Il 13 agosto 2018 la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele ha inviato una lettera a Ralph Tarraf, capo della delegazione dell'UE in Cisgiordania e a Gaza, tra altri funzionari dell'UE, a proposito del programma dell'UE "Giovani leader israeliani e palestinesi al Parlamento europeo". La lettera sottolinea che il programma viola le fondamentali linee guida del BDS concordate dalla stragrande maggioranza della società civile palestinese.
La lettera afferma inoltre che l'UE e i suoi programmi sono fortemente complici delle violazioni israeliane dei diritti dei palestinesi e del diritto internazionale. Questo programma mira cinicamente a ridurre 70 anni di sofferenze palestinesi sotto il regime colonialista israeliano, l'occupazione militare e l'apartheid a un "conflitto" che può essere risolto attraverso il dialogo.
La lettera chiede all'UE di porre fine a tutte le forme di complicità e di interrompere tutti i suoi programmi di normalizzazione.
La campagna non ha ricevuto risposta dalla delegazione dell'UE. Pertanto condividiamo la lettera pubblicamente in modo che i palestinesi e gli europei si rendano conto di quanto questi progetti di normalizzazione finanziati dall'UE siano dannosi per la lotta popolare palestinese per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza.
Il PACBI chiede a tutti i partecipanti palestinesi di ritirarsi da questo progetto di normalizzazione per evitare di diventare essi stessi complici nel compromettere la lotta palestinese per i nostri diritti inalienabili secondo le leggi internazionali.
Oggetto: Giovani leader israeliani e palestinesi al Parlamento europeo
La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), membro del Comitato nazionale palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BNC), la più grande coalizione nella società civile palestinese, fa notare che il vostro programma "Giovani leader israeliani e palestinesi al Parlamento europeo" che, come abbiamo appreso, si terrà a dicembre di quest'anno, viola le linee guida per il boicottaggio e l'anti-normalizzazione concordati dalla stragrande maggioranza della società civile palestinese.
Questo programma mira a riunire giovani leader palestinesi e israeliani in un viaggio congiunto presso la sede dell'UE, perché familiarizzino con i meccanismi e con i diversi organi dell'Unione. I partecipanti saranno quindi coinvolti in discussioni congiunte con membri e rappresentanti dell'UE, incoraggiandoli a condividere le loro opinioni sul futuro del "conflitto" con le loro controparti israeliane ed europee. La riduzione di 70 anni sofferti dai palestinesi sotto un’occupazione coloniale di insediamento, a un conflitto derivante da una barriera psicologica che potrebbe essere eliminata dal dialogo congiunto tra due parti uguali, che questo programma cerca di sostenere, rientra nella definizione di normalizzazione, un atto respinto dalla società civile palestinese.
Questi tentativi forniscono un'immagine falsa e distorta dell'occupazione israeliana e del regime di apartheid, che ha recentemente intensificato le sue politiche di pulizia etnica contro i palestinesi, vedi ciò che sta accadendo a Khan Al-Ahmar, nella Valle del Giordano e nel Negev.
Mentre Israele sta adottando la legge razzista sullo "Stato nazionale ebraico", che trasforma la politica dell'apartheid in una legge costituzionale, e mentre continua a perpetrare i suoi crimini nella striscia di Gaza contro pacifici dimostranti palestinesi per il diritto al ritorno e per la fine dell'assedio, l'UE deve fermare la sua vergognosa complicità con questi crimini invece di finanziare progetti volti a coprire il volto di questo sistema coloniale e razzista.
L'UE mantiene una rete di relazioni militari, ricerche su armamenti, transazioni bancarie e scambi commerciali con gli insediamenti e con aziende, banche e istituzioni israeliane profondamente complici di violazioni dei diritti umani. Ad esempio, l'UE importa merci dagli insediamenti israeliani con un valore annuo stimato di $ 300 milioni. Questo è più di 17 volte il valore medio annuo delle merci palestinesi importate dall'UE tra il 2004 e il 2014.
Attraverso il suo programma "Horizon 2020", l'UE ha approvato più di 200 progetti in collaborazione con aziende israeliane come Elbit Systems e Israel Aerospace Industries, accusate di profonda complicità con i crimini di guerra israeliani e di crimini contro l'umanità. L'altro beneficiario dei finanziamenti dell'UE è la Technion, un importante centro per lo sviluppo di sistemi d'arma israeliani utilizzati per commettere crimini contro i civili palestinesi.
Le banche europee continuano le loro relazioni commerciali con le banche israeliane, nonostante il ruolo centrale svolto da queste ultime nel finanziamento, nella fornitura di servizi o nel sostegno agli insediamenti illegali stabiliti da Israele nel territorio palestinese occupato (o in Siria). Un recente rapporto di "Human Rights Watch" ha concluso che "le aziende non possono adempiere alle loro responsabilità in materia di diritti umani se continuano a svolgere attività all'interno o per gli insediamenti [israeliani]".
Nonostante la pressione esercitata sull'UE da centinaia di sindacati, organizzazioni della società civile europea e oltre 60 membri del Parlamento Europeo, questa si è ostinatamente rifiutata di applicare la clausola sui diritti umani nell'accordo di libero scambio con Israele. Ciò anche dopo che un rapporto legale pubblicato da un'agenzia delle Nazioni Unite lo scorso anno ha rivelato che Israele ha stabilito un sistema di apartheid contro l'intero popolo palestinese. L'apartheid è il secondo crimine più grave contro l'umanità nel diritto internazionale.
Il sostegno costante dell'UE all'occupazione israeliana e al regime di apartheid ne fa una complice, nonostante le sue occasionali dichiarazioni vuote richiedano il raggiungimento di una pace giusta che rispetti le regole del diritto internazionale e i principi dei diritti umani. Pertanto, chiediamo all'UE di cessare la sua complicità, in ogni forma, con l'occupazione e con l'apartheid imposte da Israele. Le chiediamo anche di cessare tutti i progetti di normalizzazione volti a perpetuare questo regime di occupazione, mentre il popolo europeo chiede che esso risponda delle sue responsabilità e che gli siano imposte delle sanzioni. Tale richiesta è simile a quella fatta in passato nei confronti del regime di apartheid in Sud Africa, e di alcuni paesi oggi, per le loro violazioni dei diritti umani.
Se l'UE vuole davvero svolgere un ruolo positivo nel sostenere la marcia per la libertà, la giustizia, l'uguaglianza e i diritti umani del popolo palestinese, è giunto il momento che finisca la sua complicità e la sua politica di due pesi e due misure.
Fonte BNC
Traduzione di BDS Italia