimento BDS è ispirato dai movimenti nonviolenti di successo che hanno contribuito a porre fine al razzismo del Jim Crow nel Sud degli Stati Uniti e all'apartheid in Sudafrica. Infatti, figure chiave che hanno guidato la lotta per la libertà in Sudafrica, come l'arcivescovo Desmond Tutu e Ahmed Kathrada, stretto collaboratore di Nelson Mandela, sostengono il BDS per i diritti dei palestinesi. La campagna BDS offre a tutti noi un modo per esercitare pressione in modo nonviolento sul governo israeliano affinché riconosca pienamente che le sue ingiustizie contro il popolo palestinese sono giuridicamente e moralmente inaccettabili e insostenibili.
Il movimento non sostiene un particolare quadro politico - uno stato o due - e nemmeno noi. Piuttosto, chiediamo una soluzione che affermi la libertà, la giustizia e i pari diritti per tutti, indipendentemente dalla identità, e che non provochi sofferenza aggiuntiva a nessuno dei due popoli.
Quindi, per le band che intendono tenere concerti in Israele nel 2014, vi esortiamo a ripensarci. Suonare in Israele ora è l'equivalente morale di aver suonato a Sun City al culmine dell'apartheid sudafricano. A prescindere dalle vostre intenzioni, se non rispettate l’appello per il boicottaggio, fornirete le pretese per la propaganda che il governo israeliano userà nei suoi tentativi di occultare le politiche del suo regime ingiusto e razzista.
Ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno nella consapevolezza globale che la negazione dei diritti dei palestinesi ha avuto un impatto devastante su generazioni di persone, e che hanno bisogno del nostro sostegno ora più che mai. Pertanto, vi invitiamo, colleghi artisti, a chiedervi che cosa fareste se foste costretti a vivere sotto il dominio militare e leggi discriminatorie per decenni. Se la risposta è che resistereste fino a quando non abbia prevalso la giustizia, allora vi chiediamo di sostenere il BDS come un mezzo nonviolento e collettivo di garantire un futuro migliore per tutti. Se non avreste suonato a Sun City, a suo tempo, come voi, dei Rolling Stones che avete rifiutato, allora non suonate a Tel Aviv fino a quando la libertà e i pari diritti non regnino per tutti.
"Together We Stand"
Fonte: Salon
Traduzione di BDS Italia