LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Hewlett Packard (HP) è un gigante statunitense della tecnologia dell’informazione, largamente presente sul mercato italiano con stampanti, computer portatili, tablet, accessori e sistemi informatici complessi. Ma non tutti sanno che HP è anche complice della brutale occupazione israeliana della Palestina, della discriminazione dei palestinesi attraverso l’apartheid e di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele. Con contratti per centinaia di milioni di euro, HP trae profitto e collabora con l'occupazione israeliana attraverso la fornitura e manutenzione di:

  1. Tecnologie per l’infrastruttura informatica delle Forze armate israeliane
  2. Il sistema BASEL, un sistema d’identificazione biometrica con riconoscimento palmare e facciale, installato nei checkpoint per impedire la libera circolazione dei palestinesi e per controllarne gli accessi in Israele e a Gaza.
  3. Un database che registra tutta la popolazione Israeliana, ivi inclusa quella palestinese, stratificandola per etnia e nazionalità, e quindi facilitando la discriminazione razziale nei confronti dei non-ebrei e il controllo della popolazione nei Territori Occupati attraverso il sistema dei permessi e delle carte d’identità che usano dati biometrici.
  4. Servizi e attrezzature alle carceri israeliane
  5. HP opera inoltre nelle colonie illegali della Cisgiordania attraverso propri centri di sviluppo e in partenariato con aziende di servizi e tecnologie che vi risiedono, contribuendo all'industria delle colonie, uno degli ostacoli maggiori per la cessazione dell’occupazione e per lo sviluppo della Cisgiordania.

Per questi motivi l'ONG MAIS di Torino aderisce alla Campagna “Io non compro HP” fino a quando HP non porrà fine alla sua complicità con l'occupazione israeliana e all’oppressione dei palestinesi, e si impegna a non comprare prodotti Hewlett Packard (quali stampanti, computer, inchiostro e accessori) e a non avvalersi dei suoi servizi informatici, perché non vuole essere complice della violazione dei diritti dei palestinesi.

Fonte: MAIS