LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Il Comitato nazionale per il BDS (BNC), la più ampia coalizione della società civile palestinese che guida il movimento globale BDS per i diritti dei palestinesi, denuncia l'UE per non aver costantemente rispettato la propria "clausola territoriale negli accordi con Israele"[1] che riguarda gli accordi e progetti energetici promossi e finanziati dall’UE con lo stato dell'apartheid.  

Interrogata da parlamentari europei sul protocollo d’intesa che riguarda le future esportazioni di gas verso l'Europa firmato con Israele ed Egitto a giugno [2], la Commissione europea ha ribadito ancora una volta la sua adesione alla clausola territoriale, adottata 10 anni fa. Il 28 luglio la Commissione ha chiarito che, sebbene il protocollo d'intesa non fosse vincolante, 

"... all'UE è severamente vietato, anche nell'attuazione di uno strumento non vincolante, agire in modo tale da riconoscere l'occupazione illegale israeliana", e che ciò "... comporta che le forniture israeliane di gas secondo l'attuazione del memorandum d'intesa potrebbe non provenire da risorse stanziate dai territori palestinesi occupati da Israele.” [3]

In pratica, tuttavia, l'UE sta riconoscendo e concedendo assistenza all'occupazione illegale israeliana cercando di facilitare l'accesso dell'Europa alle fonti di energia fossile israeliane attraverso iniziative che, secondo la progettazione, espropriano, saccheggiano e sfruttano le risorse naturali palestinesi nel territorio palestinese occupati, comprese le riserve di terra, acqua e gas. L'EuroAsia Interconnector, per esempio, la cui costruzione è promossa e finanziata dall'UE, con la consapevolezza che è progettata per includere e favorire gli insediamenti illegali di Israele. [4]

Inoltre, per quanto riguarda la prevista importazione europea di gas israeliano dall'impianto GNL egiziano, che è al centro del protocollo d'intesa firmato a giugno, l'UE chiude un occhio sul fatto che tali importazioni di gas israeliano si basano sull’esproprio e lo sfruttamento del mare adiacente alla Striscia di Gaza sotto assedio, dove i palestinesi detengono diritti sovrani sulle risorse naturali delle acque territoriali e sui fondali marini. Già oggi il gas israeliano raggiunge l'Egitto attraverso l'Ashkelon-Al Arish Pipeline, un gasdotto di 90 km che attraversa il Mar Mediterraneo a 13 miglia nautiche dalla costa di Gaza, violando i diritti sovrani palestinesi. [5]

Ai palestinesi non è stato chiesto il permesso né sono state offerte le dovute tasse di transito per l'uso di questo gasdotto nelle loro acque. L'oleodotto è una delle ragioni del blocco marittimo disumano e criminale imposto dall'apartheid israeliana contro gli oltre 2 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata, compresi i ripetuti violenti attacchi israeliani ai pescatori palestinesi, causando morte e ferite a molti. 

L'ipocrisia energetica dell'UE deve essere smascherata e contestata. Gli accordi e i progetti dell'UE per l'importazione di gas fossile israeliano e di elettricità a base di gas fossile, attuati nell'ambito del protocollo d'intesa firmato nel giugno 2022 o in altro modo, promuovono l'occupazione illegale e il regime di apartheid di Israele sul popolo palestinese e sono, in quanto tali, incompatibili con i diritti umani e gli obblighi di diritto umanitario dell'UE e delle imprese del settore energetico.

D’altra parte, l'importazione di gas da Israele, in parte rubato ai palestinesi, non può contribuire sostanzialmente a risolvere l'attuale crisi energetica in Europa, poiché le riserve di gas israeliane accertate sono semplicemente troppo poche. Contribuiscono, però, ad aggravare l'emergenza climatica che ha colpito il continente durante l’ultima estate. 

Inoltre, questi accordi alimentano ulteriormente il già accresciuto rischio di conflitti armati nel Mediterraneo orientale, date le molteplici controversie sulle zone economiche esclusive e sui giacimenti di gas. 

Contesto e fonti:

[1] Il 10 dicembre 2012 , il Consiglio per gli Affari esteri dell'UE sul processo di pace in Medio Oriente ha deciso che “tutti gli accordi tra lo Stato di Israele e l'UE devono indicare in modo inequivocabile ed esplicito la loro inapplicabilità ai territori occupati da Israele nel 1967, vale a dire, le alture del Golan, la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza”.

[2] Protocollo d'intesa dell'UE con Egitto e Israele sul gas naturale e l'assenza di una clausola territoriale, interrogazione del 23.6.2022 alla Commissione per risposta scritta.

[3] Risposta del 28.7.2022 dell'Alto rappresentante/Vicepresidente Borrel a nome della Commissione europea.

[4] Per i dettagli sull'interconnettore EuroAsia, nonché sul riconoscimento e l'assistenza dell'UE agli insediamenti illegali di Israele risultanti dalla promozione e dal finanziamento dell'UE di questo progetto, vedere questo documento legale emesso dal Consiglio delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani (PHROC).

[5] Secondo la legge del mare , l'oleodotto si trova a un miglio nautico oltre le acque territoriali di Gaza, nell'adiacente zona contigua che fa parte della Zona Economica Esclusiva (ZEE) della Palestina. In quest'area, la posa e il funzionamento di cavi sottomarini e condutture sono soggetti al consenso e alle condizioni della Palestina e devono rispettare i diritti sovrani palestinesi sulle risorse naturali del mare (articoli 56, 58, 79).

 Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia