LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Un documento del governo tedesco rivela il proprio sostegno agli sforzi dell'UE per etichettare con "Made in Israel" solo i prodotti provenienti dall'interno dei confini pre-1967.

Il governo tedesco ha dato la sua tacita approvazione degli sforzi dell'Unione Europea per etichettare i prodotti fabbricati nei territori controllati da Israele al di là della Linea Verde (ndt insediamenti illegali nei Territori palestinesi occupati), ha riferito domenica mattina la IDF Radio, la radio dell'esercito israeliano.

L’IDF Radio ha riferito di essere in possesso di un documento ufficiale del governo tedesco prodotto in risposta ad una mozione dell'opposizione del parlamento tedesco. Il documento elabora la posizione della Germania in merito alla questione.

"A nostro avviso, è consentito etichettare prodotti con 'Made in Israel' solo se tali prodotti sono realizzati all'interno dei confini del 1967", si legge nel documento.

Il Jerusalem Post ha ottenuto una lettera che conferma quanto riferito dall’IDF Radio.

In una lettera del 13 maggio, Emily Haber, segretario di Stato al Ministero degli Esteri tedesco, sembra aver comunicato una nuova ed esplicita posizione del governo della Cancelliera Angela Merkel.

"L'etichetta 'Made in Israel' è, secondo il parere del governo federale, consentita solo per i prodotti provenienti dall’interno dei confini del territorio dello Stato di Israele prima del 1967", è dichiarato nella lettera.

Alle domande di chiarimenti relative alla lettera di Haber, un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco ha detto al Jerusalem Post: "i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani vengono venduti nell’UE da lungo tempo. L'UE sta lavorando a linee guida comuni per una corretta etichettatura dell’origine dei prodotti nel quadro del diritto comunitario sulla tutela dei consumatori. Non stiamo discutendo di iniziative di boicottaggio".

Israele ha storicamente visto nella Germania il suo più fedele alleato nell’Unione europea, della quale molti degli stati membri hanno espresso apertamente il loro sostegno ai palestinesi. Attualmente, tutte le esportazioni israeliane verso i mercati europei, tra cui quelle provenienti dalle colonie della Cisgiordania, sono etichettati 'Made in Israel.' Nell'ultimo anno, tuttavia, vi è stata una crescente pressione sui governi dell'UE per distinguere tra prodotti provenienti sia dall'interno che al di là della Linea Verde.

Andrew Stanley, capo diplomatico della missione UE in Israele, ha detto all’IDF Radio che nessuna decisione definitiva è stata presa dagli Stati membri e che le discussioni sono in corso. Secondo Stanley, il dibattito acceso su questo tema riflette la crescente impazienza in Europa con la politica degli insediamenti del governo israeliano.

Diplomatici israeliani e funzionari del Ministero degli Esteri sono preoccupati che l'etichettatura dei prodotti provenienti dagli insediamenti sarebbe un primo passo verso un eventuale boicottaggio europeo dei prodotti israeliani. Secondo l’IDF Radio, i governi europei sono determinati ad andare avanti con questa misura, arrivando persino a smentire le voci secondo le quali avevano abbandonato gli sforzi in questa direzione su richiesta dell'amministrazione Obama.

Mentre i rapporti sulla difesa tra la Germania ed Israele sono considerati abbastanza stretti, Merkel è furiosa per il proseguimento della costruzione degli insediamenti.

"Lo combatteremo ", ha detto il vice ministro degli Esteri Ze'ev Elkin all’IDF Radio. "Stiamo affrontando questo fenomeno. Non c'è un incontro, una delegazione di diplomatici, o un faccia a faccia con i ministri in cui questo problema non venga sollevato. C'è stato un tempo in cui le Nazioni Unite equiparavano il sionismo al razzismo. Per noi non è ancora una causa persa. Ci sono alti e bassi, e lo Stato di Israele ha l'obbligo di affrontare il problema. Abbiamo gli strumenti per farlo".

Fonte: Jerusalem Post 

Traduzione di BDS Italia