Il giorno 4 maggio inaugura Torino Gay and Lesbian Film Festival.
Per la terza edizione consecutiva il TGLFF vede la partecipazione dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata d'Israele a Roma.
La partecipazione a eventi culturali in generale, e LGBTQ in particolare, da parte delle istituzioni israeliane non è una scelta casuale, ma si inserisce in un preciso disegno atto a nascondere la realtà d’occupazione, colonialismo e apartheid, in palese violazione dei diritti umani fondamentali e del diritto internazionale. Questa pratica è nota con il termine pinkwashing, ovvero la strumentalizzazione delle istanze di genere, in particolare LGBTQI, per presentare Israele come un luogo di diritti e progresso democratico agli occhi della comunità internazionale.
Nonostante Israele rivendichi un ruolo di tutela nei confronti delle persone LGBTQ, le politiche di apartheid e di occupazione colpiscono l’intera società civile palestinese e altre minoranze, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Di fronte a richieste di protezione e asilo da parte di palestinesi LGTBQ, fino ad oggi Israele ha sempre risposto con il respingimento e l'espulsione in quanto palestinesi.
Gli attivisti e le attiviste queer palestinesi di Al-Qaws in un appello rivolto alla comunità internazionale dichiarano:
“Il pinkwashing è una strategia utilizzata dalla campagna “Brand Israel” per ottenere il supporto dei gay in altre parti del mondo. Si tratta semplicemente di un tentativo di rendere il progetto sionista più attraente per le persone queer. Questa è l'ennesima replica di una fantasia coloniale tossica, familiare ai nostri occhi – cioè che il colonizzatore può fornire qualcosa di fondamentale e necessario che il colonizzato non può assolutamente provvedere per se stesso.
Il pinkwashing strappa via le nostre voci, la nostra storia e la nostra forza, raccontando al mondo che Israele sa cosa è meglio per noi. Attaccando il pinkwashing, noi reclamiamo la nostra storia, le nostre voci e corpi, dicendo al mondo ciò che vogliamo e come può sostenerci.”
Già due realtà torinesi non insensibili alle tematiche LGBTQ, Studenti Indipendenti e Collettivo Identità Unite, tra gli organizzatori degli eventi universitari del festival e da anni anche tra i protagonisti del Torino Pride, hanno revocato la loro partecipazione. In un comunicato hanno dichiarato che la loro , "è una presa di posizione politica nei confronti di una strumentalizzazione delle tematiche LGBT da parte di uno Stato come quello di Israele, uno stato che non tiene conto, nel suo agire, dei diritti fondamentali dell’uomo."
Facciamo appello a tutte e tutti coloro che ritengono di dover denunciare tale strumentalizzazione, di prendere una posizione pubblica di distanza da questo e da altri eventi che prevedano la diretta e indiretta partecipazione delle autorità e delle istituzioni israeliane, in modo coerente con le attività e il sostegno ai diritti LGBTQ e ai diritti umani. Le iniziative del mondo accademico e artistico-culturale non possono essere lo scudo dietro cui rifugiarsi per non rispondere della sistematica violazione dei diritti fondamentali dell'uomo e della violazione del diritto internazionale.
Confidiamo in una risposta solidale, da parte di realtà LGBTQ e non, alla chiamata al boicottaggio del TGLFF e a tenere alta nel futuro l’attenzione verso altri fenomeni di pinkwashing e mascheramento delle politiche coloniali israeliane ai danni della popolazione palestinese.
Auspichiamo che una presa di posizione da parte della comunità LGBTQ e di chi sostiene i diritti fondamentali dell’uomo e della donna portino all’interruzione dei rapporti tra le istituzioni israeliane, Torino Gay and Lesbian Film Festival e Museo Nazionale del Cinema Torino.
Il giorno dell’inaugurazione, 4 maggio 2016, saremo in Via Verdi 18 alle ore 19 30 di fronte al Cinema Massimo per contestare la collaborazione tra il TGLFF e l’Ambasciata Israeliana.
Per aderire: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
BDS Italia
A seguire materiale informativo sull’appello al boicottaggio culturale proposto dalla cittadinanza palestinese sotto occupazione e l’intervista alla realtà queer palestinese Al-Qaws.
http://www.bdsitalia.org/index.php/campagne/bac/1523-linee-guida-bc-luglio-2014
http://www.pinkwatchingisrael.com/portfolio/pinkwashing-kit/
https://electronicintifada.net/content/eight-questions-palestinian-queers-are-tired-hearing/12951