Se sei un accademico (in attività o in pensione) puoi firmare la petizione. La tua firma apparirà nell’elenco dei firmatari. Anche studenti ed ex studenti dell’École Polytechnique possono firmare la petizione.
Nel 2013, l'École Polytechnique ha siglato un doppio accordo con Technion, l'Istituto Tecnologico di Israele.
Il primo accordo prevede lo scambio di docenti e studenti invitati, insieme a una partnership per lo sviluppo della ricerca. Si potrebbe pensare che si tratti di una collaborazione come qualsiasi altra, tra due istituzioni scientifiche con buona reputazione. La situazione reale è molto meno attraente.
In effetti, da un certo numero di anni, Technion pratica discriminazione contro i cittadini palestinesi di Israele, mentre, allo stesso tempo, sostiene l'esercito israeliano [1]; ha messo il proprio know-how a servizio del complesso militare-industriale israeliano [2]. In tal modo, è diventato una parte importante del sistema israeliano di occupazione dei Territori Palestinesi e della sua lunga serie di atti illegali (uso sproporzionato della forza, colonizzazione, espropri, distruzione di case, espulsioni, arresti arbitrari, omicidi, etc.). Di conseguenza, espone studenti, ricercatori e docenti della École Polytechnique al rischio di complicità in crimini di guerra [3]. Non è chiaro se l'École Polytechnique ha compreso il rischio legale che corre - per non parlare del problema morale.
Il secondo accordo apre la strada a un doppio diploma, con scambi di studenti a livello di master. In questo quadro, in teoria gli studenti dell'École Polytechnique possono seguire corsi presso Technion e svolgere il loro tirocinio di ricerca lì, in particolare quelli in ingegneria e scienze informatiche.
Questa partnership è particolarmente scioccante perché va contro il principio costituzionale francese di uguaglianza per tutti nell'accesso all'istruzione, a prescindere dalla razza, religione o origine nazionale. Nel 1960, l'École Polytechnique ha mostrato all'unanimità la sua solidarietà con il professor Laurent Schwartz che era stato licenziato dal Ministero della Difesa per aver parlato contro l'uso della tortura in Algeria. Possiamo accettare oggi, senza una parola, che ad uno studente palestinese al Polytechnique sia negato l'accesso a un corso aperto a suoi compagni di classe? E che dire dei numerosi studenti presso l'Ecole, cittadini francesi o stranieri, il cui nome potrebbe sembrare arabo o musulmano? La loro identità, come uno stigma, impedirà loro di registrarsi per il doppio diploma, in modo da non essere esposti al bullismo e all'umiliazione che la polizia di frontiera israeliana infligge regolarmente agli altri esseri umani. E’ degno dell’École Polytechnique essere obbligati a consigliare ad una percentuale non trascurabile dei suoi studenti di non fare domanda per un programma di formazione interno, borbottando in conversazioni tra i corridoi che "con il tuo nome non dovresti creare problemi?”
I’AURDIP (Associazione Accademici per il Rispetto del Diritto Internazionale in Palestina), unendo insieme diverse centinaia di persone del personale universitario francese, chiede che la École Polytechnique cessi tutte le forme di sostegno o collaborazione con Technion. Lo richiedono un senso di etica, un rifiuto delle pratiche discriminatorie, così come il rispetto per il diritto internazionale. Lo necessita la preoccupazione di non implicare studenti, ricercatori e docenti della École Polytechnique nell’attuazione di crimini di guerra.
Chiediamo quindi a tutte le persone che hanno legami con École Polytechnique (studenti, ex studenti, professori, oratori invitati, impiegati, membri dell’autorità di supervisione, donatori) di firmare questa lettera, di mobilizzarsi e di esigere che l’amministrazione rinunci a questa partnership.
Chiediamo a tutti i membri delle università che sono shockati da questa partnership di firmare questa lettera e di scrivere all’amministrazione dell’École Polytechnique.
Alcuni fatti:
[1] Technion, così come un certo numero di università israeliane, mantiene una politica discriminatoria nei confronti degli studenti palestinesi cittadini di Israele. Questi costituiscono quasi il 20% della popolazione in età studentesca in Israele, ma solo il 5% di coloro che perseguono un Master e il 3% di coloro che studiano per un dottorato di ricerca. Allo stesso tempo, Technion è l'università israeliana che ha la più alta percentuale di studenti e professori militari, ex militari e riservisti. Gli studenti che prestano servizio nelle forze armate o nelle riserve beneficiano di vantaggi volti a facilitare la loro carriera accademica; Technion propone anche una formazione specifica in meccanica per gli ufficiali dell'esercito israeliano.
La libertà di espressione e di manifestare degli studenti palestinesi cittadini di Israele è limitata: coloro che mostrano pacificamente la loro disapprovazione delle politiche israeliane nel campus sono a volte arrestati. Non sono autorizzati a formare associazioni studentesche o a organizzare eventi nel campus che criticano la politica israeliana nei confronti dei palestinesi. D'altra parte, le associazioni favorevoli al sionismo e manifestazioni a favore dell'esercito israeliano sono autorizzati nel campus.
[2] Technion intrattiene solidi rapporti di ricerca con aziende del settore militare-industriale israeliano. Per decenni ha contribuito allo sviluppo delle tecnologie utilizzate in armamenti e sistemi di armamento utilizzati contro i palestinesi nei Territori Occupati. Negli ultimi anni, studenti e ricercatori Technion hanno partecipato ai lavori per la creazione di un bulldozer corazzato telecomandato (IDF Caterpillar D9), che è stato utilizzato per distruggere le case della popolazione civile palestinese (25.000 case distrutte dal 1967). Hanno anche partecipato allo sviluppo di droni, ideati e utilizzati per scopi militari nei Territori Occupati Palestinesi.
Technion ha stretti legami con le corporazioni informatiche e di telecomunicazioni: Verint, NICE Systems, Amdocs, Check Point e Comverse, che forniscono all'esercito israeliano sistemi di sorveglianza e programmi di monitoraggio sulla popolazione palestinese; ma anche programmi usati per assistere aerei e droni nel corso delle operazioni militari.
Infine, Technion lavora in stretta collaborazione con due dei più grandi produttori di armi israeliani, Rafael Advanced Defense Systems and Elbit Systems.
Nel 2001 il Technion ha annunciato la creazione di un programma Master in Business Administration, concepito specificamente per i manager di, rafforzando ulteriormente i legami già esistenti tra l'università e l'azienda di armi. A partire dal 2006, la ricerca congiunta è stata effettuata nello sviluppo di missili. Rafael Advanced Defense Systems beneficia così dalla ricerca svolta dagli studenti e scienziati Technion. L'azienda non produce solo missili, ma anche elettronica per le unità corazzate israeliane. Gli armamenti e i sistemi prodotti da Rafael sono impiegati nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
Allo stesso modo, nel 2008, Elbit Systems ha creato all'interno di Technion un centro di ricerca congiunto per l’ottica elettronica. Elbit Systems recluta una parte importante dei suoi manager e ingegneri dalla Technion. L’Amministratore Delegato ha anche dichiarato che il rapporto che esiste tra la sua azienda e Technion ha svolto un ruolo essenziale nel garantire il successo di Elbit Systems nel mondo competitivo e globalizzato dei produttori di armamenti.
Elbit Systems produce non solo i droni, ma anche tutta una serie di armi e munizioni (per artiglieria, unità corazzate e aerei) utilizzati dall'esercito israeliano nelle sue operazioni militari a Gaza e in Cisgiordania, durante le quali sono stati commessi numerosi crimini di guerra impuniti. Inoltre, Elbit Systems fornisce e offre assistenza al sistema di sorveglianza e spionaggio dell'esercito israeliano lungo il Muro di Separazione e attorno a un certo numero di colonie israeliane in Cisgiordania e Gerusalemme est. Nel 2004, la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato il Muro, come le colonie, contrario al diritto internazionale; come nel caso dell’apartheid, danno luogo a misure discriminatorie contro i palestinesi. Un certo numero di fondi pensione e banche europee hanno ritirato la loro partecipazione azionaria in Elbit Systems per il suo coinvolgimento in violazioni del diritto internazionale.
[3] Attraverso i suoi stretti collegamenti di lunga data con il complesso militare-industriale israeliano, Technion ha contribuito all'elaborazione e all'attuazione di armamenti e sistemi bellici. Ora tutto questo è stato usato ed è ancora in uso dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, soggetta a un blocco che è illegale secondo il diritto internazionale, e ai bombardamenti intensi e alle incursioni dell'esercito israeliano, come ad esempio:
- §Operazione Piombo Fuso (Dicembre 2008 e Gennaio 2009) che ha provocato la morte di 1.350 palestinesi, dei quali quasi 2/3 civili – uomini, donne e bambini;
- §Operazione Colonna di Difesa (Novembre 2012) che ha provocato la morte di 160 palestinesi, dei quali almeno 70 civili – uomini, donne e bambini;
- §Operazione Margine Protettivo (Luglio-Agosto 2014), che ha provocato la morte di 2.150 palestinesi, dei quali quasi due terzi civili – uomini, donne e bambini.
Questi armamenti e sistemi bellici sono stati e sono tuttora in corso di utilizzo da parte dell'esercito israeliano in Cisgiordania, soggetta di una politica attiva di colonizzazione, illegale secondo il diritto internazionale, così come lo sono le numerose misure repressive adottate contro la popolazione palestinese - per non parlare del loro utilizzo durante la micidiale guerra del 2006 nel Libano meridionale, l’infelice ricordo dei suoi bombardamenti del villaggio di Cana, che ha causato la morte di 28 civili, tra cui donne e bambini.
Ora il diritto internazionale ritiene che la fornitura di armi e materiale ad autori di crimini di guerra ammonta a favoreggiamento del reato, e quindi l’incorrere in responsabilità penali del fornitore come un complice (art. 25, § 3 e § 30 dello statuto del Tribunale Penale Internazionale: Tribunale Speciale per la Sierra Leone, sentenze del 16 Marzo 2006, § 40, e del 26 Aprile 2012, dell'art. 149).
Ne consegue che una forte presunzione di complicità in crimini di guerra ricade sulle imprese di armi israeliane ma anche sulle università e laboratori israeliani come Technion. Questa presunzione, in maniera più effettiva, riguarda professori, ricercatori e studenti francesi che hanno partecipato a programmi scientifici che facilitano lo sviluppo o l'uso di armi e sistemi bellici utilizzati dall'esercito israeliano e, naturalmente, quelli che hanno supervisionato o finanziato la loro ricerca. Tale presunzione sarebbe tale da dare luogo a denunce penali in Francia e l'apertura di un'indagine preliminare o un'inchiesta giudiziaria. La presenza di studenti dell'École Polytechnique o di ricercatori francesi presso Technion comporta per loro un rischio penale.
Questi elementi dovrebbero chiaramente portare l'École Polytechnique a terminare ogni collaborazione con Technion.
Nonostante sia stata informata di tutto questo, al momento l’amministrazione dell’École Polytechnique si è rifiutata di sospendere questa partnership. Vedere la lettera dell'AURDIP al Direttore Generale dell'École Polytechnique del 6 Dicembre 2013.
Fonte: aurdip.fr
Traduzione: BDS Italia