Savage Minds dà il benvenuto al guest blogger Isaiah Silver, pseudonimo di due membri dell’AAA e candidati per un dottorato in antropologia.
Nell’edizione del 30 Aprile di Anthropology News, la direzione dell’American Anthropological Association (AAA) ha invitato i suoi membri ad “aiutare l’associazione a decidere sulle azioni appropriate da intraprendere,” riguardo le continue violazioni israeliani dei diritti umani palestinesi. L’invito dell’associazione è arrivato dopo le continua richieste all’AAA di unirsi al crescente movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), che cerca di mettere pressione ad Israele per porre fine alle suo politiche discriminatorie.
Con questo spirito, vorremmo utilizzare questo spazio per dare il calcio d'inizio alla discussione. Nel corso del prossimo mese noi sosterremo che il BDS è una risposta sensata alle continue violazioni israeliane dei diritti umani; che sostenere il boicottaggio accademico è un obbligo morale per gli studiosi in generale e antropologi in particolare; e che una risoluzione BDS sarebbe coerente con le dichiarazioni e le politiche dell’AAA passate e presenti.
Prima di iniziare, diciamo una parola di cautela e una richiesta di civiltà. Nulla sembra ispirare il dibattito più acceso del conflitto Palestina / Israele. Accogliamo con favore tale dibattito e ci prenderemo il tempo di rispondere al maggior numero possibile di commenti espressi. Dedicheremo anche il nostro ultimo post come guest blogger per rispondere alle vostre domande. Tuttavia, troppo spesso queste conversazioni si degradano rapidamente commenti contro le persone e attacchi razzisti. Vi invitiamo pertanto a prendere un momento per rivedere la politica sui commenti di Savage Minds.
Tenendo ciò a mente, iniziamo la discussione esaminando cos’è il BDS e perchè si è guadagnato così tanta attenzione negli ultimi anni.
Cosa comporta il BDS
In Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza, 4 milioni di palestinesi vivono sotto un’illegale occupazione militare. Il sistema di occupazione israeliana affligge grossomodo ogni aspetto della vita quotidiana in Palestina, dall’abilità di movimento tra le città alla possibilità di aver acqua potabile pulita, dal diritto di vivere in sicurezza nella propria casa alla possibilità di guadagnare un salario decente. Israele mantiene centinaia di punti di controllo militari e blocchi stradali in tutta la Cisgiordania, che, insieme all’assedio della Striscia di Gaza, soffoca l’economia palestinese. [1] Queste misure portano anche alla divisione dei nuclei familiari, con più di 5 milioni di rifugiati, che furono espulsi dalle proprie case nel 1948 e nel 1967, a cui viene negato il diritto al ritorno. E dal 2000, più di 8.000 bambini palestinesi sono stati arrestati e processati dalle corti militari, dove mancano i diritti fondamentali per un giusto processo. Nel frattempo, 1,2 milioni di palestinesi, che sono anche cittadini di Israele, affrontano non solo un diffuso razzismo, ma devono anche lottare contro più di 50 diverse leggi che discriminano i palestinesi in qualunque aspetto delle loro vite.
Le Nazioni Unite hanno ripetutamente criticato la belligerante occupazione militare israeliana e la violazione dei diritti umani internazionali. Ma nonostante questo, le politiche israeliana continuano ad andare avanti senza tregua. Dalla firma degli Accordi di Oslo nel 1992, Israele ha raddoppiato la popolazione delle sue colonia, costruendo più di 50.000 nuove unità abitative in Cisgiordania. Allo stesso tempo, lo Stato israeliano ha distrutto più di 15.000 case palestinesi. Oggi, più di 500.000 israeliani vivono su terre palestinese occupate illegalmente mentre il governo israeliano esercita controllo diretto su più del 78% della Palestina storica. [2] Questa situazione è in gran parte dovuta al continuo ed inflessibile sostegno del governo degli Stati Uniti, che fornisce più aiuti militari ad Israele di quanti a qualsiasi altro paese al mondo.
Di fronte al continuo fallimento della comunità internazionale di portato un vero cambiamento, nel 2005, organizzazioni della società civile palestinese hanno chiesto il boicottaggio delle istituzioni israeliane, il disinvestimento dalle aziende complici della violazione dei diritti dei palestinesi, e le sanzioni contro Israele fino a quando questo non porrà fine alle sue politiche discriminatorie nei confronti dei palestinesi. Ad oggi, l’appello è stato approvato da oltre 170 sindacati, partiti politici e organizzazioni non governative palestinesi provenienti da tutto lo spettro politico. Queste organizzazioni si sono unite attorno a tre obiettivi comuni:
- La fine dell’occupazione militare delle terre palestinesi invase nella Guerra del 1967;
- Il riconoscimento dei diritti fondamentali dei palestinesi cittadini di Israele e di garantire loro la piena parità giuridica ai sensi di legge;
- Il riconoscimento dei diritti dei rifugiati palestinesi, come approvato dalla Risoluzione ONU n° 194.
L'appello palestinese per il boicottaggio è ispirato alla lotta non violenta di milioni di sudafricani contro l'apartheid. Come nel caso del Sud Africa, il boicottaggio consente alle singole persone di esprimere una condanna morale e politica, soprattutto in assenza di una effettiva critica da parte dei governi. Come tale, è uno strumento a cui i gruppi fanno ricorso quando nessun altro mezzo di azione è disponibile.
Il movimento BDS ha ispirato una diversificata gamma di campagne da parte degli attivisti internazionali solidali, tra cui il disinvestimento dalle aziende coinvolte nell'occupazione, i boicottaggi culturali di artisti israeliani in tour sponsorizzati dallo Stato israeliano, e il rifiuto di collaborare con le istituzioni che beneficiano direttamente dall'occupazione.
La domanda per noi, come organizzazione accademica, è: come risponderemo a questo appello alla solidarietà?
Il ruolo delle associazioni accademiche nel BDS
Mentre l’appello del più ampio movimento BDS comprende una gamma diversificata di potenziali alleati e obiettivi, il boicottaggio accademico rappresenta un percorso di azioni più specifico. Fortunatamente, nel formulare la propria potenziale risposta all’appello della società civile palestinese, l’AAA può contare sul lavoro già svolto da altre associazioni accademiche. [3]
La pioneristica risoluzione sul boicottaggio del 2013 da parte dell’American Studies Association’s (ASA) – approvata con un margine di 2-1 in una sessione di voto senza precedenti di tutti i membri dell’associazione – fornisce un importante esempio di come la politica dell’AAA potrebbe essere inquadrata. La risoluzione afferma che l'ASA non accetterà più di ospitare rappresentanti del governo israeliano, o di entrare in partnership con istituzioni accademiche israeliane, o accettare fondi provenienti da fonti israeliane.
È importante sottolineare come la risoluzione ASA, così come il movimento più ampio BDS più, non colpisca gli studiosi sulla base della loro nazionalità, né influisca sul comportamento dei singoli membri all'interno del AAA. Per fare un esempio parallelo: come l’AAA, l'ASA boicotta la catena Hyatt Hotel a causa delle sue cattive politiche sul lavoro. Ma l’organizzazione non può impedire di soggiornare in un hotel Hyatt. Le persone e le istituzioni che scelgono di non rispettare il boicottaggio non sono puniti in alcun modo. Un boicottaggio è un modo semplice e potente per esprimere la nostra disapprovazione collettiva della violazione della catena alberghiera dei diritti fondamentali del lavoro.
Venendo da una associazione di accademici, risoluzione del ASA è stata particolarmente efficace a mettere in luce le violazioni dei diritti dei palestinesi all'istruzione e alla libertà accademica. Altrettanto importante, la risoluzione apre uno spazio per discutere di argomenti difficili ma importanti come la pulizia etnica, il sistematico razzismo, e il sostegno degli Stati Uniti ad Israele.
L’impatto del BDS e dei boicottaggi accademici
I boicottaggi accademici sono stati un potente strumento di difesa dei diritti umani fondamentali dei palestinesi. Abbiamo prove che questi boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni stanno cominciando ad avere un effetto economico diretto sulle imprese israeliane e sulle corporazioni internazionali che direttamente traggono profitto dalla continua violenza diretta contro i palestinesi.
Ancora più importante, il successo delle tattiche BDS, compresa l’approvazione da parte delle associazioni accademiche negli Stati Uniti e in Europa, hanno modificato sostanzialmente i termini del dibattito sia in Palestina / Israele e all'estero. Israele ha cominciato a prendere in considerazione l'impatto del BDS sulle proprie politiche, riconoscendo che, sempre più, le sue violazioni dei diritti umani dei palestinesi hanno un prezzo. Negli Stati Uniti, le strategie BDS hanno attirato l’attenzione sulle violazioni israeliane, portandole all'attenzione di milioni di americani per la prima volta. Anche il Segretario di Stato John Kerry ha notato l'efficacia del movimento BDS, avvertendo lo stretto alleato statunitense che, a causa del successo di queste campagne, "Oggi, lo status quo, assolutamente, indubbiamente, lo garantisco al 100%, non può essere mantenuto. Non è sostenibile. E' illusorio.” Il movimento è un chiaro esempio del potere dei comuni cittadini di influenzare un cambiamento positivo, anche quando i nostri governi sono restii ad esso.
Nel corso dei prossimi post, sosterremo che abbiamo una responsabilità morale in quanto accademici di appoggiare l'appello palestinese per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane e che è particolarmente importante farlo per noi che siamo antropologi. Fino ad allora, considerate questo: quando la storia di questo momento della nostra associazione AAA sarà scritta, saremo orgogliosi del modo in cui abbiamo difeso i diritti umani o preoccupati che ci siamo tenuti in disparte a guardare?
Note:
[1] L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari nei Territori Palestinesi Occupato mantiene un elenco aggiornato dei checkpoint, blocchi stradali e barriere in Cisgiordania sul loro sito web.
[2] Visualizing Palestine ha sintetizzato le variazioni della popolazione degli insediamenti in Cisgiordania e della distruzione delle case palestinesi in questa infografica.
[3] Le più importanti risoluzioni per l’AAA comprendono quelle approvate dall’ American Studies Association , dalla Native American and Indigenous Studies Association e dalla Association for Asian American Studies.
Fonte: savageminds.org
Traduzione: BDS Italia