L’arma del boicottaggio per una pace giusta in Palestina
Come forza sindacale democratica, sinceramente antifascista e antirazzista, riteniamo molto gravi e infondate le recenti affermazioni del Presidente della Repubblica Mattarella a sostegno della politica di Israele e di condanna della campagna BDS (Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni) definita inammissibile.
Rispondendo all’appello lanciato da molte organizzazioni palestinesi, Il 29 maggio scorso l’USB ha aderito alla campagna internazionale BDS nei confronti d’Israele.
La campagna BDS è una delle armi che pacificamente si oppone al continuo “boicottaggio” che da oltre sessanta anni incessantemente e quotidianamente Israele mette in atto contro la popolazione palestinese.
L’attuale sistema israeliano, controlla l’economia palestinese, ne gestisce l’accesso alle risorse energetiche e idriche, oltre all’import e l’export su cui Tel Aviv esercita il controllo delle imposte doganali. Una spoliazione di terra e risorse, aggravato dagli insediamenti dei coloni che hanno occupato il 42% della Cisgiordania.
Secondo le organizzazioni sociali e sindacali palestinesi e il Palestinian Central Bureau of Statistics (PCBS) l’elevato livello di disoccupazione, costringe oltre un terzo dei lavoratori palestinesi a cercare lavoro malpagato nelle colonie attraverso un complicato e mortificante sistema di controlli e di permessi.
Il boicottaggio israeliano colpisce persino il settore della sanità palestinese attraverso la limitazione alla circolazione di medici, pazienti e di farmaci. Due dati sintetizzano i risultati di questa guerra sporca: il primo riguarda l’aspettativa di vita dei palestinesi di ben 10 anni inferiore a quella degli israeliani e il 18,8% di mortalità infantile cinque volte più alta rispetto a quella registrata in Israele.
Le affermazioni del Presidente Mattarella, contraddicono il sentimento generale che si registra in Italia, di riprovazione per la politica israeliana e di simpatia nei confronti del popolo palestinese.
Al contrario la definizione di Israele come democrazia e la condanna della campagna BDS, risultano funzionali agli interessi economici e commerciali che legano l’Italia e la NATO allo stato israeliano.
La missione del Presidente della Repubblica Italiana e il riconoscimento grave e pericoloso delle pretese israeliane su Gerusalemme, arrivano pochi giorni dopo la risoluzione dell'UNESCO che tenta di tutelare Gerusalemme Est come patrimonio culturale palestinese.
La politica di sicurezza israeliana si fonda sulla sistematica violazione del diritto internazionale, sulla infrazione delle risoluzioni dell’ONU e sull’uso spietato delle armi come ricordano gli oltre 4500 morti dei bombardamenti di Gaza del 2009 e del 2014. Nonostante tutto questo, compagnie italiane come l’Aermacchi e la Leonardo (ex Finmeccanica) continuano a collaborare e a vendere armamenti e tecnologie all’esercito israeliano.
L’USB, insieme al vasto movimento internazionale di solidarietà, continuerà a sostenere il popolo palestinese, anche con la campagna Boicottaggio Disinvestimenti e Sanzioni, per una pace giusta per la Palestina, l’unica soluzione che può garantire un futuro pacifico a tutti i popoli del vicino oriente.
Fonte: USB Ufficio Internazionale