di Nora Barrows-Friedman
Martedì notte, in una seconda votazione a sorpresa, il senato studententesco universitario della Stanford University in California ha approvato una risoluzione per il disinvestimento dalle imprese che traggono profitto dalle violazioni di Israele dei diritti dei palestinesi. La vittoria è stata schiacciante con dieci rappresentanti che hanno votato a sostegno della risoluzione, quattro voti contrari e un'astensione.
L'approvazione al disinvestimento arriva appena una settimana dopo il voto espresso sulla risoluzione dal senato studentesco universitario, non passata per la mancanza di un solo voto per raggiungere la maggioranza dei due terzi.
La risoluzione è stata portata avanti dalla coalizione Stanford Out of Occupied Palestine (SOOP), che si compone di diciannove gruppi studenteschi, tra cui la Black Student Union, la MEChA (la più grande organizzazione studentesca Latin*/Chican* degli Stati Uniti) e la Stanford Students for Queer Liberation.
Secondo un comunicato stampa pubblicato martedì notte, la Stanford Out of Occupied Palestine afferma:
Il presidente e il vicepresidente del Senato studentesco hanno deciso di riconsiderare la risoluzione dopo la sconfitta di stretta misura per un solo voto la settimana scorsa (nove a favore, un'astensione, cinque contrari). I rappresentanti degli studenti hanno dichiarato che l'ambiente ostile creato dagli oppositori al disinvestimento durante la seduta della settimana passata aveva loro impedito di votare con la giusta chiarezza e hanno chiesto di poter far coincidere il prorio voto con le proprie vere opinioni.
"Immenso sostegno studentesco"
Gli studenti di Stanford negli ultimi otto anni hanno costantemente portato avanti la campagna per il disinvestimento e l'aumento dei sostenitori è stato niente meno che spettacolare.
In una votazione del 2013, la risoluzione al disinvestimento ottenne l'appoggio di un solo rappresentante degli studenti, con sette all'opposizione e cinque astenuti.
La costante opera di sensibilizzazione portata avanti dalla SOOP attraverso l'organizzazione di eventi divulgativi e azioni dirette, ha indubbiamente contribuito a mettere l'attivismo in solidarietà con la Palestina al centro dell'attenzione del campus.
La coalizione afferma in un comunicato stampa rilasciato dopo il voto del 10 febbraio che, durante questa ultima campagna, la coalizione "ha raccolto l'immenso sostegno degli studenti; oltre 1.600 studenti hanno firmato la petizione di SOOP e circa 400 sostenitori si sono riuniti" per far sentire la propria voce sulla prima votazione della settimana scorsa.
Questa settimana, gli attivisti di SOOP e i sostenitori comunicano che il prossimo passo sarà premere sul Consiglio di Amministrazione perché adotti le raccomandazioni proposte dalla voce degli studenti.
Nel comunicato stampa di SOOP, Rama Awad, studentessa del secondo anno a Stanford, ha detto: “Dopo mesi di duro lavoro, è gratificante vedere il Senato rispondere al nostro appello e confermare i nostri sforzi al disinvestimento. Il prossimo passo sarà fare pressione sul Consiglio di Amministrazione perché porti in fondo la proposta. Chiediamo al Consiglio della Stanford University e direttamente al presidente John Hennessy: - Intendete ascoltare la voce degli studenti?"
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia