Dopo aver riportato le dichiarazioni di Franco Masotti, direttore artistico di Ravenna Festival, a seguito dell'affaire scoppiato per l'esibizione dei ballerini di Batsheva Dance Company, accusati da BDS Italia di danzare per il "governo razzista israeliano", è giunta in redazione la controreplica di BDS
Le riflessioni, contenute in un comunicato stampa, in replica a quanto dichiarato dal Dott. Masotti, sono state sottoscritte da Luisa Randi, Franco Donati, Alessandra Kalatachi, Gabriele Abrotini, Ornella Lia, Valeria Saragoni, Eleonora, Laura Fedriga, tutti/e del gruppo BDS Ravenna, riflessioni che come si legge all'inizio del testo servirebbero a fare chiarezza.
Riportiamo il testo integrale del comunicato:
"Interveniamo per fare chiarezza su alcuni fatti:
1) I rapporti tra i componenti dei gruppi BDS Bologna, BDS Ravenna e la direzione di Ravenna Festival, sono stati sin dall’inizio improntati ad estrema correttezza.
Abbiamo avuto un incontro nel mese di giugno, preceduto da una lettera in cui si chiedeva di sospendere lo spettacolo di Batsheva Dance, un compagnia sponsorizzata dal governo di Israele, uno Stato che pratica l’apartheid nei confronti dei Palestinesi. Stridente e grave la contraddizione in un Festival dedicato a Nelson Mandela, leader della lotta contro tutte le forme di apartheid.
2) Le nostre azioni successive sono state di protesta nonviolenta e pubblica, ognuno/a con la propria presenza fisica. Sono queste le forme di lotta che ci appartengono come BDS. Alcuni di noi hanno seguito i ripetuti interventi su Facebook del Direttore artistico, individuando in essi il tentativo di spostare l’attenzione dalle ragioni profonde del dissenso a osservazioni spesso fuorvianti.
Nessun cenno nei suoi interventi alle richieste di sospendere il rapporto artistico con Batsheva pervenuto a Ravenna Festival da BDS Sud Africa, BDS Israele, Bds Palestina. Rimaste come le nostre inascoltate.
3) E ora si parla pubblicamente di “intimidazioni vigliacche” ricevute dagli artisti, che "rimarranno una macchia" per la nostra comunità.
4) L’anonimato è deprecabile e non rientra nella nostra pratica politica, ma non si può ignorare che Batsheva Dance Company, è stata ripetutamente contestata nei teatri degli Stati Uniti e dell’Europa.
5) L’invito conclusivo rivolto dal Direttore artistico di Ravenna Festival alla compagnia "saranno sempre i benvenuti" ci troverà concordi solo se gli artisti di Batsheva rinunceranno a vendere all’estero l’immagine di un governo che ama l’arte e la cultura per nasconderne il volto illiberale e razzista nei confronti dei Palestinesi".
Fonte: Ravenna Notizie