Un cartello in occasione di una protesta pro-palestinese a Parigi il 12 maggio 2018: l'UE importa merci dagli insediamenti israeliani per un valore stimato annuo di $ 300 milioni. Foto: Etienne Laurent
L'Irlanda e la UE sono complici nel consentire le violazioni di Israele dei diritti dei Palestinesi.
Oggi, i palestinesi di tutto il mondo commemoreranno la Nakba (in arabo per la catastrofe) del 1947-1949 - la pulizia etnica della maggior parte dei nativi palestinesi dalla nostra patria e la sistematica distruzione di centinaia di villaggi e città per la nascita di Israele come stato fondato sull' esclusione.
Nel 1948, quando i paramilitari sionisti costrinsero, sotto la minaccia delle armi, la famiglia della mia defunta nonna, Rasmiyyah, fuori dalla sua spaziosa casa nella pittoresca città di Safad, il processo determinante di colonizzazione dei territori, che fu reso possibile dalla Dichiarazione Balfour, finì per riguardare personalmente la mia famiglia. La Nakba ha modellato la mia identità e l'identità di milioni di altri palestinesi discendenti dei rifugiati.
Per sopprimere le massicce dimostrazioni pacifiche a Gaza, dove la maggior parte sono profughi della Nakba e loro discendenti, che chiedono la fine dei 12 anni d'assedio e il diritto di rifugiati, Israele ha messo in atto la politica dello sparare per uccidere o mutilare, uccidendo dozzine e ferendo migliaia di persone, molti con l’uso di munizioni vere. Il pubblico ministero della Corte Penale Internazionale ha condannato questi crimini, mentre Amnesty International ha chiesto ai governi del mondo "di imporre un embargo globale sulle armi a Israele" come misura efficace di responsabilità.
Nel frattempo, Israele ha intensificato la sua costruzione di insediamenti illegali e le sue brutali politiche di sfollamento forzato dei palestinesi nella Gerusalemme Est occupata e nel Negev, demolizioni di case, violenti interrogatori e detenzioni di centinaia di bambini, e la sua negazione della libertà di movimento.
Questa ininterrotta Nakba e l'assoluta impunità di Israele hanno dato il via alla nascita nel 2005 del movimento nonviolento, candidato al Premio Nobel per la Pace, Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi, guidato dalla più ampia coalizione nella società civile palestinese.
Il BDS chiede la fine dell'occupazione israeliana del 1967, la piena eguaglianza per i cittadini palestinesi di Israele e il [riconoscimento del, N.d.T.] diritto sancito dalle Nazioni Unite ai rifugiati palestinesi di tornare nelle terre da cui sono stati sradicati e espropriati con la Nakba.
Colpire la complicità
Ancorato alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il BDS respinge categoricamente tutte le forme di razzismo e discriminazione, tra cui l'antisemitismo, il razzismo contro i neri e l'islamofobia. L’identità, crediamo, non dovrebbe mai ridurre i diritti. Il BDS, di conseguenza, ha come obiettivo la complicità, non l'identità.
L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, l'unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese, ha recentemente ribadito il suo sostegno al BDS. In tutto il mondo, movimenti sociali, chiese, gruppi progressisti ebraici, unioni accademiche, associazioni culturali, che insieme rappresentano milioni di persone, hanno adottato misure efficaci di assunzione di responsabilità a sostegno della liberazione palestinese.
Al livello più elementare, i palestinesi e i gruppi di solidarietà, attivi o meno nel movimento BDS, chiedono all'Irlanda, all'Unione Europea e al mondo intero di sostenere il loro obbligo morale e legale di non arrecarci alcun danno.
Come ho sostenuto lo scorso giovedì alla Commissione Paritetica per gli Affari Esteri e il Commercio e la Difesa dell'Oireachtas (Parlamento della Repubblica d'Irlanda, N.d.T.), l'Unione Europea, inclusa l'Irlanda, rimane ampiamente complice nel consentire le gravi violazioni israeliane dei diritti umani palestinesi. Nonostante la discesa di Israele verso un non celato estremismo di destra, e la sua pluridecennale occupazione militare e oppressione dei palestinesi, l'UE continua a trattarlo come se fosse al di sopra del diritto internazionale.
Le gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele generano obblighi legali per l'UE, il principale partner commerciale di Israele, e per i suoi stati membri. Come affermato nella decisione del 2004 da parte della Corte Internazionale di Giustizia, gli Stati devono astenersi dal riconoscere gli interventi di insediamento coloniale israeliani e dal fornire qualsiasi forma di assistenza che miri a mantenere la situazione di illegalità che ne deriva.
Commerciando con gli insediamenti illegali di Israele e con le società di supporto che sono coinvolte nelle attività di insediamento, come definito dall'ONU, l'UE sta violando sia gli obblighi di non riconoscimento che quelli di non assistenza.
Prodotti illegali
L'UE, inclusa l'Irlanda, mantiene una rete di relazioni militari, di ricerca sulle armi, di transazioni bancarie e di commercio con gli insediamenti, con compagnie, banche e istituzioni israeliane profondamente coinvolte nelle violazioni dei diritti umani.
Ad esempio, l'UE importa merci dagli insediamenti israeliani per un valore stimato annuo di 300 milioni di dollari. Soltanto l'etichettare alcuni di questi prodotti illegali invece di metterli al bando è un'inadempienza ai doveri.
Come primo passo per adempiere ai suoi obblighi legali, l'Irlanda deve vietare l'ingresso di beni e servizi prodotti negli insediamenti che si trovano nei territori occupati e porre fine al commercio militare diretto e indiretto con Israele.
Al di là della responsabilità dello stato, i palestinesi chiedono solidarietà, non carità. Ascoltando i nostri appelli, poche settimane fa, Dublino è diventata la prima capitale europea a recepire il BDS a favore dei diritti dei palestinesi. Derry è stata la prima città irlandese, nel 2016, a sostenere il BDS. Il Congresso irlandese dei sindacati, i sindacati degli insegnanti, l'Unione degli studenti in Irlanda (USI) e le unioni studentesche nel Trinity College di Dublino, la Queen's University di Belfast e l'Università di Galway, hanno tutti aderito al BDS.
Questa e simili espressioni di genuina solidarietà ci forniscono una grande speranza per continuare la nostra lotta per l'emancipazione.
Ho promesso alla mia defunta nonna di mantenere viva la speranza e di non rinunciare mai al mio modesto contributo a questa lotta, non importa quanto crudele sia la repressione. La sua passione per la giustizia e la tenacia nel resistere all'oppressione mi hanno sempre ispirato profondamente. Non infrangerò questa promessa finché i palestinesi non potranno vivere in dignità, giustizia, pace ed uguaglianza.
Omar Barghouti, difensore dei diritti umani palestinese e cofondatore del movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) a favore dei diritti dei Palestinesi. È co-vincitore del Gandhi Peace Award 2017.
Fonte The Irish Times
Traduzione di BDS Italia