LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Quello che sta accadendo in questi giorni in Palestina è il risultato di decenni di oppressione nei confronti dei palestinesi da parte di Israele che continua a perseguire il suo progetto coloniale di insediamento sottraendo terra e risorse ai palestinesi e negando loro i diritti fondamentali, incluso il diritto al ritorno dei rifugiati.

E mentre gli insediamenti si espandono e aumentano gli attacchi dei coloni in tutta la Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est, nella Striscia di Gaza da 16 anni continua un assedio spietato che costringe oltre due milioni di persone a vivere in una “prigione a cielo aperto” in condizioni molto difficili, con periodici bombardamenti e incursioni militari da parte di Israele che hanno provocato migliaia di morti civili.

Il governo di estrema destra israeliano, il più razzista, fondamentalista e fanatico di sempre, ha intensificato spietatamente la pulizia etnica, l’assedio, le uccisioni, l’incarcerazione e l’umiliazione quotidiana di milioni di palestinesi, approfittando dell’impunità da sempre assicurata a Israele da parte della comunità internazionale e della complicità di governi, aziende e istituzioni internazionali.

Non ci si può aspettare che i palestinesi continuino a subire e ad accettare l’oppressione come destino, arrendendosi di fronte alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

Condanniamo l’uccisione e il ferimento di civili inermi, ma sosteniamo il diritto dei palestinesi a resistere al regime di colonialismo di insediamento, di occupazione militare e di apartheid.

Mentre la popolazione palestinese assediata a Gaza è colpita duramente dai bombardamenti israeliani che hanno già ucciso oltre 700 persone ferendone oltre 3.000, chiediamo ai sostenitori dei diritti dei palestinesi di mobilitarsi in tutta Italia e di intraprendere iniziative di solidarietà concreta, intensificando le campagne BDS.

Condanniamo fermamente i governi occidentali, incluso quello italiano, e i media mainstream per essersi, ancora una volta, ipocritamente schierati dalla parte dell’Israele dell’apartheid, denunciando gli “attacchi violenti” palestinesi contro Israele e nascondendo la pluridecennale violenza coloniale dell’oppressore, come se tutto fosse iniziato sabato scorso con la potente reazione armata dei palestinesi oppressi a Gaza.

Come dice l’educatore brasiliano Paulo Freire:

“Con l’instaurarsi di un rapporto di oppressione, la violenza è già iniziata. Mai nella storia la violenza è stata provocata dagli oppressi. … La violenza è iniziata da coloro che opprimono, che sfruttano, che non riescono a riconoscere gli altri come persone, non da coloro che sono oppressi, sfruttati e non riconosciuti”.

Poiché l’oppressione è la causa principale della violenza, per porre fine a tutta la violenza – la violenza iniziale e continua dell’oppressore e la resistenza reattiva degli oppressi – dobbiamo agire per porre fine all’oppressione.

In Europa, i cui governi, aziende e istituzioni sono profondamente complici del regime israeliano di colonialismo e apartheid, in vigore da 75 anni, abbiamo la responsabilità di agire in modo concreto e strategico in solidarietà con i palestinesi, per porre fine a questa orribile complicità.

Il movimento BDS nonviolento a guida palestinese invita i suoi sostenitori in tutto il mondo a:

  1. Organizzare manifestazioni di massa, esposizione di striscioni e flash mob, per sfidare la copertura mediatica distorta e ricordare all’opinione pubblica che il regime di oppressione di Israele è la causa principale di tutta la violenza.
  2. Mobilitare in modo proattivo le organizzazioni della società civile per sostenere la lettera della società civile globale contro l’apartheid che chiede all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso di riattivare il Comitato speciale contro l’apartheid come passo fondamentale verso la responsabilità.
  3. Invitare i media internazionali, i giornalisti e i sindacati dei giornalisti ad applicare i nostri 7 punti sui principi etici e professionali del giornalismo nel coprire l'attacco di Israele a Gaza.
  4. Collaborare con reti progressiste per fare pressione sul parlamento e sul governo affinché (a) pongano fine alla cooperazione in materia di armamenti e di sistemi di sorveglianza con l'Israele dell'apartheid, (b) bandiscano tutti i beni/servizi delle aziende che operano negli insediamenti coloniali illegali di Israele; e (c) chiedano un'indagine dell'ONU sull'apartheid israeliano.
  5. Mobilitare sindacati, associazioni, chiese, social network, collettivi studenteschi, consigli comunali, centri culturali o altre organizzazioni per farle dichiarare zone libere dall'apartheid ponendo fine a tutte le relazioni con l'Israele dell'apartheid e le aziende che sono complici del suo sistema di oppressione.
  6. Boicottare prodotti/servizi e/o mobilitare pressioni istituzionali per disinvestire da società e banche israeliane e internazionali che sono complici dei crimini di guerra israeliani e dei crimini contro l’umanità.
  7. Annullare tutti gli impegni accademici, culturali, sportivi e turistici nell’Israele dell’apartheid o sostenuti/sponsorizzati da Israele (o dai suoi gruppi di pressione e istituzioni complici).

BDS Italia