LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Ramallah, Territori Occupati, Venerdì il gruppo di giovani Palestinians for Dignity ha organizzato davanti al quartier generale dell'European Union Coordinating Office for Palestinian Police Support (Ufficio di Coordinamento dell'Unione Europea per il sostegno alla polizia palestinese EUPOL COPPS) in Tokyo Street a Ramallah un sit-in di protesta contro una serie di provvedimenti intrapresi dall'Unione Europea per favorire lo sviluppo delle relazioni commerciali e diplomatiche con lo Stato occupante di Israele.

La decisione più rilevante riguarda la Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo che ha votato in favore di un potenziamento delle relazione commerciali stipulate sulla base dell'accordo di conformità e accettazione di prodotti industriali (ACAA), che rimuoverebbe le barriere doganali tra Israele e gli Stati membri dell'Unione Europea per il commercio di prodotti industriali, in particolare nel settore farmaceutico.

Inoltre, la protesta condanna l'atteggiamento passivo dell'Unione Europea sulla questione dei detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane e in particolare dei prigionieri attualmente in sciopero della fame; nella dichiarazione rilasciata dopo i 116 giorni di eroico sciopero della fame portato avanti da Samer Barq, l'Unione Europea ha espresso "preoccupazione" per le condizioni di salute del detenuto e per l'utilizzo del regime carcerario della detenzione amministrativa, senza nessuna menzione alle violazioni del Diritto Internazionale da parte di Israele o alla richiesta di immediato rilascio dei detenuti in sciopero.

Attraverso tali prese di posizione, l'Unione Europea dà ancora una volta il via libera alla potenza occupante per proseguire nella violazione dei Diritti individuali e collettivi della popolazione palestinese e continua a non dare ascolto alle rivendicazioni dei palestinesi che lottano per il riconoscimento della libertà, della dignità e del Diritto al ritorno, che l'UE ignora vergognosamente sostenendo l'Autorità Palestinese e la sua polizia.

Tutte le forme di supporto economico erogate all'Autorità Palestinese sono prive di senso; allo stesso tempo, l'Unione Europea offre un sostegno incondizionato alla politica di apartheid dello Stato israeliano. Questo atteggiamento indica inequivocabilmente che l'UE sta supportando e partecipando al protrarsi dell'occupazione israeliana e, di conseguenza, dimostra di essere un tacito complice nella flagrante violazione dei Diritti Umani internazionali.

Noi, come giovani palestinesi e palestinesi in generale, rifiutiamo categoricamente le posizioni false ed ipocrite dell'Unione Europea nei confronti della popolazione palestinese e dei suoi Diritti. È giunto il tempo per l'UE di dichiarare apertamente la propria posizione: o attenersi al Diritto Internazionale e difendere i Diritti Umani che l'UE ha nel proprio regolamento comunitario o essere chiari circa il supporto alla brutale occupazione, al colonialismo e all'apartheid portati avanti dallo Stato di Israele.

Palestinians for Dignity ha già precedentemente chiesto all'Unione Europea di rivedere le proprie politiche sulla base della dichiarazione rilasciata il 30 luglio 2012, che metteva in guardia circa un escalation futura delle azioni incluso il confronto diretto con coloro che favoriscono l'occupazione e il processo di normalizzazione della medesima.

Di qui, ancora una volta urge che il Parlamento Europeo non adotti il sopra menzionato accordo commerciale nella prossima sessione di ottobre e chiediamo all'Unione Europea:

  1. di rilasciare un comunicato stampa ufficiale in cui si chiede che la forza occupante rilasci immediatamente i prigionieri in sciopero della fame. I loro nomi sono: Samer Barq che continua la sua protesta da 123 giorni; Hassan Safadi, in detenzione amministrativa, che è in sciopero della fame da 93 giorni e della sete da 4; sette prigionieri che sono stati rilasciati lo scorso anno durante lo scambio di detenuti e che sono stati nuovamente arrestati dalle forse israeliane, ovvero Samer al-Issawi, Ibrahim Abu Hijleh, Ayman Shawarnah, Yousef Shteiwi, Iyad Abu Fanoun e Ali Zaidat.
  2. di rivedere gli accordi esistenti di partnership commerciale con la potenza occupante per assicurare il rispetto dei doveri nell'ambito dei diritti umani e della propria normativa comunitaria.
  3. di indagare e porre fine agli interessi di società europee che traggono profitti dall'espansione dell'occupazione e dalle colonie nei Territori occupati, a danno della popolazione palestinese e dei suoi Diritti.

Noi, Palestinians for Dignity, ribadiamo la nostra determinazione ad intensificare le nostre proteste se l'Unione Europea non risponderà alle nostre istanze in tempi brevi e in maniera inequivocabile.

Lunga vita alla Palestina Libera

Palestinians for Dignity

Fonte: BDS Movement

Traduzione di Sara Montagnani