"Jewish Voice for Peace" e "Jews Say No!" si prendono la responsabilità per il falso 'NYT' che ha messo in luce la copertura mediatica tendenziosa su Israele/Palestina
di Adam Horowitz
Ieri abbiamo informato di un'edizione parodistica del New York Times distribuita nelle strade di New York. Da allora il finto giornale ha determinato titoli in prima pagina in tutto il mondo e l'account di Twitter e il sito web relativo a questa azione sono stati sospesi. Oggi, la sezione di New York di 'Jewish Voice for Peace' e l'organizzazione ' Jews Say No!' ["Voce ebraica per la pace" e "Gli ebrei dicono no!", due organizzazioni ebraiche nordamericane contrarie all'occupazione israeliana. Ndtr.] hanno rivendicato quest'azione. Ecco un comunicato stampa inviato dalle organizzazioni questa mattina:
(3 febbraio 2016) - Ieri diecimila copie di un supplemento speciale del New York Times dedicato ad Israele e Palestina sono state distribuite a NYC, mentre migliaia di versioni digitali sono state diffuse in internet. Il supplemento speciale, che era una parodia, include articoli come "Il Congresso discute dell'aiuto degli Stati uniti a Israele" e "Sulle orme di Mandela e di [Martin Luther] King: un movimento non-violento guadagna terreno da dieci anni," così come un editoriale: "La nostra nuova politica editoriale: ripensare a Israele-Palestina."
Realizzato da militanti di 'Jewish Voice for Peace New York '(JVP NY) e di 'Jews Say No!' (JSN), due organizzazioni newyorkesi impegnate per la giustizia in Palestina e Israele, il giornale è stato creato per "sottolineare quanto sia attualmente tendenziosa l'informazione su Israele e Palestina e per mostrare come potrebbe essere un giornale corretto ed accurato," ha affermato il membro di JSN Alan Levine, uno dei redattori del giornale.
"Essendo una delle principali fonti di informazione negli Stati Uniti e nel mondo, il "New York Times" ha la responsabilità nei confronti dei propri lettori di fornire una copertura corretta, equilibrata e basata sui fatti. Il nostro giornale riflette le notizie che vorremmo che il "Times" ed altri giornali riportassero," ha affermato Candace Graff, una degli organizzatori dell'azione, di JVP NY. "[Una tale informazione] include il contesto ed i fatti che troppo spesso sono ignorati dal "New York Times" e da altri mezzi di comunicazione statunitensi”
Gli articoli mettono in evidenza le continue politiche di occupazione militare, espulsione della popolazione ed oppressione da parte di Israele, e "fatti sul terreno", come l'espansione delle colonie, l'aumento della violenza dei coloni, leggi discriminatorie antidemocratiche che prendono di mira i cittadini palestinesi di Israele e l'incremento di posizioni di destra nella Knesset [il parlamento israeliano. Ndtr.]. "Si tratta di argomenti che meritano di essere sottolineati e riportati," ha aggiunto Graff. In un accenno riguardo a come la politica degli USA nei confronti di Israele potrebbe cambiare se i media più importanti riferissero in modo corretto le continue violazioni dei diritti umani contro i palestinesi, il giornale include un editoriale che invita il Congresso a condizionare ulteriori aiuti all'esercito israeliano al rispetto della legge Leahy, che proibisce l'aiuto militare USA a truppe straniere che abbiano commesso violazioni dei diritti umani.
Domani (4 febbraio) i due gruppi distribuiranno un breve video sull'azione, che include le riprese del gruppo che distribuisce il giornale per le strade di NYC. Questa mattina (3 febbraio) Jane Hirschmann, militante di "Jewish Say No!" e Ben Norton, un giornalista di "Salon" [rivista liberal nordamericana on line. Ndtr.], che per primo ha rivelato chi fossero gli autori del giornale, hanno discusso su "Democracy Now" [notiziario progressista nordamericano. Ndtr.] della tendenziosità dei media a proposito di Israele/Palestina. Il dominio e l'account di Twitter del finto giornale sono stati sospesi, ma possono essere visti in questo sito: https://archive.is/9uE5F.
Partecipanti:
Edizione: Elly Bulkin, Nina Felshin, Donna Nevel, Rosalind Petchesky
Disegno dell'edizione cartacea: Sarah Sills
Disegno dell'edizione online: Asa Diebolt
Produzione dell'edizione online: Talia Baurer
Redattori: Gordon Beeferman, Brandon Davis, Naomi Dann, Candace Graff, Alan Levine, Aurora Levins, Morales, Donna Nevel, Rosalind Petchesky, Ellen Ross, Lynn Lopez Salzedo, Carl Schieren, Irene Siegel, Pamela Sporn
Revisione dei testi: Dorothy Zellner
Videografici: Rona Merrill, Pam Sporn
Media team: Naomi Dann, Beth Miller, Donna Nevel
Coordinatori: Candace Graff, Jane Hirschmann
Un gran numero di volontari ha distribuito i giornali in città.
La sezione di New York di "Jewish Voice for Peace" fa parte di un'organizzazione di base a livello nazionale ispirata dalla tradizione ebraica di impegno per una pace giusta e duratura in base ai principi dei diritti umani, dell'uguaglianza e delle leggi internazionali per tutto il popolo di Israele e Palestina. L'organizzazione ha oltre 200.000 sostenitori in Internet, oltre 60 sezioni, un gruppo giovanile, un Consiglio rabbinico, artistico e accademico e una commissione consultiva composta da importanti intellettuali ed artisti statunitensi. I "Jews Say No!", con sede a NYC, sono impegnati nell'educazione, nel teatro di strada e nell'organizzazione comunitaria e fanno sentire la propria voce all'interno della comunità ebraica, come parte del più ampio movimento per la giustizia in Palestina/Israele.
Adam Horowitz è co-direttore di Mondoweiss.net
Fonte: Mondoweiss
Traduzione di BDS Italia