LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

L'unico modo per fermare la sua diffusione è di porre fine all'occupazione, così dice un numero crescente di persone di primo piano (nessuna delle quali, tra l'altro, sostiene il boicottaggio).

Leggendo la mia posta elettronica, vedo che molte persone, che dicono di opporsi all'occupazione, sono anche contrarie al boicottaggio di Israele, e non solo per motivi morali, ma anche per ragioni pratiche. ‘Non funzionerà’, dicono, ‘non convincerà nessuno’ oppure ‘avrà un effetto boomerang rendendo Israele ancora più intransigente’. Ho già fatto conoscere i miei argomenti contro le obiezioni morali al boicottaggio (qui, qui e qui), ma ora voglio dare la parola a persone molto più importanti – che sono tutte contrarie all'occupazione ed, esplicitamente o presumibilmente, anche al boicottaggio – che, ultimamente, fanno presente che il mondo si sta pian piano voltando le spalle a Israele, e che, l'unico modo per evitare l’eventuale isolamento è quello di liberare i palestinesi. In altre parole, stanno dicendo che l boicottaggio sta avendo un impatto, e sta crescendo. A catalizzare  l’aumentata preoccupazione è stata la decisione, ai primi di maggio, di Stephen Hawking di boicottare la Conferenza presidenziale che si è tenuta a Gerusalemme la settimana scorsa.

Thomas Friedman, giornalista del New York Times, probabilmente il più noto editorialista del mondo sugli affari esteri, ha scritto il 4 giugno che il movimento BDS "sta creando una fortissima reazione nell’opinione internazionale, in particolare in Europa e nei campus universitari, che considera Israele uno stato canaglia a causa dell’occupazione della Cisgiordania". Il primo motivo, per cui Israele deve porre fine all'occupazione”, ha scritto Friedman, è "per invertire la tendenza, che a livello internazionale, sta delegittimando e accerchiando Israele".

Venerdì scorso, Nahum Barnea di Yedioth Ahronoth, il più influente giornalista in Israele, ha scritto che il servizio di ambulanze Magen David Adom (MDA), la filiale israeliana della Croce Rossa, è messo sotto pressione da parte delle filiali statunitensi, inglesi, francesi, olandesi e norvegesi della Croce Rossa,  affinché resti i fuori della Cisgiordania, dove fornisce servizi agli insediamenti ebraici. (E questo è successo ancora prima che il portavoce della MDA postasse su Facebook una barzelletta anti-araba particolarmente brutta.) Chiedono che la MDA affidi il servizio su tutto il territorio alle ambulanze della Mezzaluna Rossa Palestinese, che servono le aree palestinesi. Ze'ev Elkin, vice ministro degli Esteri dell’estrema destra, ha detto che non rispetterà la richiesta e non gli importa se la Croce Rossa butterà la MDA fuori dalla sua organizzazione. Barnea scrive:

Elkin vive in un mondo tutto suo. ... Sceglie di non vedere il crescente movimento per il boicottaggio di Israele nel mondo accademico, il ritiro di Stephen Hawking dalla Conferenza presidenziale a causa delle pressioni esercitate da parte dei promotori del boicottaggio di Israele, le fabbriche che si ritirano dalla Cisgiordania perché non riescono ad esportare da lì. 

La scorsa settimana, Itamar Rabinovich, già presidente dell’Università di Tel Aviv e ambasciatore negli Stati Uniti sotto Rabin, pare abbia detto alla Conferenza Presidenziale e lo stesso genere di cose che aveva detto al Forward il mese scorso:

Rabinovich ... ha definito il movimento di boicottaggio accademico "un processo in progressivo aumento" che sta "guadagnando terreno". Ha osservato che il ritiro di Hawking e l'attenzione che ha attirato dovrebbero essere visti come "un salto ad un nuovo livello" nei tentativi di isolare il lavoro accademico israeliano. ...

Rabinovich ha caratterizzato la decisione di Hawking solo come una spinta al movimento BDS, non come un punto di svolta. L'impatto di sentimenti anti-israeliani nel mondo accademico è già notevole, ha detto, e potrebbe aumentare in futuro. Nelle materie umanistiche e sociali, ha detto, "se si desidera ottenere un invito ad un importante convegno, oppure trascorrere un anno sabbatico in una delle principali università, è meglio essere politicamente corretti su questioni relative a Israele, altrimenti non  se ne avrà la possibilità".

In campo scientifico, Rabinovich ha detto, tale pressione non è ancora sensibile, ma potrebbe emergere nei prossimi anni, rendendolo più difficile per gli scienziati israeliani ricevere borse di studio per la ricerca oppure trovare colleghi con cui lavorare su progetti finanziati con fondi binazionali.

Ancora la scorsa settimana, Haaretz riferiva di un gruppo di importanti uomini d'affari israeliani, guidati dal patriarca dell’alta tecnologia Yossi Vardi, che aveva avvertito di persona Netanyahu che, lo stato di stallo con i palestinesi, stava causando  in campo economico una disaffezione globale nei confronti di Israele.

"Siamo sul campo, e sentiamo la pressione", disse uno. "Se non facciamo progressi verso una soluzione a due stati, ci saranno sviluppi negativi per l'economia israeliana. Notiamo già i primi segnali di questo. Il futuro dell'economia israeliana sarà in pericolo”.

Un uomo d'affari, che ha partecipato alla riunione, ha detto ad Haaretz che la mancanza di progressi verso la soluzione dei due stati potrebbe far finire Israele sulla china pericolosa di uno stato bi-nazionale che sarebbe o non più ebreo o non più democratico.

"Il mondo non lo accetterebbe", ha detto. "Gli investimenti stranieri non si indirizzeranno su uno stato del genere. Nessuno acquisterà merci da uno stato del genere".

Su Haaretz di oggi, il redattore capo del giornale Aluf Benn – persona  di centro-sinistra, le cui posizioni non vanno confuse con quelle di Gideon Levy o Amira Hass - ha scritto che la paura dell’isolamento è una delle ragioni per cui Netanyahu si sta riempendo la bocca di tante parole sulla soluzione a due Stati.

Netanyahu è preoccupato per il crescente boicottaggio internazionale contro Israele. La maggior parte degli israeliani ancora non lo sente, ma il premier è sotto pressione. Sente gli avvertimenti del settore imprenditoriale sui danni causati dall'impasse diplomatica, e dice che gli appelli al boicottaggio sono la forma contemporanea del classico antisemitismo. Se avesse ritenuto che si trattava  solo di rumori innocui, avrebbe ignorato o minimizzato la questione. Ma Netanyahu, evidentemente, teme di essere ricordato come il leader durante il cui mandano Israele è stato allontanato dalla famiglia delle nazioni.

Questo è un punto molto significativo per coloro che dicono che il boicottaggio è inefficace: se lo fosse, perché sono proprio i leader di Israele e i loro sostenitori a urlare tanto al riguardo? Sembrano interessati nello stesso modo da qualsiasi altra sfida allo status quo? A porte chiuse ridono della missione di pace di Kerry, ma non stanno ridendo di Stephen Hawking o del BDS, vero?

Fonte: +972 Magazine

Traduzione di BDS Italia