152 Stati hanno votato a favore della supervisione degli impianti nucleari israeliani da parte dell’AIEA, ma il regime israeliano di apartheid evita la supervisione grazie al sostegno europeo e statunitense.
Alla luce del voto schiacciante di 152 stati al Primo Comitato delle Nazioni Unite a favore della supervisione degli impianti nucleari del regime israeliano di apartheid da parte dell'AIEA, la società civile palestinese chiede una pressione globale sulle Nazioni Unite per costringere Israele a dichiarare e smantellare sotto la supervisione delle Nazioni Unite tutte le sue armi di distruzione di massa (ADM). Se rifiuta, dovrebbe essere soggetto a sanzioni mirate, legittime e proporzionate per costringerlo a farlo.
L’Israele dell’apartheid è, dopo tutto, l'unico stato del “Medio Oriente” – e uno dei pochi tra i 193 stati membri delle Nazioni Unite – che non ha firmato il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP).
In netto contrasto, le Nazioni Unite hanno imposto severe sanzioni alla Corea del Nord dal 2006 per aver testato armi nucleari e non aver aderito al TNP, e gli Stati Uniti e l'Europa hanno imposto un brutale regime di sanzioni all'Iran, un firmatario del TNP che non ha programma militare di produzione di armi nucleari. Eppure, nessuna sanzione ONU o occidentale è mai stata imposta a Israele nonostante le prove convincenti che riguardano il suo programma decennale di produzione di armi nucleari e il suo ampio arsenale di bombe nucleari.
Israele non solo sviluppa armi di distruzione di massa, ma le ha utilizzate, come lo dimostrano archivi inconfutabili. Documenti d'archivio israeliani scoperti di recente rivelano che nel 1948 le milizie sioniste e successivamente le truppe israeliane avvelenarono i pozzi palestinesi indigeni come parte della campagna premeditata di pulizia etnica nel Naqab e nell'Acri e per fermare l'avanzata dell'esercito egiziano. Quando l'Egitto si è lamentato dell'uso di armi di distruzione di massa vietate, i funzionari israeliani hanno accusato l'Egitto di antisemitismo.
Trent'anni dopo lo schianto del volo cargo El Al 1862 nel quartiere di Bilmermeer ad Amsterdam, molte domande su quel disastro rimangono senza risposta, incluso il rifiuto delle autorità israeliane di fornire il manifesto completo delle sostanze chimiche potenzialmente letali di livello militare a bordo. Destinato al Centro di ricerca biologica Nes Tsiona, che appartiene al Ministero della Difesa israeliano e che ha anche sviluppato i veleni usati nell'avvelenamento dei pozzi nel 1948, tale carico mortale potrebbe spiegare la diffusione di malattie tra i residenti sopravvissuti del quartiere.
Il Mossad israeliano ha usato del veleno in molteplici attacchi, il più famoso in un fallito attentato ad Amman nel settembre 1997 contro un leader di un partito palestinese. L'allora primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato appena rieletto alla carica di premier in una coalizione che comprende partiti apertamente fascisti.
Israele non ha mai dovuto affrontare alcuna misura di responsabilità da parte delle Nazioni Unite o di singoli stati per il suo uso di armi vietate.
Nessuna arma di distruzione di massa è più pericolosa delle armi nucleari, tuttavia, ed è urgente un'azione internazionale per smantellare queste armi che rappresentano un rischio per l'intera razza umana. Non ci si può fidare delle testate nucleari dei politici israeliani ossessionati dal "diritto di esistere" dello Stato di Israele e che si riferiscono al movimento non violento BDS come a una "minaccia esistenziale".
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia