LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

NB: dopo la pubblicazione dell’articolo sul Forward, il titolo originale è stato modificato come segue:
L’impegno pro-Israele sta fallendo. Può salvarlo il prendere duramente di mira gli 'istigatori' del BDS?

In un nuovo rapporto che questo mese circola privatamente nei circoli politici ebraici, due tra i principali gruppi pro-Israele riferiscono che i diffusi tentativi di gruppi ebraici di contrastare il movimento BDS hanno ampiamente fallito.

Il rapporto, rilasciato dalla Anti-Defamation League e dal Reut Institute con sede in Israele, sostiene che gli investimenti dei gruppi ebraici per contrastare quello che chiamano "l'assalto alla legittimità di Israele" sono cresciuti di venti volte dal 2010, ma che "i risultati rimangono impercettibili."

Nel 2015 e 2016, una lunga lista di gruppi ebraici, oltre allo stesso governo israeliano, hanno annunciato i propri programmi per contrastare il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti di Israele. Organizzazioni e donatori si sono impegnati nello sforzo per decine di milioni di dollari.

Il rapporto afferma che tutto questo non funziona. "La sfida alla fondamentale legittimità di Israele ... [è] in crescita in tutto il mondo", dice il rapporto.

Il rapporto viene presentato nel momento in cui il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu adotta un approccio sempre più duro in materia di insediamenti.

Ma mentre gli autori del rapporto riconoscono che le stesse azioni del governo israeliano svolgono un ruolo nella crescita a livello mondiale del sentimento anti-israeliano, propongono il proprio piano d'azione per quello che chiamano la "rete pro-Israele".

La proposta sembra contenere una contraddizione. Da un lato, essa richiede un approccio ad ampio raggio rivolto ad accettare gruppi progressisti che sono critici verso Israele. Dall'altro, si richiede un'aggressione a tutto campo nei confronti dei principali critici di Israele, a volte con l'utilizzo di mezzi segreti.

"Gli istigatori devono essere isolati dagli altri gruppi e trattati senza compromessi, pubblicamente o in segreto", si legge nella relazione.

Il rapporto è il risultato di una improbabile partnership tra ADL, un gruppo storico ebreo per i diritti civili, e Reut (organizzazione, NdT) impegnata sulla sicurezza nazionale. La notizia sulla collaborazione è stata riportata dal Forward nel febbraio scorso.

In 30 pagine, il documento offre un "quadro strategico" per contrastare il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, insieme ad altri tentativi che gli autori caratterizzano come attacchi contro la legittimità di Israele.

Il rapporto si oppone a nuove spese per gli sforzi pro-Israele. Raccomanda, invece, di rendere più mirati i programmi preesistenti; l'uso di "misure legali" per affrontare "l'incitamento contro gli Ebrei e Israele" sui social media, e ulteriori investimenti in "intelligence e strategia".

ADL e Reut hanno fatto circolare solo delle copie cartacce del rapporto. Al Forward sono state consegnate delle copie a condizione che non fossero pubblicate on-line nella loro interezza.

In un'intervista presso la sede del Forward all'inizio di febbraio, il presidente nazionale dell'ADL Jonathan Greenblatt ha riconosciuto che le azioni degli Israeliani giocano un ruolo in quello che il rapporto caratterizza come la crescita in tutto il mondo del sentimento anti-israeliano.

"Il governo di Israele può fare molto per cambiare questa dinamica", ha detto Greenblatt. "Così pure la leadership palestinese."

Eppure la relazione stessa sembra porre attenzione a non fare richieste specifiche al governo israeliano. Tuttavia, essa riconosce che la mancanza di progressi in materia di soluzioni politiche rafforza direttamente il cosiddetto "movimento della delegittimazione".

Le sue raccomandazioni si rivolgono per lo più ai gruppi delle comunità ebraiche, e alla Hasbara più ampia, ossia agli apparati delle pubbliche relazioni pro-Israele.

In alcuni punti, il rapporto sembra chiedere un ampliamento della rete di gruppi pro-Israele, e la fine dell'esclusione dei gruppi progressisti dagli spazi ebraici.

Chiede una definizione più ristretta di "delegittimazione" che permetterebbe ai gruppi della sinistra di essere accolti negli spazi ebraici. Chiede anche "autentica solidarietà" con altri gruppi di minoranza su questioni di diritti degli immigrati e razzismo. E mette in guardia contro le aspettative limitate di benefici transitori, sostenendo che tale lavoro può aiutare in generale la comunità ebraica a "riacquistare credibilità" tra le altre minoranze.

"Abbiamo inventato l'intersezionalità", ha detto Greenblatt al Forward, riferendosi alla storia dell'ADL, consistente nell'aver individuato una causa comune in materia di diritti civili che superavano appartenenze etniche e religiose.

Eppure, a volte, gli inviti del rapporto a una rete trasversale sembrano incrinarsi.

Il rapporto suggerisce che devono essere tracciate delle "linee rosse" riguardo l'inclusione nella vasta rete pro-Israele nei confronti di coloro che esprimono critiche che siano fortemente unilaterali, "non sfumate e senza contesto." Questo linguaggio ha il potenziale di escludere molti gruppi nell'ambito della sinistra ebraica che sono stanchi dei 50 anni di occupazione israeliana della Cisgiordania.

Il rapporto si riferisce anche ai boicottaggi mirati di insediamenti in Cisgiordania, una tattica supportata da molti progressisti ebrei in Israele e negli Stati Uniti, come una "sfida".

Nel rapporto, si chiedono "alternative" a boicottaggi mirati, ma le sue raccomandazioni possono essere difficili da analizzare: "La polarizzazione intorno alla questione del boicottaggio mirato è un'indicazione della mancanza di chiarezza etica necessaria per restare uniti contro la delegittimazione promuovendo diverse coalizioni."

Infine, mentre la relazione sostiene gli sforzi per coinvolgere e conquistare la maggior parte dei critici di Israele, promuove un approccio basato sulla linea dura nei confronti di coloro che definisce "gli istigatori".

Gidi Grinstein, presidente di Reut, ha difeso la richiesta di agire "senza compromessi", con modalità "segrete" e pubbliche, nei confronti di questi detrattori.

"Dobbiamo essere molto, molto strategici", ha detto Grinstein.

Gli autori del rapporto hanno sostenuto che questo ristretto gruppo di "istigatori" sono "moderni antisemiti".

Fonte: Forward

Traduzione di BDS Italia