Una campagna di boicottaggio internazionale durata 5 anni ha costretto PUMA a porre fine al suo contratto con la Israel Football Association (IFA). Come nuovo sponsor, il produttore di kit italiano Erreà, molto più piccolo, è avvisato.

La campagna Boycott PUMA conferma che PUMA porrà fine al suo contratto di sponsorizzazione con la Israel Football Association (IFA) il 31 dicembre 2024.

PUMA è stata oggetto di un'efficace campagna di boicottaggio globale dal 2018, quando 215 squadre sportive palestinesi hanno chiesto all'azienda tedesca di porre fine alla sponsorizzazione dell'IFA. L'IFA non solo include nei suoi campionati ufficiali squadre che vengono da colonie israeliane illegali su terre palestinesi rubate, ma ha anche attivamente sostenuto il loro mantenimento, insieme al Governo israeliano.

Nel corso della campagna quinquennale, gruppi in tutto il mondo hanno partecipato a numerose giornate di azione globali e hanno occupato uffici e negozi PUMA. Squadre sportive, atleti, artisti hanno posto fine ai contratti con PUMA e i rivenditori hanno rimosso i suoi prodotti dai loro negozi. Mentre PUMA cercava di giustificare il suo sostegno a quello che Amnesty International, e molte altre organizzazioni per i diritti umani, ha definito un regime di apartheid, azioni concertate hanno riempito la casella di posta elettronica di PUMA, hanno intasato le sue linee telefoniche e hanno occupato la presenza online di PUMA per denunciare le sue bugie e la sua ipocrisia.

PUMA non è riuscita a nascondere l'impatto della campagna di boicottaggio. All'inizio, un avvocato di PUMA ha accidentalmente detto a un attivista BDS che la campagna stava avendo un pessimo effetto sulle loro vite. In seguito, una nota interna trapelata ha rivelato che PUMA mentiva nel tentativo di rassicurare i partner commerciali e gli ambasciatori del marchio preoccupati per la sua complicità con il regime di apartheid di Israele. Durante l'assemblea generale annuale di PUMA del 2023, mentre si tenevano proteste all'interno e all'esterno, l'amministratore delegato di PUMA ha erroneamente pronunciato la parola "BDS" mentre parlava della "Better Cotton Initiative" (BCI) davanti a 200 azionisti.

La campagna di boicottaggio di PUMA ha danneggiato con successo l'immagine di PUMA, la sua risorsa più importante, associandola al decennale regime di apartheid di Israele. Quando Israele ha iniziato il genocidio di Gaza, che ha ucciso più di 44.000 palestinesi, tra cui centinaia di calciatori, l'immagine di PUMA e i suoi profitti hanno subito un altro colpo.

Nei pochi mesi intercorsi tra l'inizio della guerra genocida di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e il dicembre 2023, i media hanno riportato la notizia di fan che chiedevano agli NCT 127 e a Rihanna di interrompere le collaborazioni con PUMA; O'Neills, la più grande catena irlandese di abbigliamento sportivo, ha rimosso i prodotti PUMA dai suoi negozi; e le squadre irlandesi hanno aderito alla campagna che invitava i membri e i tifosi a boicottare PUMA.

Con una mossa del tutto inusuale, nel dicembre 2023 PUMA ha fatto trapelare al Financial Times la notizia che non avrebbe rinnovato il contratto con l'IFA, la cui scadenza era prevista per la fine dicembre 2024. I fornitori di kit non annunciano mai il mancato rinnovo di un contratto, tanto meno con un anno di anticipo. PUMA non era più in grado di sostenere la crescente pressione e ha voluto ritirarsi, illustrando chiaramente l'impatto della campagna globale Boycott PUMA.

Ringraziamo i numerosi gruppi di tutto il mondo che hanno lavorato instancabilmente e senza sosta per costringere PUMA a porre fine alla sua complicità con il regime di apartheid israeliano e al genocidio di Gaza.

L'ultimo rapporto annuale della Israel Football Association (IFA) mostra che l'azienda italiana di abbigliamento sportivo Erreà, molto più piccola, sarà il nuovo sponsor dell'IFA, a partire dal 1° gennaio 2025. Il contratto con Erreà prevede una riduzione del 40% delle spese di sponsorizzazione, che passano da circa 100.000 euro all'anno con PUMA a 60.000 euro all'anno, ed è stato firmato solo nell'agosto 2024, il che indica che l'IFA ha avuto difficoltà a trovare uno sponsor sostitutivo decente.

Lo scorso gennaio, la Corte internazionale di giustizia (CIG) ha stabilito che Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio a Gaza. A luglio, la Corte ha inoltre stabilito che l'occupazione militare di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, è illegale. Entrambe le sentenze comportano l'obbligo di non contribuire in alcun modo ai crimini atroci che Israele sta commettendo.

Chiediamo a Erreà di recedere immediatamente dal contratto con l'IFA per evitare di essere complice dei crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità e del genocidio di Israele. Se Erreà dovesse proseguire con questa sponsorizzazione criminale e immorale, lanceremo una campagna di boicottaggio mirata nei suoi confronti.

Fonte: PACBI

Traduzione di BDS Italia