LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Prodotti cosmetici AHAVA Mar Morto fabbricati nell'insediamento israeliano di Mitzpe Shalem in Cisgiordania occupata. (AFP)

La Danimarca rafforza le linee guida del Governo contro gli investimenti in progetti al di là della linea verde, adottando quindi una risoluzione delle Nazioni Unite che definisce gli insediamenti in Cisgiordania come una violazione del diritto internazionale.

Il parlamento danese ha deciso questa settimana di escludere gli insediamenti ebraici in Cisgiordania dagli accordi bilaterali con Israele. Inoltre, è stato deciso di rafforzare le linee guida del governo contro gli investimenti in progetti oltre la Green Line da parte di enti pubblici e privati.

La risoluzione è passata con una maggioranza di 81 contro 22, con tutti i partiti del parlamento danese a favore, tranne il partito popolare danese di estrema destra. La mossa ha visto la Danimarca adottare la Risoluzione 2334 delle Nazioni Unite, nella quale gli insediamenti sono definiti come una violazione del diritto internazionale e si fa una distinzione tra Israele all'interno della Linea Verde e gli insediamenti israeliani in Cisgiordania occupata e Gerusalemme Est. La stessa opinione è condivisa dall'Unione Europea in tutti gli accordi multilaterali con Israele.

Inoltre, la risoluzione esprime sostegno per una "lista nera" di compagnie israeliane operanti nei territori che è stata formulate dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

La decisione è stata sollevata con una richiesta formale al Ministero degli Esteri danese lo scorso novembre, dopo che un certo numero di fondi pensione danesi sono stati costretti a ritirare i propri investimenti in Israele a seguito di una protesta pubblica e di un rapporto del centro di ricerca indipendente DanWatch dello scorso gennaio, relativo ai legami tra aziende danesi e insediamenti israeliani.

Sampension, il terzo fondo pensione danese con un patrimonio di 43,5 miliardi di dollari, ha annunciato, di conseguenza, la sua cessione delle società israeliane che operano nei territori.

Sulla base delle informazioni in proposito, tra le compagnie israeliane colpite dal disinvestimento erano presenti due delle principali banche israeliane, la Banca Hapoalim e Bank Leumi, e il gigante israeliano delle telecomunicazioni Bezeq.

Sampension aveva già vietato investimenti in dozzine di altre compagnie israeliane, incluse molte industrie militari come Elbit.

Secondo il ministero degli Esteri, Israele e Danimarca hanno attualmente 13 accordi bilaterali diretti nei settori dell'aviazione, della cultura, dell'istruzione, della legge, dell'industria, delle tasse e dei visti.

L'ultima risoluzione interesserà futuri accordi tra i due paesi, per quanto riguarda la loro attuazione nei territori, sia con istituzioni che con privati cittadini. Gli accordi esistenti potrebbero essere realizzati in attesa di aggiornamenti.

Il mese scorso, il ministro degli esteri danese Anders Samuelsen ha annunciato che il suo paese inasprirà i termini di sostegno per le ONG palestinesi, ridurrà il numero di ONG supportate e rafforzerà la supervisione.

La dichiarazione ha fatto seguito alla pressione israeliana per fermare i finanziamenti danesi alle organizzazioni e alle associazioni palestinesi presumibilmente coinvolte nell'incitazione alla violenza, così come a coloro che sono coinvolti nel movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. A maggio, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha trasmesso al ministro degli esteri un elenco di organizzazioni palestinesi e israeliane che ricevono finanziamenti danesi e che Israele sostiene siano coinvolti nelle iniziative del BDS.

Alcuni mesi dopo aver ricevuto la lista, Samuelson ha annunciato che il suo ministero ha deciso di congelare il resto del supporto per il 2017 e di formulare criteri più stringenti per il futuro. Tuttavia, è stato sottolineato che la Danimarca continuerà a sostenere le organizzazioni impegnate nel campo dei diritti umani in Palestina, definendola una "alta priorità". È stato inoltre sottolineato che la Danimarca sostiene la soluzione dei due Stati e il ruolo delle organizzazioni della società civile israeliana e palestinese nel promuoverla.

Il ministro della Pubblica Sicurezza Gilad Erdan all'epoca definì la mossa il passo giusto e la descrisse come lodevole e necessaria. "I paesi europei finanziano le organizzazioni palestinesi con legami con il terrorismo, che promuovono un boicottaggio contro Israele. Invito altri stati europei ad attuare misure analoghe", ha aggiunto Erdan.

Tuttavia, gli entusiasmi potrebbero essere stati prematuri. Negli ultimi mesi, la dichiarazione di Samuelsen secondo cui intenderebbe esaminare la riduzione dei finanziamenti ha incontrato una forte opposizione interna. Il Parlamento e la stampa in Danimarca lo stanno attaccando e per la fine di questo mese è previsto un dibattito sull'argomento.

Fonte: Haaretz

Traduzione di BDS Italia