La società civile palestinese chiede di porre fine alla complicità dell'UE con la sorveglianza israeliana illegale e repressiva

Dopo anni di pressioni da parte della società civile, il Parlamento europeo ha dovuto istituire una commissione speciale per indagare sull'uso del Pegasus israeliano e di simili spyware di sorveglianza, chiamata PEGA.

Nel suo rapporto finale, pubblicato nel maggio 2023, PEGA ha ammesso il ruolo cruciale di Israele nello sviluppo e nella commercializzazione di armi informatiche, "in alcuni casi [...] progettate appositamente per servire come strumento di potere e controllo politico". Tuttavia, non è riuscito a chiedere che Israele gli attori europei che hanno reso l' UE oggi il principale host, utilizzatore ed esportatore di spyware israeliano rispondano delle proprie responsabilità.    

Il rapporto, adottato a larga maggioranza, riconosce che la fonte dello spyware disponibile in commercio sono le società israeliane, che ricevono tutte il sostegno e l'incoraggiamento del governo israeliano a vendere spyware al miglior offerente. Ammette inoltre che le società israeliane di spyware sono fondate da ex ufficiali dell'intelligence israeliana e testano la loro tecnologia sui palestinesi nel corso di brutali violazioni della privacy e dei diritti umani fondamentali. 

Il rapporto afferma inoltre che il governo israeliano ha utilizzato la vendita di spyware a regimi autoritari come merce di scambio per rafforzare le relazioni diplomatiche. PEGA riconosce che almeno 14 stati membri dell'UE sono stati colpiti da scandali relativi allo spyware. La tecnologia dannosa che viene utilizzata contro i palestinesi non rimane in Palestina: diffonde i suoi danni nel Sud e nel Nord del mondo. 

La chiarezza del rapporto sul ruolo dannoso di Israele e sull'uso di spyware per violare i diritti dei palestinesi non sarebbe stata possibile senza il sostegno dei parlamentari europei che difendono i principi dei diritti umani e il duro lavoro del Coordinamento europeo dei comitati e delle associazioni per la Palestina (ECCP) nell'impegno con il comitato speciale PEGA.

Tuttavia, per quanto importante sia questo rapporto come primo passo nella giusta direzione, non è sufficiente chiedere conto all'Israele dell'apartheid, figuriamoci impedire alle sue aziende di hackerare i telefoni e installarvi programmi dannosi. La nostra sfida è mobilitare la pressione per vietare completamente lo spyware israeliano e di altri perché consente la persecuzione e la repressione di attivisti per i diritti umani, giornalisti, avvocati, politici dell'opposizione e altri, minando la privacy, la democrazia e i diritti umani e seminando discordia e paura in tutto il mondo. 

PEGA deve mettere i due principali colpevoli di fronte alle loro responsabilità: in primo luogo, funzionari israeliani che autorizzano lo sviluppo e l'uso di spyware sui palestinesi come strumento di repressione al fine di perpetuare l'apartheid e vendere spyware a livello globale, e in secondo luogo, funzionari europei che acquistano spyware israeliano per usarlo per intimidire e mettere a tacere le voci critiche in Europa e che consentono alle società di spyware israeliane di operare ed esportare dall'UE. I criminali dello spyware che hanno infranto numerose leggi europee rimangono liberi e continuano a realizzare grandi profitti.

PEGA ha confermato i fatti che le organizzazioni palestinesi e internazionali per i diritti umani e i mezzi di comunicazione hanno denunciato per anni, eppure il Parlamento europeo ha completamente omesso di adottare misure pratiche per ribaltare, o addirittura sospendere, l'attuale politica dell'UE di concedere piena impunità all'apartheid israeliana e ai suoi complici. 

Anche se PEGA ha pubblicato il suo duro rapporto, la Direzione del commercio dell'UE è pronta a regolamentare, invece di vietare, l'esportazione di spyware, assecondando le esigenze delle due principali società di spyware israeliane che hanno trasferito la loro sede nell'UE: NSO Group in Lussemburgo e Intellexa a Cipro. 

Il Parlamento europeo non è mai stato pronto ad affrontare seriamente i pericoli dello spyware. Il comitato PEGA, privato dell'autorità per prendere decisioni vincolanti e non dotato nemmeno di un solo ricercatore di lingua ebraica, ha scelto di sfruttare al massimo il suo mandato limitato.

Come palestinesi chiediamo misure di piena responsabilizzazione, incluso un divieto totale dell'UE sullo spyware, al fine di proteggere i nostri diritti e i diritti delle persone in tutto il mondo contro la sorveglianza e la repressione illegittime. Chiediamo l'immediata fine della complicità dell'UE che trae profitto dalle armi informatiche israeliane "testate sul campo" su di noi, sui nostri attivisti per i diritti umani e sulle organizzazioni della società civile.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia