Gli studenti dell'Università di Liverpool hanno votato per il sostegno alla campagna del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), un'importante vittoria per gli attivisti [impegnati nella] solidarietà con i palestinesi.
La mozione dà mandato al Comitato degli studenti [dell'Università] di Liverpool, tra le altre cose, di promuovere il disinvestimento dalle imprese complici con l'occupazione israeliana e di fare pressione sull'università affinché faccia altrettanto. La mozione impegna anche il Comitato a cessare l'acquisto di prodotti israeliani.
Più di 1000 studenti hanno partecipato al referendum indetto dal Comitato degli studenti di Liverpool, e prevedeva tre opzioni di voto: “Si”, “No”, o una soluzione alternativa che respingeva [il sostegno] al BDS, ma invitava l'associazione a “promuovere un approfondimento della questione”.
Secondo la procedura di voto del referendum gli studenti potevano scegliere tra tre possibilità l'opzione preferita, oppure “le prime due o metterle tutte e tre in ordine di preferenza”. Veniva allora dato un punteggio “a ogni indicazione sulla base dell'ordine di preferenza”.
Il sostegno al BDS ha ricevuto un totale di 1.866 punti, il voto contrario 934 e la soluzione alternativa 1.479.
In una conferenza stampa sulla vittoria, l'University of Liverpool Friends of Palestine (ULFOP) ha inneggiato alla “vittoria schiacciante” nonostante che, secondo l'associazione, la procedura di voto favorisse un risultato avverso.
“Il voto per la mozione aveva una sola scelta mentre quello contrario ne aveva due. Se gli studenti non avessero espresso la loro preferenza sulle tre opzioni, la scelta di una sola risposta avrebbe avuto un minore peso”.
Nonostante questo e altre contestazioni, l'ULFOP ha affermato che “la chiara vittoria per il BDS dimostra che una larga maggioranza del corpo studentesco è o è divenuto consapevole del regime di apartheid e di oppressione dei palestinesi, ed è pronto a sottoscrivere un documento contro di esso.”
Zhora, membro del ULFOP e citata nel comunicato stampa, ha descritto il risultato “come una genuina espressione del sentimento del campus, dove gli studenti delle diverse fedi e culture credono che l'occupazione del popolo palestinese e del suo territorio sia ingiusta, simile a un sistema di apartheid e quindi che non si può permettere che continui”.
In risposta alle obiezioni dei difensori di Israele, l'ULFOP ha detto che “respinge incondizionatamente le accuse che il BDS favorisca le divisioni nel campus, riconoscendo invece che il movimento del BDS è uno strumento nonviolento ed efficace per fare pressione sul governo israeliano e sulle imprese che traggono profitto dall'occupazione della Palestina”.
Nel frattempo l'Unione degli studenti ebrei, che ha mandato un esponente a Liverpool per sostenere la campagna del “No”, ha commentato i risultati come deludenti, impegnandosi a lavorare con la società ebraica di Liverpool per continuare a creare nel campus “l'opposizione contro il BDS.”
Fonte: Middle East Monitor
Traduzione di BDS Italia