LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

La Campagna USA per il Boicottaggio accademico e culturale di Israele (USACBI) invita tutti i docenti, amministratori, studenti e staff statunitensi a sostenere il boicottaggio accademico internazionale in corso contro Israele rifiutando di partecipare in qualsiasi modo ai programmi di studio all'estero in quel Paese. Il boicottaggio accademico di Israele è stato sollecitato da studiosi e studenti palestinesi che vivono sotto occupazione militare e in uno stato di assedio e di apartheid che viola quotidianamente il loro diritto all'istruzione. Partecipare a un programma di studio all'estero presso un'istituzione israeliana significa ignorare, se non perpetuare, la violazione in corso delle libertà accademiche e, in realtà, dei diritti umani dei palestinesi. Invitiamo quindi tutti gli studenti, i docenti e il personale che ascoltano la propria coscienza ad astenersi dalla partecipazione a tali programmi e rifiutare la complicità con l'occupazione, la colonizzazione e l'apartheid.

I programmi di studio all'estero in Israele possono anche violare i diritti dei docenti e degli studenti statunitensi e le politiche di non discriminazione e di pari opportunità vigenti nei nostri campus. Alcuni studenti, docenti e personale statunitensi che viaggiano in Israele in tali programmi rischiano discriminazioni e molestie in ambiti protetti come la religione e l'origine nazionale. È noto che Israele nega abitualmente l'ingresso a persone di origine araba, mediorientale o musulmana e le sottopone a detenzione e molestie alle frontiere, utilizzando sfrontatamente la schedatura su base razziale e in pratica dichiarando in anticipo sospetti tali viaggiatori. Ciò è stato confermato da numerosi viaggiatori e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che osserva apertamente che "i cittadini statunitensi che le autorità israeliane sospettano di essere di origine araba, mediorientale o musulmana ... potrebbero dover affrontare ulteriori, spesso dispendiosi e lunghi interrogatori da parte delle autorità di immigrazione e di frontiera, o addirittura vedersi negare l'ingresso in Israele, Cisgiordania o Gaza." Inoltre, una recente legge israeliana (approvata nel marzo 2017) vieta l'ingresso in Israele a chiunque abbia sostenuto pubblicamente il movimento BDS.

La schedatura su base razziale di Israele ha quindi un impatto reale e discriminatorio sugli studenti che partecipano ai programmi educativi statunitensi, mentre la recente legge anti-BDS significa che agli studenti statunitensi potrebbe essere vietato l'ingresso nel paese per un atto di espressione politica completamente protetto dalla Costituzione degli Stati Uniti (NAACP v. Claiborne Hardware Co., 1982).

Lanciamo quindi questo appello a sospendere la partecipazione a programmi di studio israeliani all'estero per celebrare e protestare contro 70 anni di colonizzazione della Palestina. Nel 1948, anno della fondazione di Israele, 750.000 palestinesi furono espulsi in un atto programmatico intenzionale di pulizia etnica definito dai palestinesi come la Nakba, o catastrofe. La Nakba continua fino ad oggi, quando la popolazione ebraica di Israele è mantenuta maggioritaria negando il diritto di questi rifugiati a tornare alle loro case nella Palestina storica, in violazione del diritto internazionale. Essa è sostenuta da leggi razziste come la Legge del ritorno, che conferisce a qualsiasi persona ebrea ovunque nel mondo il diritto alla cittadinanza israeliana, e la Legge sulla cittadinanza e l'ingresso in Israele, che proibisce ai palestinesi fuori Israele di ottenere la cittadinanza (o permanente o addirittura residenza temporanea) se sposano un cittadino israeliano.

Le università israeliane sono complici e perpetuano questa Nakba in corso. Esse hanno costruito e ampliato i loro campus sulla terra palestinese rubata. Mantengono programmi che sistematicamente discriminano i palestinesi e avvantaggiano gli studenti ebrei, conducono ricerche demografiche che portano all'esproprio di terre e di risorse e contribuiscono alla progettazione di armi e tecnologie dell'informazione che mantengono non solo l'occupazione, ma anche il sistema di discriminazione contro la popolazione palestinese. Nessuna università israeliana si è mai opposta pubblicamente all'occupazione militare illegale dello stato israeliano e alla discriminazione razziale contro i palestinesi. In effetti, la commemorazione della Nakba è proibita nelle università israeliane come parte della cancellazione della storia palestinese e della negazione del carattere coloniale di insediamento di Israele.

Nondimeno, Israele investe in modo considerevole nelle relazioni pubbliche per promuovere opportunità di istruzione superiore e collaborazioni di ricerca come parte della sua campagna "Brand Israel". La pubblicità per i suoi programmi di studio all'estero descrive Israele come una democrazia moderna con eccitanti opportunità intellettuali per tutti. Eppure sotto quella facciata c'è uno stato razzista e coloniale che segrega sia i suoi cittadini sia le popolazioni soggette sulla base delle origini nazionali, etniche e religiose. Mentre alcuni sostengono che questi programmi sono un'opportunità per il "dialogo" o anche per "conoscere realmente" le condizioni di vita in Israele-Palestina, il vero dialogo e l'educazione non possono aver luogo in una realtà che nega ai palestinesi la loro legittima presenza e in condizioni in cui sono razzialmente soggiogati e sfollati con la violenza.

I docenti, gli studenti e il personale degli Stati Uniti non considereranno più la partecipazione a programmi di studio all'estero che fungono da propaganda per legittimare uno stato fondamentalmente coloniale e razzista e che inoltre li discrimina sistematicamente. In un momento di crescente protesta e rivolta contro i divieti contro musulmani e profughi e di soverchianti attacchi neo-nazisti alla libertà accademica, non possiamo ignorare i divieti imposti da Israele ad arabi e musulmani e la sua continua negazione della libertà accademica ai palestinesi.

Invitiamo tutti gli studenti, i docenti, gli amministratori e il personale a schierarsi con i palestinesi, a riconoscere questa ingiustizia storica e a opporsi alla continua Nakba impegnandosi a non partecipare allo studio all'estero in Israele finché Israele non si adeguerà alle tre richieste del movimento internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS): (a) porre fine alla sua occupazione e colonizzazione di tutte le terre arabe e smantellamento del Muro; (b) riconoscere la piena eguaglianza dei cittadini palestinesi di Israele; e (c) rispettare e sostenere il diritto al ritorno dei profughi palestinesi nelle loro case e proprietà come previsto dalla risoluzione 194 delle Nazioni Unite.

Per impegnarsi a boicottare tutti questi programmi, cliccare qui.

Inoltre vi esortiamo, se non lo avete già fatto, a sostenere il boicottaggio accademico e culturale di Israele (www.usacbi.org) e unirvi al nostro movimento!

Fonte USACBI

Traduzione di Angelo Stefanini