LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Dopo Bondy e Ivry Sur Seine, Clermont-Ferrand approva una mozione contraria ai prodotti degli insediamenti israeliani                                  

Dopo Bondy e Ivry-sur-Seine, la città di Clermont-Ferrand si impegna a sua volta, attraverso un voto espresso lo scorso 16 dicembre, contro l'importazione in Francia di prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani.

La Campagna BDS Francia si congratula con i rappresentanti locali dei gruppi del FdG (Front de Gauche: Fronte della Sinistra, n.d.t.) e del partito EELV (Europa Ecologia - i Verdi, n.d.t.) del comune di Clermont-Ferrand, che hanno presentato questa istanza, e i consiglieri eletti di Clermont-Ferrand che l’hanno sostenuta, in convergenza con il movimento di solidarietà per Palestina.

Le autorità israeliane e i loro alleati non impediranno la diffusione della mobilitazione delle istituzioni territoriali interessate ai diritti dei popoli e allo sviluppo di un comportamento etico dei loro cittadini e dei loro rappresentanti eletti!

Il video del voto:

Mozione presentata dai Gruppi Comunisti e Repubblicani - Front de Gauche, Place au Peuple (Spazio al Popolo) - Front de Gauche e Europe Ecologie Les Verts (Europa Ecologia I Verdi) al Consiglio comunale della città di Clermont-Ferrand venerdì 16 dicembre 2016.

È un legittimo diritto dei cittadini accettare o rifiutare di acquistare beni in base alla loro origine. Ed è il dovere di un ente locale verificare la tracciabilità dei prodotti e dei servizi offerti alla popolazione.

Ora, l'origine dichiarata in alcuni di questi (prodotti, n.d.t.) rappresenta un chiaro inganno in quanto induce in errore i consumatori e le istituzioni comunali. Essa mina la loro libertà di scelta.

In particolare, le merci prodotte negli insediamenti israeliani in Palestina, riconosciuti come illegali dal diritto internazionale, sono disponibili sul mercato francese come provenienti da Israele.

Questo è ovviamente falso, la Palestina non è Israele e gli insediamenti coloniali collocati in violazione delle norme internazionali da parte della potenza occupante, non hanno diritto di valere come parte dello stato di Israele.

Di conseguenza:

Considerato che gli insediamenti israeliani secondo il diritto internazionale sono illegali e sono assimilati ad un crimine di guerra ai sensi dell'articolo 49-6 della Quarta Convenzione di Ginevra e ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento dell'Aia;

Considerate le risoluzioni 242 (1967) e 338 (1973) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedono che Israele si ritiri completamente dai territori che occupa;

Considerata la Risoluzione 465 (1980) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che invita tutti gli Stati a non fornire ad Israele alcuna assistenza collegata con gli insediamenti nei territori occupati;

Considerato che la Corte internazionale di giustizia ha confermato nel 2004 che gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati (compresa Gerusalemme Est) sono stati istituiti in violazione del diritto internazionale;

Considerato che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i suoi organi previsti per i diritti umani, così come praticamente tutti gli stati membri delle Nazioni Unite e gli altri attori internazionali hanno sempre confermato l'illegalità degli insediamenti secondo il diritto internazionale e chiesto a Israele di interrompere la loro costruzione;

Considerata la comunicazione interpretativa del novembre 2015 pubblicata dalla Commissione europea che chiede l'etichettatura dei prodotti realizzati negli insediamenti in Cisgiordania, Gerusalemme Est e le alture del Golan, occupate da Israele dal 1967;

Considerato l’auspicio sul riconoscimento di uno Stato palestinese votato dalla città di Clermont-Ferrand in occasione del Consiglio Comunale del 26 settembre 2014;

Il Consiglio comunale di Clermont-Ferrand ha deciso l'applicazione del diritto internazionale, sia nello spirito che nella lettera, che dichiara illegali gli insediamenti israeliani in Palestina e auspica che i consumatori e le municipalità dispongano solo di beni e servizi conformi a questo diritto.

Prende altresì atto che il Comune non acquista beni proveniente da insediamenti israeliani.

Auspica che, poiché l'Europa e la comunità internazionale riconoscono l'illegalità degli insediamenti in Palestina, la Francia blocchi nel più breve tempo possibile l'importazione dei prodotti ivi fabbricati.

Fonte: BDS France

Traduzione di BDS Italia