LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

I membri della Chiesa Unita del Canada, la più grande confessione protestante del paese, la scorsa settimana hanno votato favorevolmente una controversa mozione circa il supporto al boicottaggio delle merci prodotte negli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme est.

Il voto è stato preceduto da quasi sei ore di acceso dibattito, in cui i membri del consiglio generale della chiesa hanno accolto la proposta e sentito le testimonianze dei rappresentanti di entrambe le parti della questione.

La mozione è una delle tante consigliate da un rapporto pubblicato da un gruppo di lavoro della chiesa nel maggio scorso. Oltre ad invitare la gerarchia ecclesiastica ad accettare un boicottaggio globale, il report definisce l'occupazione israeliana dei territori palestinesi come l'ostacolo più importante alla soluzione dei due stati in Medio Oriente.

Bruce Gregersen, un ufficiale del consiglio generale e portavoce della Chiesa Unita che ha assistito alle operazioni di voto, ha definito tale voto un "passo significativo" verso l'accettazione da parte della chiesa dell'intera proposta.

 

"Penso che la mente del consiglio abbia le idee chiare", ha detto. "Sebbene tutte le lobby (anti-mozione) abbiano fatto pressione, il consiglio ha votato con la sua propria mente, a prescindere dalle lobby."

I risultati delle votazioni non sono stati immediatamente disponibili, ma Gregersen ha dichiarato che gli elettori sono "sostanzialmente a favore" della mozione di boicottaggio.

Il consiglio generale voterà di nuovo per confermare o meno le proposte sulla politica ufficiale della Chiesa.

Il consiglio generale della Chiesa Unita comprende più di 350 delegati provenienti da tutto il Canada. Secondo Statistics Canada, quasi tre milioni di canadesi si identificano con la Chiesa Unita.

La votazione è stata accolta con una rapida condanna da parte di alcuni membri della comunità ebraica canadese, che sostengono che il boicottaggio creerà una rottura irreparabile dei rapporti tra i due gruppi religiosi.

Nei mesi successivi alla pubblicazione del rapporto, leader ebrei, addetti ai lavori della Chiesa Unita e un gruppo di nove senatori canadesi liberali e conservatori, tutti membri della Chiesa Unita, si sono espressi contro il boicottaggio, accusando la Chiesa Unita di prendere posizione sul tema della complessa politica israelo-palestinese.

"La reazione della comunità ebraica è uno degli oltraggi sfrenati", ha dichiarato Shimon Fogel, CEO del Centro per gli Affari di Israele e degli ebrei. "E' incomprensibile che (la Chiesa Unita) abbia scelto di sbilanciarsi così sul conflitto e di avere un approccio decisamente unilaterale".

Un sondaggio online, commissionato da CIJA e Faithful Witness, un gruppo di antiboicottaggio guidato da un pastore della Chiesa Unita, ha rilevato che secondo il 78% dei membri della chiesa questa dovrebbe rimanere neutrale sul conflitto israelo-palestinese.

Dall'11 al 16 luglio scorsi, l'azienda del Gruppo Gandalf ha intervistato 501 canadesi che frequentano i servizi della Chiesa Unita almeno una volta al mese. Il sondaggio è considerato preciso nell'ambito di un margine di errore di 4,38 punti percentuali, 19 volte su 20.

Fonte: The Star

Traduzione a cura di PalestinaRossa