Un gruppo di cittadini israeliani è alla ricerca di informazioni sulle attività segrete del loro governo contro il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni a guida palestinese.
Nel frattempo, è trapelata una comunicazione, in cui l'ambasciata israeliana a Londra avvisava che alcune tattiche di Israele contro il movimento BDS possono violare la legge del Regno Unito.
L’avvocato Eitay Mack e gli attivisti per i diritti umani Sahar Vardi, Ofer Neiman, Rachel Giora e Kobi Snitz hanno presentato richieste sulla libertà del diritto di informazione in Israele, sia al ministero degli Esteri sia al ministero degli affari strategici.
Essi chiedono al governo di rivelare il suo sostegno finanziario a organizzazioni straniere, individui, giornalisti o blogger che assistono Israele nella sua battaglia contro quello che definisce "delegittimazione".
Il ministero degli Affari Strategici, guidato dal ministro del Likud Gilad Erdan, dirige le operazioni, preparandosi a combattere il movimento nonviolento BDS, come se si trattasse di una sfida militare.
Dotato di un budget di 45 milioni di dollari per quest'anno, il ministero è impegnato in quello che un veterano analista israeliano chiama "Black Ops".
Secondo l'analista, questo può includere campagne diffamatorie, molestie e minacce per la vita di attivisti, nonché infrangere e violare la loro privacy.
"Vogliamo che la maggior parte delle attività del ministero [degli Affari Strategici] sia confidenziale," il suo direttore generale Sima Vaknin-Gil ha recentemente detto alla commissione trasparenza del Parlamento israeliano, la Knesset.
All'inizio di questo mese, il ministero di Erdan e l'Associazione dei dirigenti universitari israeliani sono stati collegati a un tentativo "segreto" di spingere per la cancellazione di un corso sulla Palestina presso l'Università della California, Berkeley.
Il corso è stato sospeso, ma poi reintegrato dopo una levata di scudi da parte di studenti, docenti e difensori della libertà accademica.
"La grande segretezza messa in atto da entrambi i ministeri è inopportuna, soprattutto alla luce della posizione del governo israeliano nei confronti delle organizzazioni per i diritti umani sostenute finanziariamente da paesi stranieri", hanno detto i cittadini israeliani in un comunicato stampa.
All'inizio di quest'anno Israele ha adottato una cosiddetta legge della trasparenza costringendo i gruppi per i diritti umani a rivelare i finanziamenti da parte dei governi stranieri. I critici dicono che la legge è destinata a marchiare i gruppi per i diritti umani come illegittima e a bloccare le critiche all’operato di Israele.
In base alla legge sulla libertà di informazione, i ministeri israeliani hanno 120 giorni di tempo per rispondere. Se rifiutano le richieste, i cittadini che cercano informazioni possono presentare un ricorso in tribunale.
Utilizzo dei gruppi ebraici
La richiesta di informazioni arrivata grazie a un dispaccio trapelato attraverso il quotidiano Haaretz, ha fatto più luce sugli sforzi segreti contro il BDS.
Il dispaccio inviato dall'ambasciata israeliana a Londra al ministero degli Esteri israeliano protesta per le attività del ministero degli Affari Strategici di Erdan.
Si accusa il ministero di “darsi da fare” presso organizzazioni ebraiche britanniche all’insaputa dell’ambasciata in un modo che le porterebbe a violare le leggi del Regno Unito.
Il contesto è una lotta di potere tra i due ministeri su chi dovrebbe ottenere più soldi e autorità per condurre la lotta contro il BDS.
Il ministero degli Esteri sta uscendo perdente da questa battaglia burocratica.
Come riporta Haaretz, il dispaccio rivela che l'ambasciata ha incontrato alcuni funzionari di Erdan durante la loro visita a Londra due settimane fa "per coordinare le attività contro il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni locale".
I funzionari dell'ambasciata hanno sottolineato che, mentre essi si potrebbero coordinare con le attività di Erdan, solo il ministero degli Esteri dovrebbe lavorare direttamente con persone o organizzazioni estere.
Haaretz dice che i funzionari di Erdan hanno deciso "di non assumere la posizione dell'ambasciata."
"Alle nostre spalle"
Ma pochi giorni dopo, secondo Haaretz, Asher Friedman, un alto funzionario del ministero degli Affari Strategici, "ha chiesto a un alto esponente della comunità ebraica della Gran Bretagna di ricorrere alle sue relazioni per contrastare una campagna anti-Israele da parte dei palestinesi."
"I tentativi di agire alle nostre spalle sono già avvenuti e lo saranno di nuovo, ma 'contattare' organizzazioni ebraiche direttamente da Gerusalemme, senza coordinamento e senza consultazione, rischia di essere pericoloso", ha detto il dispaccio dell'ambasciata.
"Questo modo di operare potrebbe incontrare l'opposizione delle organizzazioni stesse, dato il loro status giuridico; la Gran Bretagna non è gli Stati Uniti" ha aggiunto.
Ha anche avvertito che tale comportamento "potrebbe essere considerato attività politica, o anche attività per conto di un governo straniero sul suolo britannico, scrive "Haaretz”.
La fuga di notizie sembrerebbe confermare che il governo israeliano vede sempre più le organizzazioni e le comunità ebraiche all'estero come semplici estensioni del suo apparato di propaganda di stato.
È improbabile che tutto ciò serva a mettere a tacere le critiche alle violazioni dei diritti umani da parte di Israele contro i palestinesi, ma piuttosto costituisce un danno per gli ebrei che non vogliono essere identificati con un governo straniero che viene sempre più visto come un paria.
In particolare, come riporta Haaretz, è stato lo stesso funzionario ebreo britannico che "ha immediatamente espresso le sue obiezioni all'ambasciata, sia oralmente che per iscritto, così come ai capi di altre organizzazioni ebraiche britanniche".
Fonte: The Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia