Gilad Erdan, ministro israeliano degli affari strategici, mentre parla del movimento nonviolento BDS come se fosse una minaccia militare. (Ambasciata del Regno Unito a Tel Aviv)
di Ali Abunimah
Un esperto analista dell'intelligence israeliana ha collegato i recenti attacchi e le campagne moleste nei confronti di attivisti palestinesi e organizzazioni per i diritti umani alle cosiddette "operazioni sporche" delle agenzie di intelligence di Israele.
Nel suo articolo sul quotidiano Maariv di domenica, Yossi Melman, che ha coperto per decenni le agenzie di spionaggio israeliane, rivela dettagli che raccontano di come in Israele stia prendendo sempre più piede la lotta contro il movimento a guida palestinese di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
Questa lotta è guidata da Gilad Erdan, ministro israeliano degli affari strategici. Secondo Melman, il ministero di Erdan si prepara ad affrontare il BDS, come se si trattasse di una sfida militare.
"Vogliamo che la maggior parte del lavoro del ministero sia secretato" ha recentemente dichiarato il suo direttore generale Sima Vaknin-Gil alla commissione trasparenza del parlamento israeliano, la Knesset.
"Ci sono molte questioni sensibili, e non posso nemmeno spiegare in un forum aperto perché sono sensibili", ha detto Vaknin-Gil. "Una parte importante di ciò che facciamo rimane sotto traccia."
Vaknin-Gil ha aggiunto che il ministero mira a "costruire una comunità di guerrieri".
Secondo Melman, il ministero ha recentemente assunto 25 lavoratori i cui nomi rimangono riservati. Ha un ufficio di intelligence gestito da ex operativi dei servizi di sicurezza e riceve assistenza da "un'unità speciale" all'interno di intelligence militare israeliana e della polizia segreta dello Shin Bet.
Questo servizio dalla televisione di stato di Israele, sottotitolato in Inglese dall'attivista Ronnie Barkan, mostra Vaknin-Gil mentre promette di sconfiggere il movimento BDS in una sua audizione al comitato della Knesset. Si vede anche il presidente del comitato, Stav Shaffir, lamentarsi del fatto che il governo non sta rivelando quasi nulla su come stia spendendo le enormi somme destinate allo sforzo anti-BDS.
Operazioni sporche
Nel suo intervento Melman mostra anche un tono scettico, adombrando che la lotta contro il BDS potrebbe essere un pretesto usato dal ministero per mantenere il suo bilancio dopo che il suo scopo originale, far fronte alla "minaccia" da parte dell'Iran, è diventato irrilevante in seguito all'accordo nucleare dello scorso anno.
Ma questo non significa che non sia capace di azioni dannose. Le attività del ministero includono quelle che Melman chiama "operazioni speciali" o "operazioni sporche", ovvero "campagne di diffamazione, molestie e minacce di morte nei confronti di attivisti" e "violazione della loro privacy."
In questo contesto, Melman porta ad esempio recenti attacchi sui siti web del Comitato Palestinese Nazionale del BDS (BNC) e di altre organizzazioni che sostengono i diritti dei palestinesi.
Cita anche le minacce di morte ricevute da Nada Kiswanson, un avvocato che lavora con il gruppo palestinese di diritti umani Al-Haq e che sta raccogliendo le prove di crimini di guerra israeliani a Gaza da sottoporre alla Corte penale internazionale.
Queste minacce sono oggetto di indagine da parte delle autorità olandesi, dove ha sede la Corte penale internazionale.
Il ben informato Melman non conferma i sospetti di lunga data sul coinvolgimento di Israele, ma suggerisce che un ruolo di Israele sia più che possibile:
"Naturalmente, nessuno si è assunto la responsabilità per l'incidente contro l'avvocato palestinese, e nessuno ha replicato alle accuse degli attivisti BDS che si ritengono vittime di una guerra informatica da parte dell'intelligence israeliana", dice Melman.
"Ma non è un segreto che al ministero degli affari strategici, così come nei servizi segreti israeliani che assistono nella lotta contro il movimento BDS, si discuta dei diversi mezzi che possono essere usati."
"Non si può escludere che queste azioni, se effettivamente realizzate da Israele, siano state un colpo di avvertimento", aggiunge.
Melman ritiene anche che questi sforzi siano accompagnati dalle preoccupazioni del Ministero della giustizia di Israele sul fatto che "la passione per le operazioni segrete nel ministero degli affari strategici potrebbe finire in incidenti che danneggiano le relazioni estere di Israele."
Come esempi di tali "incidenti", Melman ricorda "un'azione di eliminazione, accesso ad edifici, o l'uso di un passaporto falso" - operazioni in cui Israele "non ha esitato a violare le leggi e la sovranità di stati stranieri, e anche dei suoi migliori amici. "
Negli ultimi anni, vari paesi, tra cui Canada e Nuova Zelanda, hanno protestato per l'uso da parte di Israele di loro passaporti per fornire copertura agli agenti dell'agenzia di spionaggio e assassinio Mossad.
Nell'operazione in cui fu ucciso in una camera d'albergo di Dubai il funzionario di Hamas Mahmoud al-Mabhouh, pare che il Mossad abbia usato passaporti falsificati o rubati da Regno Unito, Australia, Irlanda, Francia e Germania.
Melman non è l'unica persona a paragonare le operazioni anti-BDS di Israele agli assassinii. Afferma che i funzionari del ministero degli affari strategici cercano di paragonare lo sforzo di schiacciare il movimento con la "lotta contro il terrorismo."
Nel mese di aprile, per esempio, Israele ha rifiutato di rinnovare il permesso di viaggio di Omar Barghouti, il palestinese difensore dei diritti umani e co-fondatore del movimento BDS.
Il divieto di viaggio è arrivato dopo numerose minacce contro Barghouti e altri difensori dei diritti umani palestinesi da parte di importanti ministri del governo israeliano, tra cui Erdan e il ministro dell'intelligence Yisrael Katz, il quale ha evocato "eliminazioni mirate di civili" contro i leaders del BDS, con l'aiuto dei servizi segreti israeliani.
Il termine ebraico che Katz ha usato è simile a quello con cui ci si riferisce agli "omicidi mirati".
In quell'occasione, Amnesty International aveva condannato con forza queste minacce, avvertendo che "l'escalation di atti intimidatori da parte del governo, oltre agli attacchi e alle minacce da parte dei coloni e di altri attori non istituzionali, hanno creato un ambiente sempre più pericoloso" per i difensori dei diritti umani in Israele, nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza.
E il mese scorso, Israele ha annunciato nuovi sforzi per sradicare ed espellere cittadini stranieri sospettati di essere coinvolti nel movimento nonviolento per i diritti dei palestinesi.
Il reclutamento di spie palestinesi
Sembra anche che Israele speri di reclutare cittadini palestinesi israeliani.
La scorsa settimana, il quotidiano in arabo di Nazareth al-Sonara ha pubblicato un annuncio dell' "Amministrazione Civile", il nome dato da Israele alla burocrazia militare che governa su milioni di palestinesi nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza.
Le immagini dell'annuncio sono state pubblicate su una pagina di Facebook i cui amministratori si identificano come cittadini palestinesi di Israele che sostengono il BDS.
Nell'annuncio si cercano consulenti di lingua araba per "raccogliere informazioni da varie fonti primarie e secondarie", tra cui giornali e siti internet, "ma con un'enfasi sui social network." Le informazioni si riferiscono a "incitamento alla violenza e all'odio, e sviluppo di iniziative del BDS".
I giornalisti e gli attivisti dovrebbero essere molto attenti riguardo il loro uso dei social network e dovrebbero praticare una buona sicurezza digitale. The Electronic Intifada ha recentemente pubblicato una guida alla sicurezza on-line per gli attivisti.
L'utilizzo di organizzazioni straniere
Melman conferma inoltre che Israele ha esercitato molte pressioni
su vari paesi occidentali in favore di interventi legislativi per stigmatizzare o limitare il movimento BDS, ed utilizza anche organizzazioni amiche per raggiungere i suoi obiettivi.
"Il ministero ha anche avviato pressioni o azioni di persuasione per convincere le aziende internazionali a non boicottare Israele", scrive Melman. "Questo implica l'uso dell'AIPAC e dell'Hillel negli Stati Uniti, o di gruppi simili in altri paesi."
L'AIPAC è la più potente lobby pro-Israeliana presso il Congresso degli Stati Uniti, mentre Hillel è una rete di centri per gli studenti ebrei nei campus universitari di tutto il Nord America.
"Questo tipo di attività è ritenuto sensibile perché si parla di un governo straniero (Israele) che cerca di influenzare organizzazioni e individui in altri paesi", osserva Melman.
Un'altra strategia messa in evidenza - seppure sia ben nota - è lo sforzo di Israele di usare le pubbliche relazioni, o "hasbara", per influenzare l'opinione pubblica internazionale.
A questo proposito, Melman rivela che il ministero degli affari strategici sta spendendo ingenti somme per finanziare visite in Israele di cosiddetti "opinion leader" - giornalisti, blogger, attori e leader sindacali.
L'unica azione che evidentemente il ministero non ha considerato è la fine del regime israeliano di occupazione, apartheid e colonialismo, e il ripristino dei diritti dei palestinesi.
E sarebbe senz'altro il modo più veloce per porre fine al BDS.
Fonte: The Electronic Intifada
Traduzione di Giacomo Graziani per Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus, Firenze