Curato da Asa Winstanley
I resoconti della quarta conferenza nazionale su Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni che si è svolta sabato a Betlemme si sono tendenzialmente focalizzati sulle critiche indirizzate al ministro dell’Autorità Palestinese Jawad Naji (compreso il mio resoconto iniziale). Tuttavia la conferenza stessa ha avuto un’altra portata.
Il motivo principale per il quale l’assemblea è insorta contro Jawad Naji è che la discussione si è focalizzata durante tutto il giorno sulle iniziative locali di boicottaggio che l’AP compromette attraverso i suoi numerosi contatti con funzionari e istituzioni israeliani.
Nonostante l’abbandono della conferenza da parte del ministro e il successivo attacco fisico perpetrato dai suoi teppisti contro Nizar Banat (l'uomo che avrebbe “insultato” il leader dell’AP, Mahmoud Abbas), la conferenza è stata un evento vivace ed emozionante.
Nel frattempo, il Centro Palestinese per i Diritti umani ha chiesto oggi che fosse aperta un’inchiesta sull’attacco a Nizar Banat.
Critiche alla normalizzazione
Vari relatori della piattaforma [PDF] hanno denunciato gli sforzi di normalizzazione dell’occupazione compiuti da Israele e dai suoi collaboratori. Molti di coloro che hanno preso la parola nell’assemblea, hanno chiesto all’AP di introdurre leggi per punire la normalizzazione. Vari hanno sostenuto che l’AP stava compromettendo gli sforzi di boicottaggio con le iniziative congiunte. L'economista Yousef Abdul Haqs della An-Najah University ha affermato a proposito di questi sforzi: “Abbiamo violato il nostro movimento di boicottaggio.”
Samia Botmeh della Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele) ha parlato degli sforzi nelle scuole per combattere iniziative di normalizzazione, come OneVoice che ha come bersaglio i bambini. OneVoice, ha detto, è un gruppo fondato dall’uomo d’affari israeliano Daniel Lubetzky, che mira a riunire “le due parti” in un dialogo.
Ziad Shuaibi del BDS National Committee (Comitato nazionale BDS) ha citato Seeds of Peace (Semi di Pace), altra iniziativa di normalizzazione, che invia giovani Israeliani e Palestinesi insieme in campi estivi all’estero. L’iniziativa Seeds of Peace usa potenti mezzi finanziari quali potenziali borse di studio in università straniere e la possibilità di viaggiare, per attrarre i partecipanti. La normalizzazione è una forma “d’ingegneria sociale” messa in atto da Israele, egli ha detto, concludendo che: “non permetteremo loro di occupare il nostro futuro.”
Il BDS in Cisgiordania
Anche “l’onnipresenza” dei prodotti israeliani nei negozi palestinesi in Cisgiordania è stato un argomento di discussione maggiore sia da parte dei relatori sia da parte dei partecipanti.
Dal palco, Mazen Al-Azzah ha sostenuto che i Palestinesi sono il primo mercato per le merci israeliane. Secondo lui, questo è dovuto principalmente all’avidità del capitale palestinese. Ma ha avvertito che anche se la Palestina eliminasse i prodotti israeliani dai suoi scafali, questo non basterebbe a mettere Israele sotto pressione e interventi internazionali di successo sarebbero comunque necessari. Tuttavia, iniziative locali, come la relativamente recente iniziativa Bader per il boicottaggio dei prodotti israeliani, potrebbe essere un modello per la comunità internazionale.
Khaled Zahd, attivista locale di Salfit, ha parlato della situazione molto difficile nella regione di Salfit, dove i coloni israeliani ora superano in numero i Palestinesi. Ha descritto una situazione di crisi alla quale l’AP dovrebbe prestare più attenzione. Ciò nonostante, una “convenzione per le olive” locale è stata costituita invitando i negozi alimentari a boicottare tutti i prodotti israeliani, con l’attribuzione di certificati a coloro che aderiscono.
Un evento in tutta la Palestina
L'evento è stato organizzato dal comitato nazionale BDS, secondo il quale circa 700 persone erano presenti. Hanno partecipato quasi 30 relatori e la giornata si è conclusa con parecchi workshop.
Omar Barghouti, cofondatore del movimento BDS, mi ha detto che questa giornata è stata “di gran lunga, la conferenza BDS più riuscita in Palestina… per la prima volta ha partecipato un enorme spaccato della società palestinese. In questo senso è stato senza precedenti.
“Lo slogan di questa conferenza era di diffondere localmente il BDS in termini di campagne,” ha spiegato. “Dal punto di vista emotivo e simbolico, riceviamo un supporto totale… ma tradurre questo in progetti efficaci, in programmi d’impatto, in campagne BDS applicate a ogni settore… questo è la prima volta che lo facciamo. Così anche per i workshop, anziché le raccomandazioni abituali… ogni settore doveva sviluppare un piano d'azione applicabile fino all'anno prossimo… Israele si preoccupa molto che il BDS si stia diffondendo efficacemente nei territori occupati più di prima.”
A Betlemme è arrivata gente da tutta la Palestina per l’occasione. Sono stati organizzati pullman da Ramallah, Hebron, Haifa, Jenin, Salfit, Tulkarem, Gerusalemme, Qalqilya, Lydda, Jaffa e Nablus. Palestinesi della diaspora sono arrivati dall’estero e numerosi attivisti israeliani di Boycott From Within erano presenti.
Vari relatori hanno dovuto usare Skype per fare i loro interventi, come Haidar Eid del comitato nazionale BDS che ha parlato da Gaza criticando la normalizzazione come un tentativo deliberato di danneggiare il BDS. Anche gli attivisti delle campagne BDS in Giordania e Libano hanno partecipato tramite video conferenza.
Nomi famosi
L’arcivescovo Atallah Hanna curatore del documento Kairos Palestine. (vedere foto: Asa Winstanley / The Electronic Intifada)
Sono stati proiettati video a sostegno della conferenza, del veterano anti-apartheid Desmond Tutu, della leggenda del rock Roger Waters, e del famoso musicista libanese Marcel Khalife. Desmond Tutu ha detto degli Israeliani: “Possono atteggiarsi in giro come se fossero invincibili, ma sbagliano… un giorno i Palestinesi cammineranno a testa alta come cittadini liberi in una Palestina libera.”
La conferenza è stata aperta da Frate Peter Bray, rettore dell’università, che ha espresso il suo sostegno alla campagna BDS. Electronic Intifada suppone che sia stata la prima volta che egli ha fatto questo pubblicamente.
Messaggi di solidarietà sono anche arrivati da parte del leader di Fatah imprigionato Marwan Barghouti, “l’ingegnere dell’intifada,” e da parte di Ahmad Saadat, il leader del Popular Front for the Liberation of Palestine (Fronte popolare di Liberazione della Palestina) anche lui in carcere. Le loro compagne rispettive, Fadwa e Abla, hanno letto le dichiarazioni.
Marwan Barghouti ha lanciato un appello per “un boicottaggio globale di Israele” e ha detto che era ora che i Palestinesi scommettessero su le proprie forze piuttosto che sulle trattative promosse dagli Stati Uniti. Ahmad Saadat ha sostenuto che il BDS è simile ad altri movimenti anti-globalisti ed ha insistito sulla necessità del BDS in quanto l'entità sionistica (riferendosi a Israele) dipende dal supporto internazionale delle forze imperialiste.
Accolto da forti applausi, l'ex-candidato alla presidenza Mustafa Barghouti ha salutato la decisione di Stephen Hawking di unirsi al boicottaggio accademico. Mustafa Barghouti ha criticato certi accademici palestinesi (senza nominarli) per avere partecipato all’evento dal quale Stephen Hawking si è ritirato.
In una sessione, i relatori hanno fornito esempi di campagne BDS che hanno avuto successo nel mondo. L’arcivescovo Atallah Hanna della Chiesa ortodossa ha parlato del documento Kairos Palestine che sostiene la campagna BDS e della reazione negativa che ha provocato tra i sostenitori di Israele nel mondo. Il documento afferma che la Cristianità è orientale, mediorientale e palestinese, ha detto. Kairos Palestine ora fa parte del programma di studi religiosi in molte scuole, ha aggiunto. Hanna si è espresso sulla necessità di combattere la normalizzazione in tutte le sue forme.
“Date la colpa all’OLP”
Il ministro dell’economia Jawad Naji prima che fosse costretto ad andarsene. (vedere foto: Asa Winstanley / The Electronic Intifada)
La sessione molto controversa che si è conclusa con la cacciata effettiva del ministro dell’AP era intitolata: “Affrontare il pubblico” e si concentrava sulle domande del pubblico in sala. Gli altri due relatori erano Taisir Khaled, rappresentante dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e Omar Barghouti del Comitato nazionale per il BDS.
L’intervento di Taisir Khaled è stato più abile rispetto ai grossolani slogan pro-Abbas di Jawad Naji. Taisir Khaled ha risposto alle critiche che erano già emerse nella discussione durante la sessione precedente: “incolpate molto l’OLP” e “siete scontenti dell’OLP”, ma “l’OLP esiste ancora” ha detto, e ha contestato l’affermazione secondo la quale l'unico dipartimento dell’OLP rimasto era quello per i negoziati.
Dopo l’uscita del ministro, Taisir Khaled ha detto che era contro il protocollo di Parigi (un accordo economico unilaterale con Israele firmato dopo gli accordi di Oslo) e il coordinamento per la sicurezza con Israele, ma ha detto che non c’era niente di nuovo ed ha affermato che molti membri dell'esecutivo dell’OLP sono contro il coordinamento per la sicurezza.
Ma ha dichiarato che non erano accettabili le “parole offensive” pronunciate nei confronti del ministro. Tuttavia, Taisir Khaled non ha detto niente circa le offese del ministro nei confronti dei partecipanti alla conferenza.
Omar Barghouti ha messo l’accento su quanto sia importante che la gente prenda delle iniziative proprie. Il Comitato nazionale BDS non è un’organizzazione non governativa con sovvenzioni sicure, ha detto, e quest’anno la conferenza è cresciuta senza finanziamenti. Prendete delle iniziative e resistete; non aspettate il permesso di nessuno, ha detto.
Jawad Naji ha dichiarato che il settore privato è “il motore che sta dietro lo sviluppo e la crescita.” Ha indicato la campagna del 2010 promossa dall’AP “Dignità” per il boicottaggio delle merci provenienti dalle colonie (nonostante che sia ora defunta) e le ha attribuito il merito dei passi nell’Unione Europea verso l’etichettatura delle merci provenienti dalle colonie.
Jawad Naji ha cominciato a irritare il pubblico quando, dopo parecchi interventi critici, ha risposto protestando per avere dovuto aspettare un'ora dopo il tempo previsto per il suo intervento. (Gli organizzatori mi hanno detto che parecchi relatori erano stati aggiunti al programma all'ultimo minuto, compresi i messaggi di Marwan Barghouti e di Ahmad Saadat. Nessun altro oltre a Jawad Naji ha protestato per questo disagio, pur essendo nella stessa situazione.) Inoltre ha detto: “questo è il governo del popolo palestinese” (sembrando sottintendere “che lo gradiate o no”).
Da quel momento, la situazione si è complicata per lui. Ha dichiarato di non avere mai sentito parlare di un singolo progetto congiunto ufficiale tra Palestina e Israele, mentre ne sono stati citati vari durante la giornata. Le risposte dell’assemblea sono state immediate: Rawabi. Paltrade ha dei progetti con il Peres Center.
Jawad Naji ha risposto chiamando la donna che aveva citato i progetti congiunti una “ragazza” che stava facendo confusione fra il settore privato e la società civile.
Infine, Nizar Banat ha tirato in ballo Mahmoud Abbas sul tema del coordinamento con Israele e Jawad Naji ha risposto con insulti, cosa che ha portato alla sua uscita dalla conferenza, come riportato sabato.
Conclusione positiva
Nonostante un breve momento di caos, la conferenza è ripresa dopo l’uscita di Jawad Naji.
Prima che ci si dividesse nei workshop, la presentazione di Alaa Muhanna, membro palestinese della minoranza religiosa drusa che ha rifiutato di servire nell’esercito israeliano, è servita da conclusione. Ha forse ricevuto l'applauso più grande di questa giornata e la presidenza gli ha espresso un “bentornato a casa”.
Alaa Muhanna ha iniziato denunciando il ministro per avere insultato Nizar Banat, poi ha proceduto con la sua presentazione. Sono state affermazioni appassionate ed enfatiche relative all'identità araba palestinese della comunità drusa. Ha affermato che coloro che la pensano come lui sono la maggioranza dei Drusi e coloro che hanno servito nell'esercito israeliano erano le vittime del lavaggio di cervello sionista: “Dappertutto rifiutiamo di fare il servizio militare, stiamo crescendo dappertutto.”
Probabilmente il commento che riassume al meglio questa giornata viene dall’assemblea. Un partecipante ha detto che la conferenza era “un indicatore importante dell'unità della nostra gente.”
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione BDS Italia