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Il 30 aprile Eros Ramazzotti suonerà a Tel Aviv. Firma per mandare un messaggio a Ramazzotti per chiedergli di non esibirsi per l'Apartheid israeliana e di rispettare l'appello palestinese al boicottaggio.

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Scrivi a Eros Ramazzotti: Perfetto sarebbe un mondo con diritti garantiti per tutt*!

Caro Eros Ramazzotti,

ho appreso che il 30 aprile 2016 suonerai a Tel Aviv. Secondo l'ANSA hai anche dichiarato: "Shalom Tel Aviv. È la prima volta che vengo in Israele. Sono molto felice".

Ti chiedo di non suonare in Israele e di non lasciare che il tuo talento venga utilizzato per nascondere le politiche israeliane di occupazione, colonialismo e apartheid che da oltre 60 anni opprimono il popolo palestinese. Costringendo i palestinesi a vivere sotto l'oppressione di un brutale sistema di discriminazione razziale e di apartheid, Israele opera in palese violazione dei diritti umani fondamentali e del diritto internazionale.

Ho apprezzato il modo in cui, durante il tour Perfetto, riproponendo "Esodi", scritto 22 anni fa ma tragicamente attuale, hai sollevato la questione dei migranti. Come saprai, secondo dati ONU, il popolo di rifugiati più numeroso al mondo è proprio quello palestinese. Cacciati dalla loro terra nel 1948 in seguito alla pulizia etnica perpetrata dall'esercito sionista e ancora nel 1967 con l'occupazione militare della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e di Gaza, la drammatica diaspora palestinese prosegue ancora oggi a causa dei massacri, delle espropriazioni e delle politiche coloniali israeliane. Oggi il 67% della popolazione palestinese è costretta a vivere nei campi profughi di altri stati o in esilio, e si vede negato il diritto, internazionalmente riconosciuto, al ritorno.

Per questi motivi, nel 2005, oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese hanno lanciato un appello chiedendo a tutte le persone di coscienza il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) nei confronti di Israele. Ispirato dal magnifico esempio del boicottaggio che contribuì alla fine del regime d'apartheid in Sudafrica, il BDS è diventato un movimento globale e in continua crescita ed è sostenuto da numerosi artisti internazionali e da intellettuali di fama mondiale, come il premio Pulitzer Alice Walker, Angela Davis, Carlos Santana, Danny Glover, Elvis Costello, Ken Loach, Stephen Hawking, Naomi Klein, Roger Waters, Lauryn Hill, Stevie Wonder, Vanessa Paradis, Brian Eno e molti altri.

L'appello al boicottaggio culturale si rivolge a tutti gli artisti del mondo chiedendo loro di non esibirsi in Israele e di non partecipare a eventi che mirino a normalizzare la drammatica situazione in atto ponendo sullo stesso piano l'occupante e gli occupati, l'oppressore e gli oppressi. Infatti, come più volte sottolineato dall'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu "Esibirsi oggi in Israele sarebbe come farlo per il regime sudafricano durante gli anni dell'apartheid".

Alcuni affermano che la musica sia un linguaggio di pace e sostengono che arte e cultura siano apolitiche e che boicottarle sarebbe una violazione della libertà di espressione. In realtà, è Israele a non distinguere tra cultura e politica e a usare la cultura e le arti per ripulire la propria immagine e per distrarre l'attenzione dalle politiche di occupazione e di apartheid. Infatti nel 2005, Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano ammise: "Consideriamo la cultura come uno strumento hasbara (di propaganda) di primo ordine, e non facciamo differenza tra propaganda e cultura".

Poiché, come ha affermato Tutu, non prendere posizione in una situazione di ingiustizia equivale a prendere posizione per l'oppressore, ti esorto ad annullare il tuo concerto a Tel Aviv e ad astenerti dal programmare altri concerti in Israele fino a quando non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani del popolo palestinese.

Condividendo l'appello palestinese al boicottaggio, come artista di fama internazionale, potrai svolgere un ruolo essenziale nell'influenzare il cambiamento, nell'accrescere la consapevolezza e nel fornire un contributo nonviolento alla lotta palestinese per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza.

"Perfetto" sarebbe un mondo in cui i diritti sono garantiti per tutte e tutti.

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