Nella dichiarazione dell'Associazione Internazionale degli Avvocati Democratici il sostegno alla campagna BDS
Dal 24 al 28 settembre 2012 l’Associazione Internazionale degli Avvocati Democratici (IADL), organizzazione non-governativa di avvocati progressisti da ogni parte del mondo con funzione consultiva nel Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC), ha tenuto la sua riunione di lavoro a Gaza, nella Palestina occupata. Siamo venuti a dimostrare la nostra solidarietà al Popolo Palestinese e alla sua causa e a levare le nostre voci nell’affermare i diritti fondamentali del Popolo Palestinese all’auto-determinazione e alla fine dell’occupazione illegale e della chiusura della Striscia di Gaza.
La IADL ha incontrato l’Associazione dell’Ordine degli Avvocati Palestinese, la rete delle ONG palestinesi (PNGO), organizzazioni per i diritti della donna, organizzazioni internazionali, fazioni politiche palestinesi e funzionari governativi. Abbiamo fatto visita al Primo Ministro e al Ministro della Giustizia. Abbiamo svolto discussioni con i rappresentanti di tutti i partiti politici e dei soggetti interessati. Attraverso questi eventi e questi incontri la IADL ha potuto acquisire informazioni di prima mano sull’attuale situazione nei territori palestinesi occupati, particolarmente nella Striscia di Gaza.
La lotta del Popolo Palestinese è proprio una lotta che la IADL si impegna a sostenere.
NOI QUINDI DICHIARIAMO:
Auto-determinazione e fine dell’occupazione
Affermiamo il diritto del Popolo Palestinese all’auto-determinazione, all’indipendenza e ad essere uno stato, includendo la realizzazione e la protezione dei suoi diritti inalienabili. L’auto-determinazione è un diritto fondamentale di tutti i popoli, racchiuso nell’Articolo 1 dello Statuto delle Nazioni Unite, nella Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici e nella Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali.
Affermiamo l’illegalità dell’occupazione belligerante israeliana e sosteniamo il diritto dei Palestinesi all’integrità territoriale e alla fine dell’occupazione.
La IADL chiede l’immediata cessazione dell’occupazione.
Porre fine all’impunità dei crimini
Condanniamo l’occupazione illegale da parte di Israele della Riva Occidentale e della Striscia di Gaza, atti illegali di aggressione, compresa la chiusura di Gaza, come pure molti crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Condanniamo le violazioni israeliane della legge umanitaria internazionale e della legge dei fondamentali diritti umani.
Condanniamo tutti gli atti di aggressione contro il Popolo Palestinese, incluse le uccisioni mirate di civili.
Affermiamo che la comunità internazionale ha la responsabilità di porre fine all’impunità di cui Israele attualmente gode, principalmente dovuta al forte sostegno da parte degli Stati Uniti.
Affermiamo il diritto di procedere contro gli autori identificati di crimini di guerra secondo il principio di giurisdizione universale.
La IADL chiede alle Nazioni Unite di rendere immediatamente effettive le raccomandazioni fatte nel Rapporto Goldstone.
Il mantenimento di una cultura di impunità è una minaccia alla pubblica legge internazionale e alla pace nel mondo.
Rilascio dei prigionieri palestinesi e fine della tortura
La IADL condanna il fatto che migliaia di Palestinesi rimangano nelle prigioni israeliane. Molti sono detenuti senza accusa sotto un continuo, ingiusto regime di detenzione amministrativa.
Circa 8.000 bambini palestinesi sono stati arrestati dal 2000. La detenzione arbitraria e il maltrattamento di bambini sono in aperta violazione della Convenzione dei Diritti del Bambino, come anche la separazione dei bambini dalle loro famiglie.
Due distinti regimi giudiziari portano a sentenze più severe per i bambini palestinesi in confronto ai bambini israeliani, richiamando le pratiche di apartheid in Sud Africa.
La IADL ha sentito molte denunce di tortura e di trattamento crudele, inumano e degradante, patiti dai prigionieri palestinesi e il diniego di visite di familiari da parte delle autorità israeliane. Molti prigionieri hanno iniziato scioperi della fame per protestare contro queste condizioni.
La Convenzione contro la Tortura proibisce queste pratiche, e tutti coloro che ordinano e mettono in atto l’uso della tortura devono essere ritenuti responsabili.
Chiediamo l’immediato e incondizionato rilascio di tutti i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, e di porre fine all’impunità per la tortura di questi prigionieri.
Violazioni dei diritti umani e punizione collettiva
La chiusura della Striscia di Gaza impedisce al Popolo Palestinese di esercitare e di godere il suo diritto umano fondamentale ad un alloggio adeguato, all’assistenza medica, all’educazione, al lavoro, all’acqua, allo sviluppo e ad un ambiente salubre.
Vita e acqua sono inestricabilmente connessi. Le politiche di Israele impediscono al Popolo Palestinese l’accesso a questa risorsa essenziale, poiché la chiusura ha avuto come conseguenza la mancanza del trattamento delle acque reflue e degli impianti di dissalazione. Questa situazione rappresenta una minaccia diretta all’esistenza della popolazione di Gaza, giacché la vena acquifera di Gaza, la loro risorsa primaria di acqua, sarà irreparabilmente danneggiata entro il 2016 se non si intraprende un’immediata azione di recupero.
La chiusura di Gaza da parte di Israele limita gravemente la disponibilità di cibo, carburante, elettricità e materiali edili, oltre a molti altri prodotti. La chiusura costituisce una minaccia diretta ai mezzi di sussistenza e alla sicurezza della gente di Gaza. Restrizioni della libertà di movimento nei lavori e nell’impiego hanno creato un alto tasso di disoccupazione, che porta a povertà e a una diffusa malnutrizione.
Restrizioni dell’accesso alla terra agricola e alle acque per la pesca, imposte attraverso l’arresto arbitrario e l’uso della forza, aggravano i già alti livelli di povertà.
La IADL comprende che il diritto alla pace si può ottenere solo quando tutti i diritti umani siano soddisfatti in un ambiente libero da guerra, minacce e aggressioni. La chiusura illegale da parte di Israele rende impossibile il conseguimento del diritto alla pace, in violazione del primo scopo e principio dello Statuto delle Nazioni Unite.
Le azioni israeliane non soltanto costituiscono una illegale punizione collettiva dell’intera popolazione della Striscia di Gaza, ma sono un precursore di genocidio, e sono sfociate in crimini contro l’umanità e in crimini di guerra.
Invitiamo Israele come potenza occupante non solo a fermare queste violazioni dei diritti umani, ma anche ad assicurare che tutti i diritti umani siano protetti e rispettati.
Complicità della Comunità Internazionale nei crimini di guerra israeliani
L’incapacità della comunità internazionale di ritenere responsabile Israele dei suoi crimini contro la gente di Palestina la rende complice di queste azioni.
Se la Corte Criminale Internazionale continua a rifiutarsi di agire sul caso della Palestina, e se il Consiglio di Sicurezza non si adopera per ritenere responsabile Israele, la IADL invita i popoli del mondo a domandare all’Assemblea Generale di agire secondo l’Articolo 22 dello Statuto delle Nazioni Unite e di costituire un corpo sussidiario per indagare e perseguire questi crimini.
La IADL condanna specialmente gli Stati Uniti per il loro ostruzionismo all’applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che richiedono a Israele di riconoscere i diritti del Popolo Palestinese e per aver esercitato il veto quando qualsiasi iniziativa di critica nei confronti di Israele sia stata portata davanti alle Nazioni Unite.
La IADL sostiene gli sforzi internazionali per boicottare i prodotti israeliani, per disinvestire dagli affari israeliani e per sanzionare Israele per i suoi crimini.
Chiediamo urgentemente a tutti gli stati di porre immediatamente fine a qualsiasi transazione commerciale riguardante armi e tecnologia militare da e per Israele, in conformità con i compiti generali di disarmo espressi nell’Articolo 26 dello Statuto dell’ONU.
La IADL conferma e dichiara che lavoreremo fianco a fianco con la popolazione palestinese nel loro tentativo di porre fine all’occupazione illegale e di realizzare il loro diritto all’auto-determinazione mediante:
- La costituzione e l’assistenza del coordinamento di una rete internazionale di giuristi che si schierano per la solidarietà con il Popolo Palestinese e si impegnano a sostenere la loro causa in tutto il mondo, facendo uso degli strumenti legali nazionali e internazionali disponibili per sfidare l’impunità di Israele, porre termine all’occupazione illegale, la chiusura e le conseguenti violazioni dei diritti umani;
- L’assistenza di tutte le nostre organizzazioni nel mondo nell’impegnarsi a promuovere un boicottaggio economico, culturale e accademico di Israele, come parte di una campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni.
Fonte: Palestinian Center for Human Rights
Traduzione di Vincenzo Pezzino