Gli studiosi si oppongono fermamente all'imposizione governativa della definizione "intrinsecamente inadeguata" e sollecitano le università britanniche a respingerla, rimanendo fermi nel loro impegno per la libertà accademica e la libertà di parola e continuando nello stesso tempo la propria battaglia contro tutte le forme di razzismo, incluso l’antisemitismo.
Appello a respingere la "definizione operativa di antisemitismo" dell'IHRA
A: Vice rettori, membri dei senati accademici, tutti gli altri accademici e studenti del Regno Unito e Onorevole Gavin Williamson CBE (comandante dell'ordine dell'impero britannico, N.d.T.) MP (membro del parlamento, N.d.T.) Segretario di Stato per l’istruzione.
Oggetto: la "definizione operativa di antisemitismo" dell'IHRA
Noi accademici britannici, che siamo anche cittadini israeliani, ci opponiamo fermamente all'imposizione governativa alle università inglesi della "definizione operativa di antisemitismo" dell'IHRA. Chiediamo a tutti i senati accademici di respingere il documento dell'IHRA o, se già adottato, di revocarlo.
Rappresentiamo un gruppo eterogeneo interdisciplinare, interetnico e intergenerazionale. Condividiamo tutti una lunga storia di lotte contro il razzismo. Di conseguenza siamo stati critici nei confronti delle prolungate politiche di occupazione, espropriazione, segregazione e discriminazione di Israele nei confronti della popolazione palestinese. La nostra prospettiva storica e politica è profondamente informata dai molteplici genocidi dei tempi moderni, e in particolare dall'Olocausto, in cui molti di noi hanno perso membri delle proprie famiglie allargate. La lezione che siamo determinati a trarre dalla storia è quella di una lotta impegnata contro tutte le forme di razzismo.
È proprio a causa di queste prospettive personali, accademiche e politiche che siamo turbati dalla lettera inviata il 9 ottobre 2020 ai nostri Vice Rettori da Gavin Williamson, Segretario di Stato per l'Istruzione. Minacciando esplicitamente di trattenere i fondi, la lettera fa pressione sulle università perché adottino la controversa "definizione operativa di antisemitismo" originariamente proposta dall'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). Combattere l'antisemitismo in tutte le sue forme è un dovere assoluto. Tuttavia, il documento dell’IHRA è intrinsecamente difettoso nelle modalità che rendono inefficace questa lotta. Esso minaccia inoltre la libertà di parola e la libertà accademica e costituisce un attacco sia al diritto dei palestinesi all'autodeterminazione che alla lotta per democratizzare Israele.
Il documento dell'IHRA è stato fortemente criticato in numerose occasioni. Qui tocchiamo alcuni dei suoi aspetti che sono particolarmente angoscianti nel contesto dell'istruzione superiore. Il documento si compone di due parti. Il primo, citato nella lettera di Williamson, è una "definizione" di antisemitismo, che recita come segue:
L'antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni verbali e fisiche di antisemitismo sono dirette verso individui ebrei o non ebrei e / o le loro proprietà, verso le istituzioni comunitarie ebraiche e gli edifici religiosi.
Questa formulazione è al tempo stesso vaga nel linguaggio e carente nei contenuti, al punto da essere inutilizzabile. Da un lato, si basa su termini poco chiari come "certa percezione" e "può essere espressa come odio", dall'altra non menziona questioni chiave come "pregiudizio" o "discriminazione". Decisamente questa definizione è notevolmente più debole e meno efficace delle normative e delle leggi antirazziste già in vigore, o in fase di sviluppo, nel settore universitario.
Inoltre, la pressione del governo sugli istituti di istruzione superiore affinché adottino una definizione per un solo tipo di razzismo individua le persone di origine ebraica come meritevoli di maggiore protezione rispetto ad altre che subiscono regolarmente manifestazioni uguali o più gravi di razzismo e discriminazione.
La seconda parte del documento dell'IHRA presenta quelli che descrive come undici esempi di antisemitismo contemporaneo, sette dei quali si riferiscono allo Stato di Israele. Alcuni di questi "esempi" caratterizzano male l'antisemitismo. Allo stesso modo hanno un effetto agghiacciante sul personale universitario e sugli studenti che desiderano legittimamente criticare l'oppressione israeliana dei palestinesi o studiare il conflitto israelo-palestinese. Infine, interferiscono con il nostro diritto in quanto cittadini israeliani di partecipare liberamente al processo politico israeliano.
Nello specifico, un esempio di antisemitismo sarebbe "[sostenere] che l'esistenza di uno Stato di Israele è un'espressione di razzismo." Un altro atto antisemita, secondo il documento, è "richiedere [a Israele] un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico." Sicuramente, dovrebbe essere legittimo, soprattutto in un ambiente universitario, discutere se Israele, in quanto Stato ebraico autoproclamato, sia "un'espressione di razzismo" o una "nazione democratica".
Attualmente, la popolazione sotto il controllo di Israele comprende 14 milioni di persone. Quasi 5 milioni di questi sono privi di diritti fondamentali. Dei rimanenti 9 milioni, il 21% (circa 1,8 milioni) è stato sistematicamente discriminato dal momento dell'istituzione dello Stato. Questa discriminazione si manifesta in decine di leggi e politiche riguardanti i diritti di proprietà, l'istruzione e l'accesso alla terra e alle risorse. Tutti i 6,8 milioni di persone a cui è stato così impedito il pieno accesso democratico sono non ebrei. Un esempio emblematico è la Legge del Ritorno, che autorizza tutti gli ebrei - e solo gli ebrei - che vivono in qualsiasi parte del mondo a migrare in Israele e acquisire la cittadinanza israeliana, un diritto estendibile a discendenti e coniugi. Allo stesso tempo, a milioni di palestinesi e ai loro discendenti, sfollati o esiliati, viene negato il diritto di tornare in patria.
Tali leggi discriminatorie e pratiche statali in altri sistemi politici contemporanei o storici - dalla Cina agli Stati Uniti o all'Australia - sono legittimamente e regolarmente discusse dagli studiosi e dall'opinione pubblica. Sono variamente criticate come forme di razzismo istituzionale e paragonate a certi regimi fascisti, compreso quello della Germania precedente al 1939. In effetti, le analogie storiche sono uno strumento standard nella ricerca accademica. Tuttavia, secondo il ministro dell'istruzione, solo quelle riguardanti lo Stato di Israele sono ora vietate in Inghilterra a studiosi e studenti. Nessuno stato dovrebbe essere al riparo da tali legittime discussioni accademiche.
Inoltre, mentre il documento dell'IHRA considera qualsiasi "paragone tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti" una forma di antisemitismo, molti nel centro e nella sinistra dello schieramento politico israeliano hanno spesso tracciato tali paragoni. Un esempio recente è una dichiarazione fatta da Yair Golan, membro della Knesset (parlamento israeliano) ed ex vice capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, nel 2016. Un altro è il paragone tra Israele e "nazismo nelle sue fasi iniziali" fatto nel 2018 dal Professor Zeev Sternhell, vincitore del Premio Israele, un rinomato storico e scienziato politico israeliano che è stato, fino alla sua recente morte, un teorico di punta del fascismo. Tali confronti vengono effettuati regolarmente anche dagli editoriali del principale quotidiano israeliano Haaretz.
L'uso di tali analogie non è certo nuovo. Per fare un esempio, alla fine del 1948 un importante gruppo di intellettuali ebrei e rabbini, tra cui Albert Einstein e Hannah Arendt, pubblicò una lettera sul New York Times accusando Menachem Begin (futuro primo ministro di Israele) di guidare "un partito politico strettamente affine per organizzazione, metodi, filosofia politica e seguito sociale ai partiti nazista e fascista”.
Con i suoi undici "esempi", il documento dell'IHRA è già stato utilizzato per reprimere la libertà di parola e la libertà accademica (vedi qui, qui e qui). In modo allarmante, è servito a inquadrare la lotta contro l'occupazione e l'espropriazione da parte di Israele come antisemita. Come affermato di recente in una lettera al Guardian di 122 intellettuali palestinesi e arabi:
Crediamo che nessun diritto all'autodeterminazione dovrebbe includere il diritto di sradicare un altro popolo e impedire loro di tornare nella loro terra, o qualsiasi altro mezzo per garantire all'interno dello Stato una maggioranza demografica. La richiesta dei palestinesi per il loro diritto al ritorno nella terra da cui loro stessi, i loro genitori e i loro nonni sono stati espulsi non può essere interpretata come antisemita ... È un diritto riconosciuto dalle leggi internazionali come illustrato nella risoluzione 194 del 1948 dell'assemblea generale delle Nazioni Unite ... accusare di antisemitismo chiunque consideri razzista l'attuale Stato di Israele, nonostante l'effettiva discriminazione istituzionale e costituzionale su cui si basa, equivale a garantire a Israele l'impunità assoluta.
Nella sua recente lettera, in cui sostiene l'imposizione del documento dell'IHRA alle università inglesi, Kate Green, parlamentare e segretaria di Stato ombra per l'istruzione, afferma che "Possiamo [combattere l'antisemitismo] solo ascoltando e impegnandoci con la comunità ebraica". Comunque, dal momento che dei cittadini israeliani, molti di origine ebraica, e insieme molti facenti parte della comunità ebraica del Regno Unito, sono parte integrante del Regno Unito, chiediamo che venga ascoltata anche la nostra voce e crediamo che il documento dell'IHRA rappresenti un passo verso la direzione sbagliata. Esso prende in singola considerazione la persecuzione degli ebrei; inibisce la libertà di parola e la libertà accademica; priva i palestinesi della propria voce legittima all'interno dello spazio pubblico del Regno Unito e, infine, ci impedisce, in quanto cittadini israeliani, di esercitare il nostro diritto democratico di contestare il nostro stesso governo.
Per questi e altri motivi, anche il redattore capo del documento dell'IHRA, Kenneth Stern, ha pubblicamente ammonito:
I gruppi ebraici di destra hanno preso la "definizione operativa", contenuta in alcuni esempi su Israele ..., e hanno deciso di utilizzarla come un'arma. ... [Questo documento] non è mai stato inteso come un codice per l'incitamento all'odio nelle università ... ma (per mano della destra è stato usato come) un attacco alla libertà accademica e di parola, e danneggerà non solo i sostenitori a favore dei palestinesi, ma anche gli studenti e i docenti ebrei e lo stesso ambito accademico. ... Sono un sionista. Ma nelle università ..., dove lo scopo è approfondire le idee, gli antisionisti hanno diritto alla libera espressione. ... Inoltre, all'interno della comunità ebraica è in corso un dibattito sul tema se essere ebrei richieda l'essere sionisti. Non so se questa questione possa essere risolta, ma il fatto che il governo stia essenzialmente decidendo la risposta al posto nostro dovrebbe spaventare tutti gli ebrei. (The Guardian, 13 dicembre 2019).
Queste preoccupazioni sono condivise da molti altri, tra cui centinaia di studenti e studiosi di antisemitismo e razzismo britannici, e numerosi palestinesi, ebrei e gruppi e organizzazioni del Regno Unito e di tutto il mondo a favore della giustizia sociale, come l'Institute of Race Relations, l'organizzazione per i diritti civili Liberty, l'ex giudice della Corte d'appello Sir Stephen Sedley e la rabbina Laura Janner-Klausner.
Ci uniamo alla richiesta che le università del Regno Unito rimangano ferme nel loro impegno a favore della libertà accademica e di parola. Esortiamo le università del Regno Unito a continuare la loro lotta contro tutte le forme di razzismo, compreso l'antisemitismo. Il documento inadeguato dell'IHRA rende un cattivo servizio riguardo questi obiettivi. Chiediamo quindi a tutti i senati accademici di respingere i decreti governativi rivolti alla sua adozione, o, se già adottato, di agire per revocarlo.
Firmatari
1. Prof. Hagit Borer FBA, Queen Mary University of London
2. Dr. Moshe Behar, Università di Manchester
3. Dr. Yonatan Shemmer, Università di Sheffield
4. Dr. Hedi Viterbo, Queen Mary University of London
5. Dr. Yael Friedman, Università di Portsmouth
6. Dr. Ophira Gamliel, Università di Glasgow
7. Dr. Moriel Ram, Università di Newcastle
8. Prof. Neve Gordon, Queen Mary University of London
9. Prof. Emerito Moshé Machover, King's College di Londra
10 Dr. Catherine Rottenberg, Università di Nottingham
11. Dottoranda Daphna Baram, Lancaster University
12. Dr. Yuval Evri, King's College di Londra
13. Dr. Yohai Hakak, Brunel University di Londra
14. Dr. Judit Druks, University College London
15. Dottoranda Edith Pick, Queen Mary University of London
16. Prof. Emerito Avi Shlaim FBA, Università di Oxford
17. Dr. Merav Amir, Queen's University di Belfast
18. Dr. Hagar Kotef, SOAS, Università di Londra
19. Prof.Emerita Nira Yuval-Davis, University of East London, 2018 International Sociological
20. Association Distinguished Award for Excellence in Research and Practice.
20. Dr. Assaf Givati, King's College London
21. Prof. Yossef Rapoport, Queen Mary University of London
22. Prof. Haim Yacobi, University College London
23. Prof. Gilat Levy, London School of Economics
24. Dr. Noam Leshem, Università di Durham
25. Dr. Chana Morgenstern, Università di Cambridge
26. Prof. Amir Paz-Fuchs, Università del Sussex
27. Dottoranda Maayan Niezna, Università del Kent
28. Prof. Emerito, Ephraim Nimnie, Queen's University di Belfast
29. Dr. Eytan Zweig, Università di York
30. Dr. Anat Pick, Queen Mary, Università di Londra
31. Prof.Joseph Raz FBA, King's College London, vincitore del Tang Prize for the Rule of Law 2018
32. Dr. Itamar Kastner, Università di Edimburgo
33. Prof. Dori Kimel, Università di Oxford
34. Prof. Eyal Weizman MBE FBA, Goldsmiths, University of London
35. Dr. Daniel Mann, King's College di Londra
36. Dr. Shaul Bar-Haim, Università dell'Essex
37. Dr. Idit Nathan, Università delle Arti di Londra
38. Dr. Ariel Caine, Goldsmiths University di Londra
39. Prof. Ilan Pappe, Università di Exeter
40. Prof.Oreet Ashery, Università di Oxford, Borsa di studio Turner 2020
41. Dr. Jon Simons, in pensione
42. Dr. Noam Maggor, Queen Mary University of London
43. Dr. Pil Kollectiv, Università di Reading, Fellow della HEA
44. Dr. Galia Kollectiv, University of Reading, Fellow della HEA
45. Dr. Maayan Geva, Università di Roehampton
46. Dr. Adi Kuntsman, Manchester Metropolitan University
47. Dr. Shaul Mitelpunkt, Università di York
48. Dr. Daniel Rubinstein, Central Saint Martins, University of the Arts, Londra
49. Dr. Tamar Keren-Portnoy, Università di York
50. Dr. Yael Padan, University College London
51. Dr. Roman Vater, Università di Cambridge
52. Dr. Shai Kassirer, Università di Brighton
53. Dottoranda Shira Wachsmann, Royal College of Art
54. Prof. Oren Yiftachel, University College London
55. Prof. Erez Levon, Queen Mary University of London
56. Prof. Amos Paran, University College London
57. Dr. Raz Weiner, Queen Mary University of London
58. Dr. Deborah Talmi, Università di Cambridge
59. Dr. Emerita Susie Malka Kaneti Barry, Brunel University
60. PhD Candidate Ronit Matar, University of Essex
61. Dottoranda Michal Rotem, Queen Mary University of London
62. DR. Mollie Gerver, Università dell'Essex
63. Prof. Haim Bresheeth-Zabner, SOAS
64. Dottorando Lior Suchoy, Imperial College London
65. Dr. Michal Sapir, indipendente
Sostenitori accademici israeliani in tutto il mondo:
1. Prof. Amos Goldberg, The Hebrew University of Jerusalem
2. Dottorando Aviad Albert, Università di Colonia
3. Dr. Noa Levin, Center Marc Bloch, Berlino
4. Prof. Paul Mendes-Flohr
5. Dr. Uri Horesh
6. Prof. Roy Wagner, ETH Zurigo
7. Prof. Dmitry Shumsky
8. Prof. Nurit Peled-Elhanan, Hebrew University e David Yellin Academic College
9. Prof. Arie Dubnov, The George Washington University
10. Prof. Natalie Rothman, Università di Toronto
11. Dr. Anat Matar, Università di Tel Aviv
12. Dr. Ido Shahar, Università di Haifa
13. Prof. Nir Gov, Istituto Weizmann
14. Prof. Emeritus Amiram Goldblum, The Hebrew University of Jerusalem
15. Dr. Itamar Shachar, Università di Ghent, Belgio
16. Prof. Emerito Jacob Katriel, Technion - Israel Institute of Technology
17. Dr. Eyal Shimoni, Weizmann Institute of Science
18. Dr. Gilad Liberman, Harvard Medical School
19. Prof. Emerito Emmanuel Farjoun, Hebrew University of Jerusalem
20. Prof. Avner Ben-Amos, Università di Tel Aviv
21. Dott. Alon Marcus, The Open University of Israel
22. Dr. Uri Davis, Università di Exeter, Exeter, Regno Unito e Università AL-QUDS
23. Prof. Emeritus Avishai Ehrlich, The Academic College of Tel Aviv-Yaffo
24. Prof. Naama Rokem, Università di Chicago
25. Dr. Marcelo Svirsky, Università di Wollongong
26. Prof. Atalia Omer, Università di Notre Dame
27. Prof. Emerito, Jose Brunner, Università di Tel Aviv
28. Dr. Michael Dahan, Sapir College
29. Dr. Naor Ben-Yehoyada, Columbia University
30. Dr. Shai Gortler, Università del Capo Occidentale
31. Dr. Roni Gechtman, Mount Saint Vincent University, Halifax, Canada
32. Prof. Ivy Sichel, UC Santa Cruz
33. Prof. Ofer Aharony, Istituto Weizmann
34. Prof. Outi Bat-El Foux, Università di Tel Aviv
35. Dr. Elazar Elhanan, CCNY
36. Dr. Ofer Shinar Levanon
37. Prof. Emerito Isaac Nevo
38. Prof. Emerita Nomi Erteschik-Shir, Università Ben-Gurion del Negev
39. Prof. Yinon Cohen, Columbia University
40. Dottoranda Revital Madar
41. Prof. Yael Sharvit, UCLA
42. Prof. Emerito Isaac Cohen, San Jose State University
43. Dr. Kobi Snitz, Weizmann Institute of Science
44. Dr. Irena Botwinik, Open University, Israele
45. Prof. Niza Yanay, Università Ben Gurion
46. Prof. Julia Resnik, Università Ebraica di Gerusalemme
47. Prof. Charles Manekin, Università del Maryland
48. Prof. Jerome Bourdon, Università di Tel Aviv
49. Dr. Ilan Saban, Università di Haifa
50. Dottoranda Netta Amar-Shiff, Ben Gurion University
51. Prof. Emerito Ron Kuzar, Università di Haifa
52. Dr. Yanay Israeli, Hebrew University of Jerusalem
53. Prof. Emerito Avner Giladi, Università di Haifa
54. Prof. Emerita Esther Levinger, Università di Haifa
55. Prof. Emerito Micah Leshem, Università di Haifa
56. Prof. Jonathan Alschech, University of Northern British Columbia
57. Prof. Emerito Yehoshua Frenkel, Università di Haifa
58. Prof. Yuval Yonay, Università di Haifa
59. Prof. Emerita Vered Kraus, Università di Haifa
60. Dr. Amit G., università israeliane
61. Dr. Shakhar Rahav, Università di Haifa
62. Prof. Emerito Yoav Peled, Università di Tel Aviv
63. Prof. Emerita Linda Dittmar, Università del Massachusetts
64. Prof. Emerito Uri Bar-Joseph, Università di Haifa
65. Dr. Ayelet Ben-Yishai, Università di Haifa
66. Gilad Melzer, Beit Berl College
67. Prof. Raphael Greenberg, Università di Tel Aviv
68. Prof. Emerita Sara Helman, Università Ben Gurion
69. Dr. Itamar Mann, Università di Haifa
70. Dottor Tamar Berger
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia