Vorremmo ringraziare gli editori di Savage Minds per averci invitato a dare il calcio d’inizio a questa importante conversazione su una potenziale risoluzione dell’AAA a sostegno del BDS. Durante i quattro precedenti post [1] [2] [3] [4], abbiamo provato a mettere in evidenza alcune delle questioni chiave per cui gli antropologi, in particolare, dovrebbero onorare l'appello al boicottaggio che fu originariamente lanciato da una società civile palestinese unita nel 2005. Dalle nostre analisi sul ruolo che l'archeologia gioca nell'espropriazione delle terre palestinesi alla nostra visione d’insieme sui boicottaggi storici dell'AAA e alla discussione sulla libertà accademica, abbiamo portato avanti l’idea di come il BDS sia l’unica risposta sensibile, efficace ed appropriata alla situazione attuale.

Detto questo, la discussione sul BDS è troppo importante per essere pienamente argomentata in quattro piccoli post su un blog. Vorremmo ringraziare chiunque si sia preso il tempo per leggerli attentamente e rispondervi in maniera rispettosa, sia nei commenti che privatamente, per cercare ulteriori chiarificazioni su questi argomenti così importanti.

In questo ultimo articolo, tenteremo di rispondere ad alcune delle domande più comuni che abbiamo ricevuto. Se avete una domanda che non è compresa tra quelle a cui viene risposto qui di seguito, lasciate un commento e continuate ad avere questa importante discussione sulla migliore risposta da dare alle massicce violazioni israeliani dei diritti umani.

I. Domande generali sul BDS

1. Cos’è il BDS? Quali sono gli obiettivi del movimento?

BDS è una acronimo che sta per “Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni.” Si riferisce all’appello lanciato nel 2005, approvato da oltre 170 movimenti della società civile palestinese, per l’utilizzo di una strategia non violenta per mettere pressione al governo israeliano. L’appello invita a varie forme di boicottaggio finchè Israele non andrà incontro ai suoi obblighi sanciti dal diritto internazionali quali:

  1. Porre fine alla sua occupazione di tutte le terre palestinesi;
  2. Riconoscere i fondamentali diritti dei cittadini palestinesi di Israele fino alla piena uguaglianza;
  3. Rispettare, supportare e proteggere i diritti dei rifugiati palestinesi, come sancito dalla Risoluzione ONU 194.

Per saperne di più sulla storia del movimento BDS, potete vedere il nostro primo post o vedere il sito del movimento BDS, dello USACBI, e del PACBI. Se vorreste avere un’introduzione più corposa, vorremmo anche raccomandarvi la lettera del libro di Omar Barghouti (2011), Boycott, Divestment, Sanctions: The Global Struggle for Palestinian Rights.

2. Perchè i diritti dei rifugiati devono essere parte dell’appello BDS?

BDS è un movimento basato sui diritti. Enfatizza i principi dei diritti dell’uomo sui quali una qualsiasi soluzione deve essere costruita. Tra il 1948 e il 1967, più di un milione di palestinesi sono stati espulsi dalle loro case. Secondo le più recenti stime, ad oggi loro ed i loro discendenti costituiscono la più grande (e la più lunga) crisi di rifugiati al mondo, lasciando più di 5 milioni di rifugiati palestinesi senza uno Stato registrati presso le agenzie dell’UNRWA. Le Nazioni Unite hanno ripetutamente riaffermato i diritti di queste persone di poter ritornare alle proprie case: UNGA 194 (1948), UNSC 236 (1967), e UNGA 169 (1980). Questi diritti fondamentali, che sono legalmente onorati, devono essere rispettati come parte di qualsivoglia soluzione.

In più, non sta a noi, come antropologi, l’imporre i termini della lotta per la libertà dei palestinesi. Proprio come non ci saremmo mai permesso di dare lezioni ai nostri informatori etnografici sul modo migliore di come condurre la loro vita, dobbiamo altresì astenerci dal tentare di controllare da lontano i termini della liberazione palestinese. Il nostro ruolo dovrebbe essere quello di sostenere coloro che lottano per raggiungere i propri diritti e le proprie libertà fondamentali in ogni modo possibile. Abbiamo presentato una piattaforma ragionevole, efficace e non violenta per la realizzazione dei diritti umani dei palestinesi. La questione di fronte a noi è se approveremo o rifiuteremo la chiamata.

Per maggiori informazioni sui rifugiati palestinesi, raccomandiamo la lettura di questo report della ONG palestinese Badil, così come la precisa collezione di articoli sul diritto al ritorno della ONG israeliana Zochrot.

3. Ma quindi significa che con una risoluzione sul boicottaggio accademico si appoggia implicitamente una soluzione ad uno Stato unico per il conflitto israelo-palestinese?

No. Il BDS non prende alcuna posizione su quale dovrebbe essere il risultato politico ultimo del conflitto israelo-palestinese, ma solo che i tre principi sopracitati siano rispettati. Alcune persone ed alcune gruppi all’interno del movimento appoggiano una specifica soluzione – ad uno o due Stati – mentre altri no.

Ciò che unisce questi diversi gruppi politici è la credenza che il rispetto dei diritti umani fondamentali di tutte le persone che vivono in una certa terra sia una precondizione necessaria per qualsiasi risultato finale. Come scrive Omar Barghouti nel suo libro BDS: The Global Struggle for Palestinian Rights:

Mentre i singoli attivisti e sostenitori del BDS possono supportare diverse soluzioni politiche, il movimento BDS in sé non adotta nessuna formula specifica e si distacca dal dibattito “Stato unico contro due Stati”, concentrandosi invece sui diritti universali e sul diritto internazionale, che costituiscono una solida base per il consenso palestinese intorno alla campagna.

In altre parole, la posta in gioco qui è sui i grandi principi dei diritti umani che devono essere alla base di ogni giusta fine al conflitto. La risoluzione dell’AAA dovrebbe seguire l'esempio del movimento BDS nel sostenere un approccio basato sui diritti. E quindi no, risoluzione sarebbe non costituisce un'approvazione di una qualsiasi specifica politica o risultato politico.

Per maggiori informazioni sull’argomento, raccomandiamo questi due brevi-ma-dritti-al-punto articoli di Ali Abunimah qui e qui.

4. Il boicottaggio accademico può davvero funzionare?

Ha funzionato in passato. I leader sudafricani, da Nelson Mandela a Desmond Tutu, hanno citato il boicottaggio internazionale del Sud Africa come un contributo per porre fine all’apartheid. In più, abbia prove schiaccianti di come, nonostante la sua relative “giovinezza”, il movimento BDS stia già modificando la conversazione in maniera significativa, sia negli Stati Uniti che in Palestina-Israele. Funzionari americani hanno ripetutamente citato il BDS come strumento per mettere una significativa pressione ad Israele per porre fine alla sua occupazione. Similmente, funzionari israeliani stanno cominciando a capire che le loro politiche vengono portate avanti ad un costo sempre crescente. E i movimenti non violenti palestinesi stanno finalmente ricevendo un po’ di supporto dalla comunità internazionale.

 

II Frequenti critiche al BDS

5. Il BDS è antisemita?

No.

BDS prende di mira le istituzioni israeliane in risposta alle violazioni di Israele dei diritti dell’uomo. Non prende di mira le singole persone o le singoli istituzioni ebraiche in alcun modo, forma o condizione. L’unico modo in cui il BDS potrebbe essere considerato antisemita è equiparando falsamente lo Stato di Israele al giudaismo (e, in tale processo, cancellare o ignorare il grande e crescente numero di ebrei che si oppongono alle politiche israeliane e/o che appoggiano il BDS.

Il movimento BDS viene fuori da una forte analisi antirazzista. E ciò è stato riaffermato da molti leader del BDS nel loro comunicato: “La lotta per i diritti palestinesi è incompatibile con qualsiasi forma di razzismo o intolleranza.”  Ed è ulteriormente riaffermato nella prefazione della risoluzione dell'ASA sul boicottaggio. In quanto movimento antirazzista, il BDS rigetta ogni forma di intolleranza, incluso il razzismo anti-ebraico.

6. Appoggiare il BDS incoraggia alla violenza verso gli israeliani?

Il movimento BDS è impegnato in azioni non violente. Per decenni, i movimenti di resistenza palestinese sono stati criticati per aver adottato strategie violente. Il BDS rappresenta un rifiuto delle tattiche violente, costruendo invece un movimento basato sui principi della resistenza non violenta. Non ce la sentiamo di far parte di questo, allora abbiamo un grosso problema con noi stessi.

7. Quindi un boicottaggio accademico non inficerà gli studiosi israeliani in alcun modo, forma o condizione?

E’ molto importante notare come molti degli argomenti contro il BDS non siano argomenti contro questo boicottaggio, ma contro qualsiasi boicottaggio. Il BDS è uno strumento, non un obiettivo. E come tutti gli altri boicottaggi nell’intera storia dei movimenti non violenti, un boicottaggio è uno strumento a forte impatto. E’ concepibile, per esempio, che il boicottaggio degli autobus di Montgomery può aver danneggiato alcuni autisti di autobus che non supportavano singolarmente leggi di Jim Crow. Allo stesso modo, il boicottaggio dell’AAA degli hotel Hyatt potrebbe aver danneggiato alcuni direttori di filiale che credevano personalmente nei diritti dei lavoratori. Allo stesso modo, è del tutto possibile che un boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane possa causare un disagio occasionale per alcuni studiosi israeliani. Purtroppo, in assenza di un'azione efficace, l'opposizione individuale alle politiche oppressive non fa nulla per cambiare la complicità della loro istituzione con le violazioni dei diritti in corso. Comprendendo questo, un certo numero di accademici e attivisti israeliani hanno approvato il BDS come una strategia efficace per amplificare la loro personale opposizione alle politiche delle loro università e del loro governo. (Molti di loro sono stati poi costretti a lasciare Israele per aver espresso le loro opinioni politiche). Il BDS cerca di incoraggiare, amplificare e sostenere quelle poche voci critiche all'interno dell'accademia israeliana.

Un boicottaggio non è una tattica da prendere con leggerezza. E' l'ultima spiaggia a cui approdare solo quando sono state esaurite tutte le altre misure. Inoltre, al movimento BDS va riconosciuto il grande merito di essere flessibile e di ridurre al minimo il danno potenziale per singoli studiosi. Gli obiettivi del BDS sono istituzioni complici delle politiche discriminatorie di Israele. Gli studiosi individuali sono ancora liberi di fare ricerca e collaborare con studiosi americani, e di frequentare le nostre conferenze, purché lo facciano come individui e non come rappresentanti delle loro istituzioni.

8. Ma il BDS non sarebbe un danno anche per i palestinesi?

Proprio come i sostenitori dell’apartheid in Sud Africa – che usavano esattamente la stessa argomentazione – questo argomento viene spesso avanzato da coloro che si oppongono dall’intraprendere una qualsiasi azione contro l'occupazione e le politiche discriminatorie israeliane. Il BDS è la tattica che una società civile palestinese unita ha al momento scelto. Confidiamo nella società civile palestinese unita per poter valutare i costi ei benefici di questa azione più di un qualsiasi antropologo o commentatore straniero.

III. Perchè Israele?

9. Perchè “scegliere solo” Israele?

Questo è un altro argomento che non viene proposto contro questo boicottaggio, ma bensì contro tutti i boicottaggi. Se avete mai partecipato ad un boicottaggio – e se siete membri dell’AAA, ne state prendendo parte a molti – allora avete “scelto un singolo obiettivo”. E’ così che funzionano i boicottaggi: si sceglie un obiettivo che sta violando i diritti di qualcuno, consci che è vulnerabile alla pressione esterna, e si porta tal pressione finchè non dà i suoi frutti.

10. Si sta dicendo che Israele è il peggiore a violare i diritti dell’uomo? E che dire della situazione dei diritti dell’uomo nel paese X?

Non è compito nostro stilare un classifica delle violazioni dei diritti umani nel mondo, nè dovremmo farlo. Nel corso degli ultimi 4 articoli, abbiamo documentato sufficienti ragioni per cui l’AAA dovrebbe appoggiare l’appello unito della società civile palestinese per boicottare Israele, dalla sua occupazione che dura da 47 anni, al suo rifiuto di equali diritti per tutti i suoi cittadini, dal rifiuto di concedere a più di 5 milioni di rifugiati di poter tornare alle proprie abitazioni ai suoi continui crimini di guerra in corso nell’attuale attacco contro Gaza; e dalla complicità delle sue università in queste politiche alla violazione del diritto all’educazione degli studenti palestinesi. In più, il fatto che gli Stati Uniti diano più aiuti economici ad Israele – più di 3 miliardi di $ all’anno – che a qualsiasi altro paese sulla terra, da grande rilevanza a questa situazione a qualsiasi americano. Infine, il malo uso della conoscenza archeologica al servizio dell’occupazione rende Israele un problema specificatamente pertinente per le considerazioni dell’AAA.

I boicottaggi non sono uno strumento di confronto, né lo devono essere. L'AAA non ha esaminato la storia di ogni albergo o di ogni fornitore di bevande prima di sottoscrivere i boicottaggi Hyatt o Coca-Cola. Cesar Chavez non ha esaminato tutti i prodotti agricoli nei supermercati, prima di chiederci di boicottare l'uva. Quando siamo chiamati ad adottare un boicottaggio, dovremmo chiederci se è efficace e di sani principi, e non rannicchiarsi nell’inazione, nel gioco di confrontare e classificare la sofferenza.

L’approvazione di questo boicottaggio non ci obbliga nè ci impedisce di intraprendere azioni appropriate per affrontare qualsiasi altra questione. Se qualcuno volesse proporre un argomento di un'altra questione che merita la nostra attenzione e la nostra azione - sia sotto forma di boicottaggio o di qualsiasi altra politica - ci troverà sempre con le orecchie aperte. In fin dei conti, siamo capaci di camminare e masticare una gomma allo stesso tempo. Nel frattempo, tutto quello che chiediamo è di avvicinarsi a questo boicottaggio con gli stessi criteri e atteggiamenti che avremmo con qualsiasi altra proposta di boicottaggio.

 

IV. Il ruolo delle associazioni accademiche

11. Il boicottaggio danneggia la libertà accademica?

No. Gli obiettivi del boicottaggio accademico sono le istituzioni, non gli individui. Il boicottaggio accademico non impedisce agli studiosi israeliani di parlare, scrivere, o pubblicare ciò che vogliono. Né impedisce ai singoli studiosi di frequentare le nostre conferenza, o essere parte della nostra associazione, o ricevere borse di studio, purché lo facciano come singoli studiosi e non come rappresentanti delle loro istituzioni. [Il BDS, ndt] si rivolge alle istituzioni per la loro complicità con l'occupazione israeliana e con le sue politiche discriminatorie nei confronti dei cittadini e dei soggetti palestinesi.

Il boicottaggio esige che la libertà accademica sia estesa a tutte le persone che abitano in Palestina e Israele. Il boicottaggio accademico afferma che ritireremo il nostro sostegno alle  istituzioni accademiche israeliane perché sistematicamente discriminano gli studenti palestinesi. Afferma che noi non saremo parte in un sistema universitario che sta permettendo l'occupazione delle terre palestinesi. E afferma che noi non contribuiremo a un regime israeliano che conduce regolari incursioni militari nelle università palestinesi e ne impone la chiusura. In altre parole, una delle richieste fondamentali del boicottaggio accademico è che si rispetti la libertà accademica e il diritto all'istruzione di tutte le persone soggette alla loro sovranità. In particolare, il testo della risoluzione sul boicottaggio della Association for Asian American Studies  ha fatto un ottimo lavoro nell’evidenziare questo aspetto.

12. L’AAA è un’associazione eterogenea. E’ giusto costringere tutti i nostri membri ad aderire al BDS?

Questo è ancora uno di quegli argomenti che non riguardano questo boicottaggio, ma che riguardano tutti i boicottaggio che l’AAA potrebbe appoggiare. L’AAA non obbliga a fare niente. Come associazione, boicottiamo la Coca-Cola per non essersi “sufficientemente attivata per proteggere i suoi lavoratori e le loro famiglie dalla violenza” in Colombia. Se non si desidera aderire a questo boicottaggio, l’AAA non controlla, condanna o punisce gli individui che decidono di comprarla. Adottare il BDS significa rendere pubblico, attraverso comunicati, ciò in cui noi, come comunità di antropologi, crediamo. Come qualsiasi comunità, siamo un gruppo eterogeneo con opinioni diverse. Ma questo non dovrebbe fermarci dall’intraprendere azioni quando queste sono condivise e sostenute dalla maggioranza dei membri.

13. Appoggiare il BDS recherebbe danno a noi, come membri?

L’AAA dovrebbe appoggiare il BDS perchè è la cosa giusta da fare, proprio come ci siamo attenuti ai nostri principi quando abbiamo boicottato gli hotel in San Francisco hotels, nonostante gli sforzi economici che questo ha comportato per la nostra associazione.

Ciononostante, ci incoraggiare fortemente il fatto che altri gruppi di studiosi sono stati riconosciuti aver fatto la cosa giusta. Recentemente, le iscrizioni all'ASA sono infatti cresciute, a seguito della loro decisione di appoggiare il BDS. Secondo il loro comunicato stampa: “L’ASA ha raccolto più richieste di iscrizione nello scorso trimestre che in qualsiasi altro trimestre degli ultimi 25 anni e la sua attuale campagna dal basso per raccolta fondi ‘Stand with the ASA’ ha finora superato le aspettative degli organizzatori.” Speriamo che l’AAA sia similmente ricompensata se dovesse scegliere di seguire la propria coscienza.

 

 

 

 

Note:


[1] http://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-bac/1323-aaa-parte-2

[2] http://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-bac/1323-aaa-parte-2

[3] http://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-bac/1344-aaa-parte-3

[4] http://bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-bac/1364-aaa-finale

 

 

 

 

 

 

Fonte: savageminds.org

Traduzione: BDS Italia