Il distaccamento della costa ovest negli Stati Uniti di Students for Justice in Palestine (SJP) accoglie con piacere il rigetto da parte dello U.S. Department of Education’s (DOE’s) delle richieste di Title IV contro tre università californiane (UC Berkeley, UC Santa Cruz, and UC Irvine) che accusavano l'attivismo per il supporto dei diritti umani dei palestinesi come fattore di ostilità per gli studenti ebrei nell'ambiente universitario. Queste accuse sono state solo le ultime di una lunga serie [1] di attacchi intimidatori contro gli attivisti pro Palestina che mirano a scoraggiare, censurare e calunniare le azioni in favore dell'uguaglianza e della libertà dei palestinesi.

Nel tentativo di reprimere l'attivismo solidale con la Palestina, questi reclami Title IV hanno ripetuto le solite false asserzione che vogliono il supportare i diritti umani dei palestinesi o il criticare le politiche di Israele macchiate di antisemitismo. Perciò, la comunità ebraica dei campus è stata falsamente ritratta come totalmente unita e asservita alle politiche dello stato di Israele, per supportare le argomentazioni che l'attivismo pro Palestina creasse un ambiente ostile per gli studenti delle comunità ebraica. I vari distaccamenti di SJP hanno un lunga storia di opposizione a tutte le forme di razzismo, incluso quello anti ebraico.

Pensiamo che questo tentativo di usare il Civil Rights Act per limitare la libertà di parola degli studenti in supporto dei diritti degli oppressi come una distorsione perversa dello spirito della suddetta legge e come una deformazione del suo fine di garanzia della libertà e di giustizia.

Siamo contenti che il Department of Education ha rigettato le accuse di tutti e tre i casi, trovando che le accuse fossero senza valore o i discorsi tenuti in pubblico fossero “esempi che uno studente ragionevole con un'alta formazione potrebbe incontrare”. Queste conclusioni fanno eco alle decisioni dello stesso Dipartimento nel 2007 rigurdanti la UC Irvine, che dichiarò che “i discorsi, gli articoli, le manifestazioni, i simboli e gli eventi di protesta non erano in relazione con le origini ebree degli studenti, ma con le critiche verso le politiche dello stato israeliano.”

I rigetti delle accuse finalmente hanno tolto la spada di Damocle che pendeva sulle nostre università fin dal 2004, quando la prima lamentela sulla UC Irvine era stata inoltrata al DOE.

Queste lamentela, e le indagini per anni portate avanti dal DOE, hanno contribuito a soffocare gli studenti sttivisti e le organizzazioni con uno spaventoso effetto rallentante, portanto all'arbitraria revisione dei discorsi da parte degli amministratori accademici timorosi di un'indagine federale (discorsi la cui libertà è protetta dal diritto costituzionale). Diamo il benvenuto ai rigetti, ma speriamo che il DOE prenderà provvedimenti per far sì che indagini di questo tipo siano più celeri in futuro.

Queste ricusazioni rappresentano la sesta più grande vittoria per SJP per i diritti di libertà di parola nell'anno accademico 2012-2013:

  • Nel 2012, Felber v. Yudof [2], una causa legale basata su tematiche simili a questa, fu archiviata dalla corte perchè il fatto non sussiteva, dopo che un giudice federale aveva decretato che i discorsi tenuti, verso cui erano insirizzate le lamentele, erano protette dalla costituzione.

  • Le raccomandazioni di un'ampia campagna di censura e monitoraggio [3] dei delle azioni di SJP fatte dal Campus Climate Advisory Council furono effettivamente annullata.

  • La UC Student Association (UCSA) votò a stragrande maggioranza [4] per condannare la risoluzione HR-35 della California Assembly che appoggiava i report del Campus Climate. La UC Berkeley Graduate Student Association e più di 1000 neo laureati [5] si unirono per opporsi alla risoluzione HR 35.

  • Studenti del senato accademico delle università UC Berkely, UC Davis, UC Santa Barbara, UC Irvine, e UCSA approvarono una mozione che condannava commenti islamofobici e anti palestinesi rivolti contro SJP e la Muslim Students Associations (MSA) da parte di Tammi Rossman-Benjamin.

  • Sadia Saifuddin fu confermata nella posizione di reggente della UC Student Regent, nonostante gli sforzi per fermare la sua elezione [6] in seguito alle sua dichiarazione in favore del movimento BDS.

Sebbene non ci aspettiamo che i tentativi di intimidazione di SJP finiscano, siamo consapevoli che i gruppi anti palestinesi che hanno inoltrato questi reclami non possono metterci a tacere né presentarsi alla comunità universitaria con argomentazioni fattibili a favore delle politiche di occupazione e di discriminazione dello stato di Israele.

Quindi riaffermiamo il nostro impegno per portare avanti la campagna di soliderietà per la Palestina e continueremo a lavorare fino al giorno in cui il sistema universitario taglierà i suoi rapporti finanziari con le corporazioni che traggono profitto dall'oppressione del popolo palestinese.

 

 

 

[1] http://sjpwest.org/2012/10/11/timeline-the-university-of-california-record/

[2] http://palestinelegalsupport.org/download/advocacy-documents/FACT%20SHEET%20Shutting%20Down%20Student%20Speech%20at%20U.C._fn_DISTRIBUTE.pdf

[3] http://sjpwest.org/wp-content/uploads/2012/12/SJP-Letter-to-Academic-Senate1.pdf

[4] http://mondoweiss.net/2012/09/cas-largest-student-union-condemns-resolution-hr-35-tells-uc-regents-stop-profiting-from-israeli-occupation.html

[5] http://sjpwest.org/2013/01/09/uc-student-petition-against-hr-35-surpasses-1/

[6] http://www.mercurynews.com/ci_23688198/muslim-uc-regent-sadia-saifuddins-confirmation-is-heartening

 

 

Fonte: sjpwest.org

Traduzione: BDS Italia