Il segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha parlato lo scorso settembre all’Assemblea Generale ONU del rapporto presentato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Il rapporto del Segretario Generale ONU documenta l’uso diffuso di spyware, in particolare del programma Pegasus creato dall’azienda israeliana NSO Group in collaborazione con l’esercito, a scopo di intimidazione e rappresaglia contro attivisti per i diritti umani. In Palestina, Bahrain e Marocco degli attivisti sono stati trattenuti, torturati e aggrediti sessualmente da personale dell’esercito che utilizzava il software spia israeliano.
Questo rapporto conferma ancora una volta quanto pericolosa e mortale sia quest’arma informatica, e quanto possano essere spaventosi i suoi effetti sulla libertà di parola.
Gutierres ha ammonito che lo spyware mette in pericolo il lavoro sui diritti umani, come si vede nel caso della violenta repressione delle organizzazioni della società civile palestinese da parte delle forze di occupazione israeliane.
Il Gruppo NSO, che si vanta dei suoi forti agganci nel governo israeliano, giustifica la vendita del suo software di spionaggio a regimi autoritari dichiarando di averne ricevuto l’autorizzazione dal Ministero della Difesa israeliano, anzi di essere stati incoraggiati a venderlo.
L’Israele dell’apartheid testa direttamente sui palestinesi che sottopone al dominio coloniale i suoi strumenti di oppressione e repressione, come lo spyware, e poi li esporta soprattutto a regimi autoritari e dittatoriali in tutto il mondo per trarne profitto e influenza diplomatica.