Il 2 dicembre si è svolto a Roma il vertice intergovernativo italo-israeliano. Al termine di una parata militare, alla presenza di Enrico Letta e del premier israeliano Benjamin Netanyahu, sono stati ratificati e implementati gli accordi di alleanza e di collaborazione che legano lo Stato, le istituzioni accademiche ed il padronato di casa nostra con quello israeliano. I massacratori del popolo palestinese e gli sfruttatori italiani hanno siglato nuovi accordi commerciali sulle esportazioni di gas israeliano in Europa e nuove intese di collaborazione fra gli apparati di ricerca ed industriali dei rispettivi paesi nel settore della guerra, della repressione e della contro-insurrezione. Israele ha un ruolo di primo piano a livello mondiale nella progettazione e sperimentazione delle tecnologie di controllo sui territori e sulle popolazioni, e nell’innovazione nel campo delle tecnologie belliche e aereospaziali, ed esporta schemi e modelli in tema di propaganda e di pratiche repressive. Dal punto di vista militare Israele rappresenta il maggior laboratorio del dopoguerra in cui vengono sperimentate nuove armi e strategie: guerra asimmetrica, operazioni coperte,controllo del territorio, propaganda “antiterrorismo”, criminalizzazione del nemico.
La Provincia Autonoma di Trento è l’unico caso nel mondo di un’entità istituzionale non nazionale che abbia un accordo di collaborazione e di ricerca con il governo israeliano. Il 27 marzo del 2012, infatti, è stato firmato dal presidente della provincia Dellai a Tel Aviv l’“Accordo di ricerca bando 1/12 tra imprese operanti in provincia di Trento e nello Stato di Israele”. I rapporti di collaborazione fra le istituzioni accademiche e le industrie trentine e quelle israeliane sono tristemente fra i più significativi in Italia. Sei proposte progettuali fra industrie trentine e israeliane sono divenute operative il primo luglio del 2013 nel campo del telecontrollo e dello sviluppo della tecnologia semantica a scopi di controllo sociale. Una di queste ditte è l’“Engineering Ingegneria Informatica s.p.a.”, con sede a Povo, attiva nel settore aerospaziale, e nello sviluppo di tecnologie per la sorveglianza marittima per la repressione dell’immigrazione. Inoltre è prima fornitrice di sistemi di intelligence per i servizi segreti nazionali e, dal 2012, anche per la NATO. Ma è sicuramente nel campo della ricerca universitaria che la complicità delle istituzioni trentine con il genocidio del popolo palestinese raggiunge l’apice. La Fondazione Bruno Kessler e l’ateneo trentino hanno un rapporto di collaborazione organica con l’università di Haifa, fra le principali responsabili nella pianificazione dell’oppressione del popolo palestinese. In Trentino è inoltre presente il centro di ricerca Create-net, fra i cui maggiori esponenti troviamo il prof. Imrich Chlamtach, già docente dell’università di Haifa e attualmente professore ordinario all’ateneo di Tel Aviv. Questo centro, fra i cui membri troviamo l’università di Haifa e l’università di Trento, sta sviluppando due progetti di ricerca (“Specifi” e “Compose”) nel settore dell’“homeland security” e delle “smart cities” (cioè la diffusione nelle città di sensori e tecnologie wireless che permettano di tracciare, controllare e normare comportamenti e movimenti, e di integrare il mondo “virtuale” e “reale” grazie allo sviluppo di sistemi informatici di nuova generazione).
Non ci stupisce che il principale obbiettivo di uno di questi progetti sia quello di “ridurre l’inquinamento, il traffico ed il crimine”. Primo partner tecnologico di questo progetto è il centro IBM di Haifa (tra l’altro IBM è presente anche all’interno della Fondazione Bruno Kessler), e uno dei maggiori sostenitori è l’azienda italiana “Expert System”, impegnata nello sviluppo di tecnologie semantiche per la guerra e la contro-insurrezione. Anche il CIMEC (Centro Interdipartimentale Mente/Cervello) collabora attivamente con l’accademia israeliana. Una delle sue docenti (Liliana Albertazzi) è membro della “Società Internazionale di Biourbanistica”, dove si progettano le città dell’inferno del controllo e dell’oppressione di domani, con la collaborazione delle università israeliane di Tel Aviv e del Negev. Nel panorama delle complicità delle istituzioni accademiche trentine con lo sterminio degli sfruttati palestinesi vanno considerate anche le collaborazioni indirette nel settore aerospaziale, con lo sviluppo di satelliti-spia beffardamente denominati “Shalom”, che si andranno ad affiancare ai già noti “Cosmo-SkyMed”.
Attaccare e sabotare la ricerca per la guerra nel territorio in cui viviamo è una pratica di solidarietà internazionalista alla popolazione palestinese schiacciata dal colonialismo israeliano ed una prospettiva concreta di lotta alla guerra che le classi dominanti muovono agli sfruttati di tutto il mondo.
Fonte: Rompere le righe