John Kerry è irritato. Benjamin Netanyahu fuorioso. Le lobby sioniste furibonde.
Ovviamente si sta parlando delle controversìa sulle nuove linee guida rilasciate dall'Unione Europea che metteranno fine ai finanziamenti e ai prestiti alle compagnie e alle istituzioni attive nelle colonie israeliane nei Territori Palestinesi Occupati. Ma più si analizza la questione, più si arriva alla conclusione che Israele e la sua cerchia di sostenitori hanno ben poco di cui lamentarsi.
Qualche settimana fa, David Cronin, giornalista e attivista politico irlandese, ha sottoposto una formale richiesta di delucidazioni alla Commissione Europea sul perchè stia attualmente finanziando un imprenditore israeliano che era coinvolto nelle costruzione di un linea metropolitana illegale nei Territori Occupati a Gerusalemme Est.
Gilad Rafaeli è un nome molto noto alla Commissione Europea in Israele per un progetto di sicurezza dei trasporti, supportato da circa 25 mln di € in finanziamenti da parte dell'Europa. Il curriculum vitae di Rafaeli evidenzia come tra il 2006 e il 2011 fu ingaggiato per lavorare sul sistema di metropolitana leggera a Gerusalemme.
Il programma di supporto europeo, conosciuto per un po' col nome di Secured Urban Transportation o con l'acronimo SECUR-ED, fu lanciato nell'aprile del 2011. La sovrapposizione delle date suggerisce che mentre Rafaeli era impegnato nella costruzione della linea metropolitana designata per servire una colonia illegale, lui e la sua compagnia, la MTRS3, discutevano obiettivi ed attività di una progetto finanziato dall'UE con le autorità di Brussels.
Il 24 Settembre, Cronin ha ricevuto una risposta alla sua domanda da parte di Daniel Calleja, capo del dipartimento per l'imprenditoria e l'industria. Calleja ha confermato l'esecutivo dell'Unione Europea “non era al corrente” del coinvolgimento di Rafaeli nella metropolitana di Gerusalemme Est, e ha anche ammesso che il problema non era neanche stato sollevato durante la fase di valutazione del progetto SECUR-ED.
Infrastruttura di apartheid.
Sicuramente, sarebbe necessario esaminare perchè qualcuno che ha aiutato a costruire un'infrastruttura di apartheid e di oppressione israeliana stia beneficiando della magnaminità europea. Tuttavia Calleja ha scritto che non ci sono basi legali per cui i suoi colleghi potrebbero iniziare un'indagine sul fatto.
Il ragionamento di Calleja è basato sul fatto che la metropolitana leggera di Gerusalemme non ha ricevuto alcun finanziamento dal programma quadro di ricerca scientifica dell'Unione. Ma questo punto di vista non è attinente alla richiesta di spiegazioni che è stata inoltrata: Cronin ha ricordato alla Commissione come l'occupazione israeliana e la seguente annessione dei territori sono illegali secondo le leggi internazionali, e di conseguenza come una linea ferroviaria designata per incrementare l'occupazione di Israele di Gerusalemme sia anch'essa illegale. Quando l'Unione Europea finanzia persona come Gilad Rafaeli che traggono profitto dall'occupazione, allora si rende a sua volta protagonista di un'azione illegale.
Daniel Calleja ha anche affermato che “al momento, la Commissione non è al corrente di alcun partecipante israeliano al programma quadro.”
La risposta ricevuta sembra sia alquanto menzongnera, calcolando che per più di due anni, numerosi attivisti solidali con la Palestina hanno portato avanti campagne contro i finanziamenti europei ad Ahava, una compagnia cosmetica nei Territori Palestinesi Occupati. I funzionari di Bruxels, inclusi quelli appartenenti al dipartimento di Carreja, sono stati più volte avvertiti, sia per iscritto sia in incontri di persona, che l'UE stesse finanziando questa compagnia.
I funzionari sono ben consci che la costruzione delle colonie israeliane vìola la legge internazionale e che, per definizione, aiutare in qualsiasi modo le compagnie che vi operano è illegale. E Tuttavia Carreja continua a mentenere in piedi la finzione per cui non ci sarebbe alcun problema.
Magari bisognerebbe rincuorarsi guardando le nuove linee guida europee e pensare che presto l'Unione Europea prendere posizioni molto più forti verso Israele. Sfortunatamente, l'Alto Rappresentante per le Politiche Estere dell'Unione Catherine Ashton ha insistito sul fatto che l'Europa “vuole continuare ad avere una forte relazione con Israele”, e che le nuove linee guida non fanno che rimarcare solamente la già esistente linea politica dell'Unione.
Forse Catherine Ashton sta manifestando la volontà di un approccio “amici come prima”? L'Unione Europea continuerà a proporsi come una fedele sostenitrice dei diritti dei palestinesi mentre supporta furtivamente l'apartheid israeliana? Se così fosse, sarebbe palesemente sbagliato per le persone di coscienza credere davvero le nuove flebili linee guida possano rappresentare un significativo boicottaggio di Israele.
Fonte: electronicintifada.net
Traduzione: BDS Italia