A Roma, sabato 7 dicembre, in occasione della giornata nazionale “Boicotta Sodastream”, una ventina di attiviste e attivisti della campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele (BDS) hanno fatto un’azione di boicottaggio contro la vendita dei prodotti “Sodastream” presso un negozio Expert. Sodastream è una società israeliana che produce gasatori per l’acqua di rubinetto in un impianto industriale situato in una colonia nei Territori palestinesi occupati.
In due, dentro il negozio, hanno inscenato l’acquisto di prodotti Sodastream, mentre il terzo, facendo la parte del consumatore informato, davanti alla cassa e al negoziante, spiega che comprare Sodastream vuol dire sostenere l'occupazione e l'apartheid israeliane imposte sulla popolazione palestinese. La messa in scena si è conclusa con l’ingresso nel negozio di tutte le attiviste e gli attivisti, che, muniti di cappello natalizio, volantini e adesivi, hanno intonato più volte una versione romana anti-Sodastream di Jingle Bells: “Sodastream, Sodastream. Noi non la compriam. Acqua gasata da terra rubata. Non ce la beviam. Sodastream, Sodastream. È da boicottà. Palestina libera! Damose da fà!”
È stata consegnata ai negozianti la lettera rivolta ai rivenditoridi Sodastream, firmata da oltre 1400 persone, che spiega come la società non solo tragga profitti dall’occupazione israeliana che ruba terra, acqua e risorse ai palestinesi, ma sfrutti anche gli stessi lavoratori palestinesi che vivono sotto occupazione.
I proprietari del negozio, ignari di quanto si nasconde dietro la ditta Sodastream, si sono mostrati subito sensibili alla causa, promettendo di non vendere più i prodotti. Passando immediatamente dalle parole ai fatti, hanno rimosso tutti i prodotti Sodastream dalla vetrina su strada del negozio.
Dallo shopping natalizio l’attenzione si è spostata verso i bar e ristoranti, dove Sodastream punta a vendere impianti industriali per l’acqua gasata alla spina. Muniti di un libro per le “contro -vendite”, alcune attiviste hanno fatto un giro nel quartiere San Lorenzo, facendo contro-pubblicità presso i locali della zona con una lettera preventiva finalizzata ad evitare che gli esercenti scelgano di acquistare le macchine Sodastream. Tutti i locali hanno dimostrato interesse per la campagna e alcuni hanno aderito sin da subito, esponendo sulla propria porta l’adesivo “We are Sodastream-Free”.
Sodastream è oggetto di una campagna internazionale di boicottaggio, che ha visto oltre 50 azioni in 6 paesi in questi giorni.
In Italia, Legambiente e WWF hanno negato ogni tipo di supporto a Sodastream e Oxfam Italia ha interrotto i rapporti con Paola Maugeri per via del suo ruolo di testimonial per Sodastream. Anche il Comune di Trieste ha ritirato un prodotto Sodastream previsto come premio per un concorso sulla raccolta differenziata e ha confermato che non ci sarà tecnologia Sodastream nelle case dell’acqua comunali.
A Roma proseguiranno le azioni per assicurarsi che nessuno beva le bollicine dell’Apartheid israeliana.
Attiviste e attivisti BDS